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Soundtrack - Il postino
di cantautoredelnulla
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LA POESÍA

Y fue a esa edad... Llegó la poesía
a buscarme. No sé, no sé de dónde
salió, de invierno o río.
No sé cómo ni cuándo,
no, no eran voces, no eran
palabras, ni silencio,
pero desde una calle me llamaba,
desde las ramas de la noche,
de pronto entre los otros,
entre fuegos violentos
o regresando solo,
allí estaba sin rostro
y me tocaba.

 

P. Neruda

 

 

La prima volta che ho visto il film "Il postino" al cinema avevo 17 anni. Era l'ultimo film di Troisi ed era il suo primo film che vedevo. Rimasi folgorato dalla storia, dalla poesia, da quella musica.

Luis Bacalov aveva composto una musica che arricchiva il film in maniera significativa, le stesse scene fatte di vita e poesia senza quella musica si sarebbero svuotate. Delicata, dolce, oscura, quella musica mi aveva conquistato.

Quell'anno Bacalov vinse l'Oscar per la migliore colonna sonora. Ero molto contento di quel successo, perché era secondo me del tutto meritato, non fosse altro per le ore che avevo trascorso ascoltando ed esaminando nel dettaglio ogni nota di quella composizione, al di fuori del contesto del film, tanto da trasformarla in una vera e propria colonna sonora della mia vita di allora.

 

 

A posteriori mi viene da dire: chi l'avrebbe detto che Il postino fortemente voluto da Troisi sarebbe diventato il film dei meriti postumi: riconoscimenti a Troisi che era morto da poco all'uscita del film e successivamente il riconoscimento del plagio di Bacalov che aveva ripreso e modificato leggermente il tema della canzone Nelle mie notti di Endrigo. Così si può dire che anche Endrigo ebbe un riconoscimento postumo, poiché la causa è stata chiusa 8 anni dopo la sua morte.

A ogni modo, al di là degli approfondimenti possibili sull'argomento a cui rimando in fondo al post, vorrei raccontare quella colonna sonora così come presentata nel cd della colonna sonora originale acquistabile online su qualsiasi sito e-commerce.

 

La colonna sonora inizia lentamente. I primi accordi sono suonati dai violini come se stessimo ascoltando la risacca del mare. Sulla battigia guardiamo l'orizzonte e il bandoneon introduce lo struggente tema principale. L'impatto emotivo di questa introduzione è incredibile perché irretisce lo spettatore. Il film ci mostra un ragazzo che riceve una lettera dai cugini d’America e guarda fuori e vede un futuro che non gli piace: i pescatori che tirano le reti che contrastano con un paesaggio mozzafiato, una Salina bellissima.

Quanta Italia e quanto colore di altri tempi c'è già in questo incipit. Il bandoneon suona solitario e preannuncia allo spettatore l'evolversi futuro della storia, mentre il ragazzo parla col padre dell’acqua che non c’è, di un lavoro da pescatore inevitabile e del suo mal di mare, quel mare che quando lo naviga gli “fa umidità” e del sogno americano.

La seconda traccia riprende invece la corsa in bicicletta per le salite dell'isola con in mano il nuovo lavoro. Il tema principale torna accompagnato dai fiati e il bandoneon duetta con il clarinetto, dopodiché lo riecheggia per poi concludere il tema. Il postino intanto pedala e sullo sfondo c'è un paesaggio di inenarrabile bellezza. Quei luoghi sono incredibili e sono da ammirare ed esplorare.

Tuttavia il pathos della musica cresce, non basta l'accompagnamento lieve delle percussioni ad alleggerire un tema così malinconico.

Lo stesso brano viene riusato nel film nel momento in cui Neruda regala a Mario davanti a Beatrice il libro per scrivere le poesie e gli firma una dedica nella prima pagina.

“Hai già trovato la tua poesia e se per caso ti viene voglia di scriverla, ecco il quaderno.”

