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Da The Rhythm a Skrjabin
di Neve Che Vola
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Neve Che Vola

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In principio era il Ritmo

(Hans von Bülow)

 

Se Thalìa trasmette energia come un generatore di corrente positiva, non le è da molto meno Patricia (Patty) Manterola, un'altra delle regine del pop messicano.


Qualche anno fa usavo fare delle retate di video musicali sulle gloriose reti satellitari Viva Polska e similari. Dopo due o tre ore, fermavo il vhs oppure, in seguito, il dvd recorder con l'hard disk, per vedere cosa avevo pescato con la mia rete a maglie fitte. Li scorrevo veloci senza volume, fermandomi solo se c'era qualche figa dell'ostia ed ascoltando cosa cantava. Poi, ripulito il resto senza averlo nemmeno ascoltato, passavo all'ascolto dei video salvati.
Un anno, ci fu anche un canale spagnolo che mi diede soddisfazione, Fiesta, e credo che fu lì che vidi per la prima volta Patty Manterola (l'accento sulla o), come appare nel video seguente, con gonna e stivali. La promossi immediatamente a mito (e sfido!), perchè una migliore in tal senso ancora non l'ho vista, e decisi perfino di comprarmi il cd con quella canzone, Que el ritmo no pare (The Rhythm nella versione in lingua inglese). Non è che basti esser fighe, però, sebbene si sia già a metà dell'opera! Alcune proprio non sono riuscito a digerirle bene, ad esempio ricordo Lisa Milanis che cantava Sangria, senza avermi mai minimamente entusiasmato per quanto avessi provato.
Alla fine guardando questi canali riuscì a diventarmi simpatico perfino Shaggy, il bombastic, she says he's fantastic, al quale dapprima bestemmiavo dietro ad ogni apparizione nelle scalette dei video. Dietro a lui e ad ogni video senza donne. Anzi, oggi ricordo Mr. Bombastic con piacere.

Que el ritmo no pare mi entusiasma senza se e senza ma, ecco. Perfino qui, come con Thalìa, vi scorgo una preghiera, quando Patty sembra confessare

Me gusta bailar a oscuritas sin luz
Y mi corazon haciendo tun tun tun

a 2'36, dopo la sospensione a 2'31:

Baila como quieras que cosa mas buena
Baila como quieras que cosa mas bella

Rimango incantato poi dal momento di sospensione che segue ottenuto con simili mezzi "scandalosi", Patricia canta que el ritmo no pare e risponde un coro da stadio (!) con intensificazioni varie, e da 2'51 rimane la pura danza tribale, con l'unione di due elementi diversi al tempo stesso, un momento che trovo entusiasmante.

1. Que el ritmo no pare, no pare no, que el ritmo no pare (no pare) [fino al fine]
2. Mira como me gusta a mi, mira como me gusta a mi
As, as, as ay que rico

e poi

2a. Me gusta bailar a oscuritas sin luz
Y mi corazon haciendo tun tun tun

Qualcosa di simile, sento nel finale del primo tempo della Sinfonia n.100 di Haydn (che rabbia quando mettono Mozart sopra ad Haydn!), una creazione geniale come il suo creatore immortale, entusiasmante dal principio alla fine, simile in certo modo alla tribalità di Que el ritmo no pare, sebbene siamo ben oltre la tribalità. Entusiamante, sì, poco ci manca che mi metta a ballare!
Bisogna conoscerla tutta per capire come mai finisce in questo modo, partiamo da 6'50 circa, e alla fine sentiamo quegli ultimi quattro accordi, che sono come se tutto si fosse fermato, tutto, meno il ritmo vitale ridotto al minimo comune denominatore, la pura pulsione vitale, come se potessimo osservare il ritmo fondamentale della Vita espresso in suono! Questo è il genio di Haydn, sopra ad ogni cosa!

Bruno Walter ne è supremo interprete.

Torniamo sulla terra.

Patricia Manterola - Ojos Negros


A proposito di attrici, entrò nelle mie grazie in quel periodo anche Christina Milian (Fidanzata in prestito, 2003) con When you Look at Me, dapprima perchè mi piaceva com'era vestita, poi perchè cominciò a piacermi anche la canzone.


Rimasi colpito in modo particolare dalla polacca Natalia Kukulska con Nikt nie b?dzie ?y? za ciebie


Ci fu anche una intensa passione per Marie-José van der Kolk, in arte Loona, la cantante olandese che furoreggiava in Germania. Nonostante ascoltassi cose del genere, rimasi però sempre altezzoso. Ricordo con delizia e godimento una risposta che mi sfuggì ad una signora che chiedeva a nome di tutti se avessi qualche musica adatta alla festa da me medesimo organizzata. "Non ho niente per voi", mi sfuggì detto sovrappensiero, ma quando mi accorsi del tono con cui l'avevo detto e del divertito risentimento della signora che mi conosce da sempre, sentii di esser stato furbo, la risposta fu autentica, sorprese anche me ed ebbi la misura di me stesso ancora una volta.

Scatenai una vera caccia al video Rhythm of the Night, ma il maledetto non voleva ripassare, e consumavo inutilmente le testine del videoregistratore. Ricordo che a un bel momento pensai "ecco, ora non avvio, che tanto non passa", e invece fu proprio il primo, del quale persi l'inizio dopo tanta attesa. Bestemmiai la virtù divina per qualche quarto d'ora. Son sempre stato un bestemmiatore, perfino da bambino di otto-nove anni, un mio amico che era considerato più sveglio di me, sentendomi bestemmiare e poco mancava che sputassi verso il cielo, tentò di riportarmi alla ragione.
Comunque, alla fine comprai un dvd con quel video, e allora smisi di bestemmiare per questo motivo, avendone altri cento belli pronti. qui è una esibizione dal vivo che rende l'idea.

M'è sempre piaciuta la musica dance molto più dell'altra - fatta eccezione per la classica ed il Jazz - e quindi caddi per la bella inglesina bionda Kim Lukas, con la k.


Mostro che non sono altro, mi piacque anche Melody, un ragazzina, che cantava Muevete.


Mi piaceva l'arrivo dagli amici scuotendo la testa "son quella furba, io!", e poi quando arrivava a

Yo me llamo Melodía
Y melodía tengo
Ya mi madre lo decía llevo el ritmo dentro

mi sentivo irrefrenabilmente gioioso. che delizia sopraffina sta ragazzina, alle volte aggressiva quasi spiacevolmente, altre così candidamente ingeua!


Las Ketchup Asereje
http://youtu.be/W1TubAzyBjk

Durante il viaggio tra le galassie dei videoclip, mi imbattei in Asereye, che mi piacque moltissimo, lo ballai perfino in un momento di follia, e ne imparai la filastrocca a memoria. Chissà cos'avevano di meno di molti idioti che vendono miliardi di dischi per essere state subito dimenticate le tre pomodorine.

Io non sono mai riuscito a dimenticarmi di alcuno, e se questo mi aveva preso il cuore, pur ammettendo che magari gli altri dischi potessero piacermi meno, non sono mai arrivato a chiamarli delusioni, come se io fossi stato lì ad aspettarli al varco e loro obbligati a soddisfarmi. Mi fa schifo questo atteggiamento, la gratitudine per un pezzo che m'abbia aiutato non può morire in questo modo stupido che ribalta i ruoli. Questo è il video che vidi per primo, poi venne sostituito da altri.
Direttamente da Viva, ecco l'altro loro successo che mi piaceva moltissimo Kusha las peyes.

Come attrice, Sophie Ellis-Bextor è comparsa in tre episodi di altrettante serie tv e in uno short.
La donna che canta è sempre stata la donna per eccellenza, nel mio immaginario. Tutto cominciò con Martha Tilton, che ascoltavo emozionato nei due pezzi dal concerto del 1938 alla Carnegie Hall di Benny Goodman. La immaginavo nera, un pò come la Hayworth ad eccezione dei capelli rossi di quest'ultima. Poi, scoprii che era bionda, e la cosa fu scioccante.
Ma torniamo a Sophie. Realizzò due video piuttosto ben riusciti, in Murder on the Dancefloor si racconta di come riesca a vincere una gara di ballo ricorrendo a varie scorrettezze.

mentre in Get Over You mette in moto i manichini di alcune vetrine. Due piccoli film.

