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Enrico Lo Verso si racconta in centovetrine per Filmtv.it. Intervista e tante chiacchiere sul lavoro, sul cinema e....
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Non è notizia di ora, già da qualche settimana Enrico Lo Verso è sugli schermi televisivi nei panni di Cedric Saint German, nuovo personaggio della popolare soap italiana Centovetrine, in onda da anni su Canale 5. Solo che io me ne sono accorta da qualche giorno.

Vedo Centovetrine saltuariamente, solitamente gli ultimi 10 minuti, e conosco tutti i personaggi... Quando ho visto Enrico Lo Verso mi è preso un colpo, pensavo che avessero cambiato palinsesto su Canale 5, che stessero programmando un film.

Sono sincera: sono rimasta perplessa e mi sono fermata a guardare con più attenzione.

Enrico/Cedric recitava, bene come sempre, con la solita professionalità, e in un modo che quasi “stonava” con la soap.

Sono curiosa, volevo capire come mai un attore come Lo Verso stesse lavorando per Centovetrine; mi sembrava una decisione alquanto discutibile. Dopo aver letto alcune sue interviste a riguardo credo di aver compreso le ragioni: la crisi.

La crisi pare la risposta per qualsiasi cosa da qualche tempo a questa parte, ma per quanto riguarda il lavoro è l'unica risposta. 

Anche mio padre all'età di 55 anni ha dovuto cambiare lavoro, accettando un impiego che lo portava a lavorare di notte e dormire di giorno, che non teneva conto delle sue ottime esperienze lavorative, che lo portava in un ambiente a lui prima di allora sconosciuto. Ma ha accettato il lavoro e l'ha portato avanti con dignità, non facendoci mancare mai niente. 

Mio nonno prima di lui dovette lasciare casa e terra per trovare lavoro su un banco del mercato nella grande città di Milano, ma da lì ha ricominciato e si è fatto una posizione, permettendo alla sua numerosa famiglia di vivere più che dignitosamente.

Io stessa sono dovuta scendere a compromessi e accettare un impiego che certo non era nei miei progetti giovanili, ma la necessità, la vita e la crisi mi hanno portato a prendere certe decisioni. Per queste mie considerazioni, per il mio vissuto e per quello di tante altre persone, che certo non fanno gli attori, ho trovato molto importante la testimonianza di Enrico Lo Verso, che non si è nascosto dietro a facili spiegazioni di “fare nuove esperienze”, ma che ha dichiarato apertamente di aver accettato la proposta di partecipare a Centovetrine proprio in virtù del fatto che ultimamente in Italia “fare” gli attori è difficile se non si fa parte di un certo giro e che in certi periodi non ci si può permettere di rifiutare un lavoro.

Enrico Lo Verso è un bravissimo attore, di quelli che “ce ne fossero”, con una carriera alle spalle fatta di ruoli prestigiosi. Ha cominciato con Gianni Amelio che con “Il ladro di bambini” aveva visto in lui il gran talento che ha poi dimostrato di avere con tutti gli altri film a seguire. Eppure negli ultimi anni ha fatto difficoltà a trovare ruoli di spicco, che spesso vengono dati proprio ad attori usciti da soap opere o reality televisivi. Mi è sembrato perciò un percorso al rovescio quello di Lo Verso (scusate il gioco di parole), quasi una provocazione. Questo atteggiamento così onesto di Lo Verso nello spiegare i motivi che lo hanno spinto ad accettare il ruolo in Centovetrine, mi ha incuriosita ancora di più; così, non accontentandomi più di leggere le interviste, ho cercato di raggiungere direttamente l'attore (che in questi giorni si trovava a New York per il Tribeca Festival, dove era in concorso il film di Edoardo Ponti “La voce umana”, in cui ha un ruolo accanto a Sophia Loren) per rivolgergli qualche domanda.

 

Mi ha molto colpito la frase che hai detto in una intervista: non ci si può permettere al giorno d'oggi di rifiutare un lavoro. Molte persone si ritrovano a 50 anni a dover ricominciare da capo, facendo lavori ai quali mai avrebbero pensato, reinventandosi dei ruoli, anche per te è stato così? Un nuovo inizio?

