Espandi menu
cerca
Attori di carattere: Romolo Valli
di steno79
post
creato il

L'autore

steno79

steno79

Iscritto dal 7 gennaio 2003 Vai al suo profilo
  • Seguaci 239
  • Post 22
  • Recensioni 1668
  • Playlist 106
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

Romolo Valli è stato uno dei “principi” fra i caratteristi del cinema italiano, attore raffinato di formazione prettamente teatrale, ma capace anche al cinema di conferire spessore a personaggi di stampo drammatico, grottesco e più raramente interpretazioni in commedie leggere.

Nato nel 1925 a Reggio Emilia, fin da giovane rivelò una spiccata propensione per il mondo dello spettacolo e in particolare per il teatro: nel 1949 entrò a far parte della Compagnia teatrale “Il Carrozzone” di Fantasio Piccoli, nel 1952 fu al Piccolo Teatro di Milano, mentre nel 1954 fondò insieme a Giorgio De Lullo, Annamaria Guarnieri, Elsa Albani e Rossella Falk la Compagnia dei Giovani, un gruppo teatrale responsabile di circa quaranta allestimenti fino al 1972, che rivoluzionò la scena teatrale italiana del dopoguerra, di cui Valli fu uno degli animatori più instancabili. Numerose le interpretazioni teatrali di assoluto rilievo, soprattutto nel repertorio pirandelliano, ma questo post vuole ripercorrere soprattutto la sua carriera cinematografica.

 

 

L’esordio al cinema avviene nel 1959 nel film “Policarpo ufficiale di scrittura” diretto da Mario Soldati, ma il primo ruolo di un certo rilievo Valli lo ottiene ne “La grande guerra” di Mario Monicelli, dove interpreta il tenente Gallina. L’attore viene scritturato con regolarità dai più importanti registi del cinema italiano per la sua ricca espressività, la sua puntigliosa costruzione del personaggio e la sua dizione rigorosa, che lo porterà in alcuni casi a fare anche il doppiatore (uno degli esempi più memorabili in questo senso è il ruolo del narratore nel doppiaggio italiano di “Barry Lyndon” di Stanley Kubrick). Al cinema sarà scelto sempre in ruoli di secondo piano, per cui otterrà comunque diversi riconoscimenti, fra cui ben tre Nastri d’Argento come migliore attore non protagonista per “Una storia milanese” (1962) di Eriprando Visconti, “Il giardino dei Finzi Contini” di Vittorio De Sica (1970) e “Un borghese piccolo piccolo” di Mario Monicelli. Ma vediamo alcune delle sue migliori interpretazioni.

Uno dei registi a cui Valli lega maggiormente il suo nome è Luchino Visconti, con cui gira tre film: il primo è “Il Gattopardo” del 1963, grande successo internazionale di pubblico e critica in cui l’attore interpreta padre Pirrone, confessore e confidente del principe Salina, interpretato da Burt Lancaster. Memorabile, fra le altre, la scena in cui il prelato piuttosto zelante rimprovera il principe per alcuni tradimenti extra-coniugali e cerca di convincerlo che il nipote Tancredi vorrebbe sposare la figlia Concetta (Lucilla Morlacchi), quando don Fabrizio sa fin troppo bene che Tancredi non ha occhi che per Angelica Sedara (Claudia Cardinale). Pur avendo poche sequenze a disposizione, Valli riesce a non sfigurare affatto nell’impegnativo confronto con Burt Lancaster.

 

 

Il secondo film interpretato con Visconti è “Morte a Venezia” (1971), dove l’attore interpreta il direttore dell’hotel dove va a soggiornare il musicista Gustav von Ascenbach che si innamora di un efebico giovane polacco, Tadzio. Anche qui una piccola parte, ma la classe recitativa di Romolo Valli traspare ugualmente, in particolare quando il personaggio è impegnato in discorsi che vogliono negare sfacciatamente l’epidemia di colera che sta invadendo la città. L’ultima interpretazione con Visconti è in “Gruppo di famiglia in un interno” (1974), di nuovo accanto a Burt Lancaster.  

Fra le altre interpretazioni cinematografiche, si ricorda la sensibile performance in “Il giardino dei Finzi Contini” dove interpreta il padre di Lino Capolicchio, un ebreo borghese che sarà deportato con la famiglia in un campo di concentramento e assiste al segreto innamoramento del figlio per Micol, un’ebrea dal destino simile ma di condizione sociale più elevata; notevole anche in “Un borghese piccolo piccolo” di Monicelli accanto ad Alberto Sordi, dove interpreta il dottor Spaziani, capoufficio di Sordi che, alla sua richiesta di aiutarlo a sistemare il figlio con un lavoro per il ministero, lo invita ad iscriversi alla Massoneria. Infine, si ricordano le sue partecipazioni a “Giù la testa” (1971) di Sergio Leone, “Che?” (1972) di Roman Polanski e “Novecento” (1976) di Bernardo Bertolucci.

Romolo Valli morì in un incidente stradale a Roma nel 1980, all’età di soli 54 anni, tornando a casa dopo uno spettacolo teatrale e lasciando in eredità al mondo dello spettacolo italiano il ricordo delle sue straordinarie interpretazioni.

 

Ti è stato utile questo post? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati