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Compresa solo da un gatto
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Ho capito di essere sempre stata sola nel momento che ti ho incontrato.

Randagio come me, ci siamo raccattati e non sei stato più nella mia immaginazione.

 

Ti ho sempre pensato, ho sempre saputo che esistevi da qualche parte, dovevo solo trovarti.

Non avevo capito però fino a quanto saresti stato fondamentale nella mia vita.

Siamo simili: ribelli, fragili, soli e affamati di affetto. Tu sei molto più bello di me.

 

Se scappi qui non ti ritrovo più”. Avevo paura, lo confesso, che tu mi lasciassi. Potevi farlo. Non lo hai fatto.

Non bisogna essere della stessa specie per essere simili, ma bisogna essere entrambi soli per incontrarsi e riconoscersi.

 

Ho subito pensato che tu fossi per me il mio angelo custode. Ci sei sempre stato quando gli altri non c'erano. Quando hai avuto la possibilità di andartene via... sei rimasto. Nessuno lo aveva mai fatto prima con me: sono sempre stata la seconda scelta, come figlia, come compagna di giochi, come tutto. Quando anche tu potevi lasciarmi non lo hai fatto, ho capito che potevo diventare importante per qualcuno se lo ero diventata per il mio gatto.

 

Quanto è grande la solitudine di una persona quando può essere colmata così appieno da un esserino piccolo e gracile come te?

Parlo, mi ascolti? Sei bello anche quando dormi, quando non ci sei so che sei bello. Spesso mi capita di pensarti e vedo la tua coda muoversi, come a dire “ti ascolto, fammi dormire un poco e poi vengo a giocare con te”.

 

Mi hai insegnato ad essere paziente, a convivere con qualcuno che mi aspetta perché io lo aspetto. A prendermi cura di qualcuno perché qualcuno si prende cura di me. 

Quanto può essere sola una persona se pensa di non esserlo più grazie allo sguardo di un gatto?

 

Ho pensato al nome del mio gatto prima di averne uno. Sapevo già come ti chiamavi molto prima che tu venissi a vivere con me. Era solo questione di tempo, di riconoscersi in mezzo a tanta confusione.

 

Quanto posso essere sola se il solo pensiero di perderti mi mette l'angoscia, la sensazione di “non farcela”, di non poterti sostituire?

Quando ci sei, ora che ci sei, tutto è bello. Se non ci sei, se non ti trovo, se scappi, se ti nascondi.... tutto è brutto e mi sento mancare.

Dedicato alla mia Gigia e alla mia Maghella, gatte che mi hanno salvato la vita.

Uno dei momenti più belli della giornata è la notte, quando vado a letto.

Spengo la luce, un secondo dopo sento la porta che si apre e il salto della Maghella sul letto.

Un piccolo girotondo, una danza con fuse intorno alla mia mano che l'accarezza, gioca con la coda, si sofferma sulle orecchie, liscia i baffi. Ci raccontiamo la giornata (ce la raccontiamo sul serio, vero Maghe?), poi lei si accoccola nella posizione “della mamma”. Una ciambella di ciccia e pelo che si accomoda sotto il braccio per ricevere gli ultimi grattini. Ci addormentiamo solitamente così... come potrei farne a meno?

 

 

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