In verità la “storia” è anche più complessa. La proposta di entrare in Centovetrine mi è arrivata da una mia cara amica che lavora in quella soap. Mi dice che sta scrivendo un nuovo personaggio che sembra fatto apposta per me. Sinceramente la cosa mi ha lasciato un po' perplesso all'inizio, mi sentivo quasi a disagio... e, devo essere sincero, ci sono rimasto anche male. Mi sono fidato della mia amica (che mi conosce molto bene), e insieme al mio agente abbiamo preso contatto con la produzione...beh, quando abbiamo ricevuto la proposta ufficiale, quando sembrava tutto pronto... abbiamo risposto di NO (“noooo, che colpo di scena”, rispondo io che sono già tutta presa dal racconto... e, anche se so come è andata a finire, voglio sapere... come è andata a finire dalla voce di Enrico).

Da quel momento in poi sono cominciate le “telefonate di fuoco” con la mia amica, che insisteva che il personaggio era “fatto per me”. Sapevo che potevo fidarmi di lei; ho chiesto comunque consiglio ad amici, a registi con i quali ho lavorato... e sono arrivato alla conclusione che DIRE NO AD UN LAVORO E' PRIMA DI TUTTO IMMORALE. Ho preso nuovamente contatto con la produzione che mi ha invitato così ad andare a Torino... solo che... insieme al biglietto dell'aereo, mi è arrivato anche il link del provino che avrei dovuto fare.

 

Caspita...(ora voglio sapere tutto) questo è un'altro bel colpo di scena.. e come l'hai presa?

Sono sincero: ci sono rimasto male, non lo volevo nemmeno leggere... poi, ovviamente, ha prevalso la professione. E quando ho aperto il link ho visto che era una cosa serissima: 4 pagine da studiare, con dialoghi interessanti e scritti benissimo. Quando sono arrivato sul set avevo anche una certa ansia da prestazione (si ride... perché Enrico Lo Verso è molto simpatico mentre mi racconta questo episodio, come se fosse realmente agli inizi della sua carriera), ho fatto anche una seduta al trucco, c'erano 4 persone a visionarmi... insomma una vera squadra di professionisti, seri e qualificati.

In 14 anni di vita di Centovetrine, c'è stata una selezione tra tutti quelli che ci hanno lavorato e questo ha fatto sì che il livello di professionalità raggiunto sia molto alto e qualificato. Visto “dal dentro” Centovetrine è un prodotto molto vasto, con tante linee narrative... Ero entrato in questa avventura pieno di pregiudizi, ora posso dire che questo è sicuramente un nuovo inizio... anche perché lavorare lì mi mette di buon umore.

E' un ottimo periodo per me e sono davvero contento di aver accettato.

 

Centovetrine va in onda tutti i giorni, è seguita da un pubblico affezionato e dà una popolarità diversa. Non hai paura di rimanere “imprigionato” in un unico personaggio?

In effetti questo è un aspetto che mi ha sempre frenato nell'accettare proposte lavorative in serie televisive... un po' per l'aspetto che dici tu: rimanere imprigionato in un solo personaggio, ma anche per la popolarità che questo comporta. Sono una persona riservata - e può sembrare strano - ma non sono abituato a un certo tipo di popolarità. Come diceva Vittorio Gassman: “sono un attore con un grande avvenire dietro alle spalle” (si ride ancora). Cerco comunque di vivere giorno per giorno le esperienze che questo tipo di lavoro mi porta. Ora mi sono preso un periodo di “fermo”, nel frattempo ho fatto un film che uscirà quest'anno: “Nomi e cognomi” di Sebastiano Rizzo, dove finalmente ho lavorato accanto a Maria Grazia Cucinotta, che conosco da anni, ma con la quale non avevo mai lavorato insieme. Ho un bel progetto teatrale da portare in scena... insomma tante cose da fare e portare avanti. Te l'ho detto: è un bel periodo.

Enrico Lo Verso, Maria Grazia Cucinotta

Nomi e cognomi (2014): Enrico Lo Verso, Maria Grazia Cucinotta

 

Le soap opera o alcuni programmi televisivi sono spesso utilizzati da giovani attori alle prime armi (e spesso senza nessun tipo di studio alle spalle) per entrare nel mondo del cinema, tu hai fatto il percorso alla rovescia. Quanto conta la tua grande esperienza nel cinema in una realtà lavorativa televisiva tanto differente?

