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"donne di lucania" di giovanni vento. ad abriola in provincia di potenza il paese sembra abitato da sole donne, vecchie e giovani che siano. e anche quando sono giovani sono talmente distrutte dalla fatica e dal sole cocente che sembrano più vecchie. gli uomini non ci sono, sono migrati in francia, in belgio o in germania e come capita di tanto in tanto si sono fatti magari un'altra vita. il corto fa parte di una serata di fuori orario che comprendeva nel silenzio dei sassi corto di romano scavolini su rocca calascio, paese abbandonato a 1400 mt in provincia de l'aquila; orta mia di soldati; un paese che frana di luigi di gianni e poi lottando la vita di videobase. giovanni vento non utilizza la voce per raccontare ciò che succede. si contenta delle immagini e di qualche didascalia. le donne dall'alba al tramonto si adattano a fare tutto quello che prima facevano i loro uomini. all'inizio di "lottando la vita" un uomo racconta che dal suo paese(siamo nel 1970) su 55000 abitanti, almeno 25000 se ne sono andati come lui per cercare lavoro altrove. ci sono interi quartieri rimasti senza uomini, se non qualche vecchio. vedere il nostro passato recente attraverso queste documentazioni filmate, che in alcuni casi come nei bellissimi corti di elio piccon, la finzione di una sceneggiatura "sembra" subentrare a dar ancor più forza a ciò che l'occhio e la telecamera del regista vedono, serve a vedere con occhio più lucido e certo ciò che succede nel presente. e non tanto per essere più felici e gioiosi per le migliaia di persone che tentano la fuga su carrette fatiscenti su di un mare che ogni tanto fa succedere la tragedia, tanto per ricordarsi perchè qualcuno decide di andarsene dalla propria terra ed entrare più o meno clandestinamente in un'altra ed essere trattati alla stregua di pezzi di ricambio. le donne riprese da vento si adattavano a fare il muratore al posto del fratello che non c'è più. i tre di videobase intervistano giovani migranti da vari posti del nostro sud che sono stati assunti per un anno da un'azienda tedesca e chi di lì a poco, a scadenza contrattuale, verranno licenziati e sfrattati dal dormitorio in cui passano le ore che non passano in fabbrica o al secondo lavoro. nel frattempo venivano soppiantati dagli indiani che si "accontentavano" di prendere meno degli italiani. ovviamente non dico nulla di nuovo per carità, ma c'è di che pensare. sembrano testimonianze di un nostro passato remoto.

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