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Faccio outing: confesso la mia perversione!
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Niente di scandaloso (o forse sì).

Parlo, ovviamente, di perversioni cinematografiche, nel mio caso anche e soprattutto televisive.

Sono una debole, una credulona, una che se le viene raccontata la più banale delle leggende metropolitane ci crede.

 

Sono una che è cresciuta a suon di programmi televisivi e cartoni animati. Una che non si perdeva uno sceneggiato, un telequiz del giovedì sera, un programma pre-serale, post serale, pomeridiano, mattutino e chi più ne ha più ne metta.

 

Raffaella Carrà e i suoi fagioli, Boncompagni e la sua Non-Rai, Arbore di Notte e di Giorno, Guzzanti & brothers e le sue Tv per ragazze, “ahi ahi mi chiamo Emilio”, Drive in ecc ecc...

 

Tutte le telenovelas anni '80, '90... le serie televisive americane anni '80 e '90. Tutti i cartoni animati giapponesi per maschi e femmine.

Soprattutto in primis le trasmissioni di cronaca nera (qui ci facevo anche le ore piccole per aspettare “Un giorno in pretura” su Rai 3), “Telefono Giallo” con Augias, una passione sconsiderata per “Storie maledette”. Lucarelli mi è sempre stato antipatico, vedevo le sue trasmissioni con un occhio sì e uno no (sono una debole come dicevo). Il sempreverde “Chi l'ha visto?” ogni mercoledì (e prima ancora il lunedì).

Ma quella che considero una vera e propria perversione è la mia (oramai) dipendenza verso “Uomini e donne”. Considero questo post un outing, un confessarmi davanti a tutti, anche se amici e parenti sono già a conoscenza della mia debolezza.

 

Ciao, mi chiamo Maghella e guardo da più di 15 anni Uomini e Donne!”

“Ciao Maghella”.

 

Lo confesso, all'inizio lo guardavo quasi di nascosto, a piccole dosi, facendo finta che fosse per caso, che ero capitata sul canale per sbaglio, che tanto non c'era altro, che tanto dovevo poi uscire, che tanto solo un minutino voglio vedere perché si litigano, che tanto ma guarda come è ridicola quella... ecc ecc...

 

si comincia sempre così.

 

In verità, prima prima, Uomini e donne era cominciato come un talk show in cui Maria De Filippi faceva da intermediario tra pubblico parlante e una coppia di amici o parenti o fidanzati che mettevano in piazza i propri problemi e cercavano di risolverli davanti a tutti.

Mi piaceva anche quella versione lì, che se non mi sbaglio si chiamava semplicemente “Amici”, ma che ancora non aveva nulla a che vedere con il talent show di questi ultimi anni.

 

In seguito, provarono una puntata pilota in cui un tronista (termine coniato proprio per la trasmissione) incappucciato doveva scegliere la compagna della propria vita tra una serie di donne che per farsi notare avrebbero cantato, ballato e comunque messo in mostra le proprie grazie. La prescelta avrebbe ottenuto un vistoso anello di fidanzamento che era visibile ogni puntata sotto una teca di vetro.

La trasmissione ebbe un clamoroso successo e una pioggia di critiche: misogino, ridicolo, kitch, senza nessun tipo di messaggio culturale, un intrattenimento puerile e senza senso.

 

Mi è piaciuto subito, ma mi vergognavo a vederlo. Così lo vedevo e lo criticavo e mio padre all'epoca già mi diceva “ma se non ti piace perché allora lo guardi?” e già cominciavo a mentire (i primi sintomi da dipendenza).

Oggi il tronista non è più incappucciato, chi riesce a partecipare alla trasmissione ha poi un successo di pubblico tale che ottiene contratti televisivi come “opinionista”, come personaggio da serate nelle discoteche, copertine sulle maggiori riviste da gossip. Eh sì. Perché quando la coppia si viene a formare all'interno della trasmissione, dopo il pubblico vuole sapere cosa gli succede: si lasciano? Si sposano? Hanno figli? Si tradiscono? Era tutto fasullo?

 

La mia perversione è arrivata al punto che seguo anche le repliche quotidiane in seconda serata e quelle estive delle puntate vecchie: “Uomini e donne... e poi”, in cui i “protagonisti” raccontano la loro storia e come è andata a finire.

C'è anche la versione “Uomini e donne over”, ovvero tutta una serie di puntate dedicate alle persone oltre la quarantina che frequentano lo studio televisivo per conoscersi e creare una coppia per la vita. Questa versione per tardoni è motivo di grande litigi tra me e mio marito, che si rifiuta di vedermi incollata alla tv per seguire “'ste boiate”. (si litiga moltissimo per questa cosa, lui non lo accetta e io mi invento le scuse più improbabili per accendere la tv alle 14,45, ora dell'inizio puntata, su Canale 5).

 

Nessuno mi comprende per questa mia debolezza, tranne un amico lontano che sporadicamente condivide con me questa perversione per la televisione più immonda e trash.

 

Ecco, ora l'ho detto.

Ho fatto outing.

Sono una fan di Tina Cipollari (per chi non vede il programma un nome che non dice niente).

Ammiratrice di Maria De Filippi, non riesco a disintossicarmi.... è a tutte le ore, del giorno e della sera.

Termini coniati esclusivamente per la trasmissione:

  • Tronista.

  • Corteggiatrice

  • Corteggiatore.

  • Esterna.

  • Opinionista.

  • “la scelta”.

Non ce la posso fare.

 

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