Goodbye mister know-It-All!


Continua la breve carrellata sulle cantanti moderne che amo e delle quali sento di voler parlare, alcune delle quali hanno fatto anche l'attrice con Gwen Stefani, nel cast di The Aviator (2004) di Martin Scorsese, che la volle per impersonare Jean Harlow. Fanatico ammiratore, la ascoltai dal vivo a Milano qualche anno fa, con le quattro topoline giapponesi che erano ballerine strepitose e che qui compaiono con lei. Di lei ammiravo lo stile visivo, cosa che mi accade raramente, considerando la moda - stilisti e compagnia bella - qualcosa di idiota e del tutto secondario. Lo stile mi interessa solo nel caso della creazione visiva di una cowgirl, ad esempio. È vero che i vestiti testimoniano della personalità, non è una osservazione idiota, ma è anche vero che considerare importante questa testimonianza sia una cosa stupida. Mi riferisco, ovviamente, agli eccessi, quando la moda o lo stile diventano veramente predominanti nella propria esistenza e gli si dà una importanza che non gli spetta. È una ovvietà, ma a casa mia le uniche cose che testimonino della personalità di una persona sono i suoi pensieri e le sue azioni. Sullo schermo, però, dove la fantasia è davvero importante e il lavoro sulle immagini la base - Hitchcock docet - il discorso è diverso.

Non ho idea da dove Gwen abbia preso il vestito che indossa in questo video, tuttavia lo trovo perfetto ed espressivo, mi comunica gioia e buon gusto. Pochi giorni fa, durante una delle mie innumerevoli scorribande su eBay, ho scoperto che l'attrice Anne Jeffreys (Gli avvoltoi, 1948) compariva in tenuta molto simile già nel 1949, in questa foto pubblicitaria.


Di Gwen mi piace l'io canoro, la voce e il modo di cantare, cioè la sua energia. Le sue canzoni  mi mettono di buon umore, l'unico motivo per il quale lei stessa dice di aver concepito i suoi due album da solista. Credevo fosse molto alta, invece, quando è salita sulle gradinate dove ero io, anche se non proprio vicinissima, lo era abbastanza per farmi vedere che la sua statura è quella normale di una ragazza, mentre io la immaginavo assai alta. Dai suoi video, per la verità la immaginavo immensa.
Veramente non conosco limiti, nutrii una forte passione, ma troppi anni di differenza ci dividevano, per Amy Diamond, la cantante svedese in miniatura che aveva il potere di farmi stare meglio con quelle sue canzoni orecchiabilissime. Sì, le ho asoltate milioni di volte, e al primo pezzo

seguì questo, meraviglioso, fantastico.

Ma forse il mio incontro più fortunato fu con Moloko, ai quali cd riservo l'onore di stare con quelli di musica classica, che è l'onorificenza maggiore di cui possa essere insignito un cd in casa mia. Non con quelli di classica a caso, ma con quelli veramente seri, intendo con Furtwängler, Bruno Walter, Knappertsbusch, Richter e Gilels. infatti, molti cd di musica classica non sono così onorati, ho il reparto pronto anche per i cd classici che non ritengo proprio al massimo livello.
Il primo video in assoluto fu Sing It Back, del quale non mi sfuggì la classe superiore. Certo, per prima cosa mi colpì la bella danzatrice, mi soddisfaceva di brutto, gonna, stivali, look da spaziale. Ancora non sospettavo che Roisin Murphy, la rosellina d'Irlanda, sarebbe diventata uno dei miei miti, che ascoltai dal vivo a Milano due volte, ed una a Roma.