Madreselva è la terza traccia appassionata e avvolgente cantata dall'incredibile timbro vocale di Carlos Gardel. Madreselva nel film sottolinea tre momenti importanti: il primo è il recapito di una cassetta e di un registratore da parte degli amici cileni del poeta. La cassetta reca buone notizie sulla distribuzione abusiva del Canto generale di Neruda e qui c’è una versione strumentale dell’opera. Il secondo momento è quando Matilde mette la versione cantata da Gardel sul giradischi, la musica ha un timbro d’altri tempi, povero di bassi e acuti e ricco dei fruscii della puntina e dà spazio a una nostalgia e a una luce di altri tempi. Ascoltando questo pezzo anche al cinema provai una stretta al cuore. Matilde e Neruda iniziano a ballare un tango semplice e popolare, con qualche figura senza troppe pretese, ma sguardi così intensi da sprigionare la potenza dell’amore. Va detto che in questa scena l’interpretazione di Noiret e della Bonaiuto è davvero incredibile e questo ballo rimane nel mio immaginario uno dei balli più belli della storia del cinema perché sprigiona poesia e comunicazione, i corpi che si trasformano nella flessuosa espressione della passione. Folgorante.

Nel terzo momento Madreselva viene invece suonata da una fisarmonica durante la festa del matrimonio tra Mario e Beatrice. Quest’ultima versione nella colonna sonora è assente.

 

 

Ritornano i violini e gli oboi a introdurre nuovamente l'impianto armonico del tema centrale. I flauti e il vibrafono suonano il motivo principale in un intermezzo magico, simile a un carillon.

Ed ecco arrivare il tema di Beatrice. La musica accompagna nel film la Cucinotta che sta da sola dietro a un calcio balilla. Sul tema del Postino Mario le si avvicina e inizia a giocare con lei, ma da subito il suo sguardo rimane sospeso, proprio come la musica con le sue continue pause, a fissare quello di Beatrice, imbambolato e perduto. E più la guarda e più se ne innamora.

La musica continua il suo corso, ma sembra esserci rassegnazione, l'inseguimento di un sogno che non può realizzarsi. Il bandoneon duetta con il clavicembalo, i due si scambiano di ruolo, esattamente come gli sguardi tra Mario e Beatrice, si cercano e si distolgono. La musica crea la tensione emotiva della ricerca e poi ricade nel silenzio, come un sogno che non si ha il coraggio di perseguire, come un desiderio che barcolla tra la volontà e l’ineluttabilità. Ed ecco ancora i due temi che si intersecano ripetutamente, conchiglie che si lasciano andare nel mare, mentre il vibrafono chiude il motivo.

Anche questa è una scena memorabile, la spavalderia provocatoria che mette in scena la Cucinotta, la timida e incerta espressione di Troisi e tutto solo attraverso gli sguardi.

 

 

Il tema di Beatrice viene ripreso successivamente nel film dopo che il Postino ha chiesto al Poeta di scrivergli una poesia su Beatrice. Affacciato alla sua finestra, come all’inizio del film, Mario guarda il mondo in modo diverso e la pallina del calcio balilla diventa la reliquia del primo momento magico.

Un brano davvero interessante è "Metafore". Bacalov orchestra flauto, vibrafono, clavicembalo e bandoneon creando un quartetto molto particolare. La melodia lieve e inconsistente, astratta e traslata sembra richiamare alla mente davvero le metafore del titolo, la scoperta delle parole per mezzo delle immagini meno sospette.

Ed è proprio il brano Loved By Women che irrompe dopo le metafore ad alleggerire il tono della colonna sonora e a chiudere il primo tempo. Questo è il secondo brano che si propone nel film, mentre nella colonna sonora è stato messo esattamente in mezzo a fare da spartiacque e a sciogliere la tensione dell’impegnativa struttura sonora che fino a qui accompagna l’ascoltatore. Questa scelta dà una luce nuova e un ruolo diverso su questo brano. Con un'orchestra jazz il ritmo diventa un po' più incalzante, la musica si fa leggera e ritornano inevitabilmente alla mente i film muti di un tempo, il cinegiornale del film. E' un momento di evasione che è un vero e proprio spiraglio di allegria nell'andamento nostalgico e malinconico del film.

Riprende il tema principale un tristissimo pianoforte, dove le pause del tema principale lasciano spazio agli abbellimenti del basso. Interviene straziante nel clima sempre più malinconico un violino che ripropone il tema e poi il dialogo si arrichisce in un trio tra piano violino e bandoneon.
Riprende ritmo il tema riproponendo un arrangiamento simile a quello dell'inizio in bicicletta. Si tratta del pezzo che accompagna la raccolta dei suoni dell'isola. La poesia del Postino diventa suoni e musica, le metafore si astraggono ai rumori che ascoltati da un orecchio attento si trasformano in veri e propri suoni che raccontano i fatti e i luoghi in cui tutto è stato raccontato ed è avvenuto.
Ritorna ne “I sogni del postino” il tema principale con il duo piano bandoneon, le pause e il pianissimo insistono sempre sul malinconico andamento della colonna sonora. La chitarra introduce il secondo tema, la milonga del poeta. I sogni sono l'intreccio dei due temi che alla fine della loro esposizione chiudono in maggiore dando luce a quell'esistenza sofferta ma vissuta appieno, nel miglior modo e modesto possibile, respirando l'amore e la bellezza di una vita poetica.
Pablito accompagna l'ingresso di Neruda nella casa quando incontra il figlio del Postino.
Segue la versione strumentale di madreselva.

“Postino Poeta” accompagna la fine del postino nella colonna sonora, racconta della sua evoluzione, della sua poesia e della tragedia finale. Si vedono gli ultimi momenti di Mario, si vede ancora la spiaggia dell’isola e un Neruda che guarda fisso il vuoto e forse ricorda o forse si interroga sulla natura dei rapporti umani, sul senso dell’amicizia, su tutte quelle domande che la sua venuta tanto attesa e ritardata nel distacco e nel silenzio hanno suscitato nei protagonisti della storia e nello spettatore. E’ proprio sul finale di questo pezzo che esce nel silenzio la dedica del film, mentre nella versione per l’estero esce prima una poesia di Neruda.

 

Attenzione: nel video seguente c'è il finale del film.

 

 

Chiudono la colonna sonora due versioni del tema principale, una clavicembalo e archi, l'altra chitarra e bandoneon. Quest’ultima è sullo sfondo del film mentre Mario recita i versi e le metafore che ha imparato dalle poesie di Neruda a Beatrice: “il tuo sorriso si spande come una farfalla” le dice.
Sfilano lentamente sulla pausa finale i due strumenti e si chiude l'avventura del Postino sull'ultimo accordo solare caricato sulle onde sonore di quest'ultimo duetto.

 

 

Tracce del disco:

  1. Il postino (Titoli)
  2. In bicletta
  3. Madreselva (cantata da Carlos Gardel)
  4. Postino bambino
  5. Beatrice
  6. Metafore
  7. Loved By Women
  8. Il postino (trio version)
  9. Suoni dell’isola
  10. I sogni del postino
  11. Pablito
  12. Milonga del poeta
  13. Madreselva (versione strumentale)
  14. Postino poeta
  15. Il postino (versione clavicembalo e archi)
  16. Il postino (versione chitarra e bandoneon)

 

 

Orchestra Sinfonietta di Roma diretta da Luis Bacalov

Piano: Luis Bacalov

Bandonéon: Hector Ulises Passarella

Violino solista e mandolini: Riccardo Pellegrino

 

 

 

Approfondimenti sul plagio:

http://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2013/09/26/news/bacalov-67330400/

http://www.michelebovi.it/?lang=en

 

In vendita su:

Google Play • eMusic • iTunes

 

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