Il cine fantoccio di stasera è... Ugo Nespolo, presidente del peraltro bellissimo Museo Nazionale del Cinema di Torino.

In seguito all’annuncio del ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini che, a margine dell’inaugurazione della mostra “Luce - L’immaginario italiano” per i 90 anni dell’Istituto Luce, ha annunciato la nascita di un Museo del Cinema Italiano nella capitale, l’illuminato Nespolo, in preda ad allucinazioni, alcool o non so cosa (magari è stato costretto a sorbirsi una maratona di cinepanettoni o, in questo caso, cinegianduiotti), si è lanciato in dichiarazioni che, visto il ruolo che ricopre e il settore di cui stiamo parlando, quello della cultura, possono essere definite fra lo sconcertante e il vergognoso: «Il ministro dovrebbe pensare a chiudere i musei che non funzionano, invece di aprirne di nuovi. E con i soldi che risparmia aiutare quelli che vanno bene». What? Quindi cosa suggerisce, di guardare solo al bilancio economico? In tal caso, volendo essere coerenti e preso atto della crisi che sta attraversando la Settima Arte in questo paese, invece di mettere in campo misure a sostegno ma soprattutto di rilancio della medesima, con iniziative di vario genere (come può essere un nuovo museo, ma anche corsi nelle scuole ecc) potremmo ad esempio incentivare ulteriormente la chiusura di tutte le sale che faticano a far tornare i conti alla fine della stagione. Oppure, in tv, potremmo eliminare i già numerosissimi programmi dedicati al cinema, o i film stessi, cedendo i relativi spazi e altri quattrini a trasmissioni che ottengono share ben maggiori, come fiction scadenti, reality o talk trash “à la D’Urso”. E poi che senso ha dare altri soldi pubblici a ciò che già funziona? Una polemica assurda in stile provincial-campanilistico, in cui siamo da sempre dei temibili campioni, che mi ricorda tanto quella tristissima “dei festival” scoppiata qualche anno fa tra Venezia e Roma.