Come, come, come to my sweet melody!
Per lei, passai otto ore in piedi al freddo, credevo di svenire, ma l'avevo incontrata, e da solo! Fu molto gentile, mi autografò un pò di foto, la mia preferita che uso anche come desktop del telefonino perchè sembra una predicatrice la cui voce mi va di ascoltare e mi guida (ed io sarò tua guida) ed ebbi il tempo di darle due cd, uno con un recital del Quartetto Borodin, e l'altro una compilation che ascoltavo in continuazione che avevo intitolato "Vers la flamme - Da Roisin Murphy a Scriabin". Il cd cominciava con Moloko, per proseguire con la Murphy solista, e poi una transizione verso alcuni studi di Skrjabin ed infine l'immortale Vers la flamme. L'idea era che per arrivare alla Fiamma, si potesse ben iniziare da Moloko, la cui meravigliosa Pure Pleasure Seeker col suo ostinato, veniva riecheggiata dal Fairy Tale di Medtner op.21 n.2, introducendoci alle vette skrjabiniane.
Il giorno dopo, a Roma, fuori dal locale dove si esibiva, mi si avvicinò il tastierista (straordinario musicista) di Roisin e già di Moloko, e mi chiese se ero stato io il giorno prima a portare quei cd. Parlammo un pò, poi ci congedammo, ma solo l'incontro con lui, oltre che quello con il mio idolo, valse la fatica cui mi sottoposi in quei due giorni.

Pure Pleasure Seeker lo trovo semplicemente incantevole, ironico e di buon gusto

un vero capolavoro da ogni punto di vista. La Murphy, poi, è interprete di livello assoluto, in possesso di un linguaggio del corpo che sconfina nella magia, con uso di elementi fetish che in mano a lei diventano una porta sul mistero di forze primordiali. Per questo la porto sul mio desktop come predicatrice.

Difficile per me dire quale pezzo di Moloko preferisca, ma forse The Time is Now potrebbe essere primus inter pares, con quello sviluppo mirabile.

Inserii nella compilation anche due brani di Roisin solista che richiamano il motivo della fiamma, non solo perchè compaia nelle parole, The Night of the Dancing Flame, ma proprio nell'essenza della canzone.

All'improvviso a 1'02 è come essere su una giostra, dalla quale Roisin ci indica la via


It was at first as
If they were shadows
Shimmering visions
By the light of the dancing flame
Bodies in motion
The sound of the ocean
Came into vision
On the night of the dancing flame

In Ramalama Bang Bang Roisin è come una bambina col potere di danzare magicamente con quello che gli viene a tiro, ancora in contatto con la sua essenza (da 2'06)

Ramalama bang bang
Flash, bang, big bang
Bing bong, ding dong
Dum dum d-dum dum

With a hammer, bang bang
Flash, bang, press gang
Bing bong, ding dong
Dum dum d-dum dum

With a st-stammer, bang bang
Crash bang, big bang
Boing boing, boing doing
Dum dum d-dum dum

A proposito di vette, Anita Mui canta Don't Ask One's Life che per me è come una danza fantastica su vette misteriose, da 1'34, dopo quel lungo preludio inziale così denso di presagi in cui la sacerdotessa ci parla, ecco la danza segreta che parla una lingua sconosciuta pre verbale, lassù su quelle vette inaccessibili, mi viene sempre la pelle d'oca, anche ora, dopo averla ascoltata per anni migliaia di volte. Fu usata come sigla finale di The Heroic Trio, con Anita, Michelle Yeoh e Maggie Cheung.

Ecco, dopo essere impazzito per Patty Manterola e la sua ispirazione tribale, ora mi tocca per questo Studio in fa diesis minor op.8 n.2, in Skrjabin cambia solamente il tipo di danza, ma è sempre una danza

e quello op.8 n.11 in si bemolle minore

ed infine, Vers la flamme, di non facile ascolto ma quando ad 1'14 si ode per la prima volta quel tema di due note (per la prima volta in tal senso, in realtà questa cellula ritmica apre il pezzo stesso) spiccare sopra il resto e da 2'01 comincia il viaggio irrefrenabile e vale la fatica, e ancora si odono quelle due note, sempre presenti, come una voce eterna che sovrasta tutto.

 

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