Considero Centovetrine come una vera e propria palestra di recitazione e penso che per me sia un punto di partenza, una nuova esperienza da aggiungere e che mi arricchisce. Per il mio ruolo mi trovo a recitare spesso con Galatea Ranzi che conosco da tempo (Enrico Lo Verso e Galatea Ranzi hanno recitato insieme in diversi film: “L'educazione fisica delle fanciulle”-2005 di John Irvin, “Salvatore. Questa è la vita”-2006 di G.P.Cugno... tanto per citarne un paio) e Roberto Alpi, due bravi attori, con i quali mi trovo a mio agio. Rispetto al cinema è un modo di lavorare molto diverso. Sul set cinematografico tutto, a partire dalla fotografia alla scenografia o i costumi, è più curato... In prodotti per la televisione come Centovetrine i set sono sempre i soliti e gli esterni sono molto pochi. Ma le scene sono molto belle e scritte bene, curate anche negli aspetti più difficili. Inoltre ora, entreranno nuovi attori, giovani, molto bravi... Prendo tutto questo davvero come una nuova sfida, una linea di partenza uguale per tutti. Non voglio considerarmi “arrivato” ma pensarmi sempre “in viaggio”.

 

Parliamo ora di cinema. Torni ora ora dal Tribeca Film Festival di New York con “La voce umana”, seconda volta che lavori con Edoardo Ponti. Il primo corto, “Il turno di notte lo fanno le stelle”, accanto a Nastassja Kinski, l'anno scorso al Tribeca vinse il primo premio nella sezione “cortometraggi”. All'estero certi lavori nostrani hanno più visibilità, vengono apprezzati di più: perché secondo te? Cosa manca al mercato italiano per distribuire meglio nelle sale alcuni film indipendenti?

Anche in Italia ci sono buoni Festival di genere, magari non hanno molta visibilità, ma sono qualificati. Ovviamente il Tribeca ha una risonanza maggiore, a livello mondiale... partecipare in concorso lì è una cosa che dà più visibilità (soprattutto quando si vince... aggiungo io).

 

Parlami un po' di “La voce umana” di Edoardo Ponti. Quanto lavoro c'è dietro a 23 minuti di film?

Tanto lavoro, te l'assicuro, come se fosse un lungometraggio. Questo è il secondo cortometraggio che faccio con Edoardo e ti posso dire che è uno dei registi più qualificati e competenti con i quali abbia lavorato. Cura ogni dettaglio, cura moltissimo la pre-produzione e quando arriva sul set ogni problema è già risolto.

 

...e vederlo dirigere Sophia Loren... la sua mamma?

Chi lo sa?... magari proprio perché è la sua mamma ha meno titubanze nel lavorare con lei. Inoltre in questa parte è davvero brava... da vedere!

 

In questo ultimo film hai lavorato accanto alla Loren, ma in quello precedente a Nastassja Kinski... io sono una sua grande fan... che tipo è? (qui sbrocco con tutta la mia curiosità da provinciale... perdonatemi)

Una grande attrice e una donna che con un solo sguardo riesce a rovesciare le montagne.

 

Il sito Filmtv.it ha spesso fatto da vetrina a molti film da me definiti “fantasmi”. Film molto belli, storie originali, recitati benissimo, anche con attori di spicco, oppure con giovani attori di talento, che rimangono nascosti per anni e che trovano vita tra Festival di nicchia o grazie al passaparola. Hai un tuo titolo “fantasma” al quale tieni e che vuoi mostrarci qui... come una sorta di Centovetrine privilegiato?

“11 settembre 1683” di Renzo Martinelli, purtroppo un “fastidiosissimo film-fantasma”... al quale tengo molto. Renzo Martinelli non è un regista amatissimo dalla critica, e il film è stato stroncato prima di essere stato visto; cosa che ha tanto il sapore del boicottaggio. Una mia amica, che era presente ad una proiezione privata per una conferenza stampa, ha sentito con le sue orecchie critiche negative prima che il film fosse stato presentato... questa è una cosa molto triste per il cinema, per tutto il lavoro che c'è dietro ad un film.

11 settembre 1683” è uscito direttamente in dvd, ma ti posso dire che nelle sale cinematografiche dove è stato proiettato per il lancio pubblicitario, ha avuto un buon riscontro di pubblico.

Enrico Lo Verso, F. Murray Abraham

11 settembre 1683 (2012): Enrico Lo Verso, F. Murray Abraham

 

Con Enrico Lo Verso abbiamo parlato molto, una bella chiacchierata, alcune cose, perdonatemi la “civetteria”, me le tengo per me...

Ringrazio Enrico per la disponibilità nel raccontare questo suo momento in maniera tanto generosa, per la sua simpatia e gentilezza. Sarei stata ore ad ascoltare le cose che aveva da raccontarmi. Mi ha dato delle buone dritte su film da vedere, ci siamo confrontati sui gusti cinematografici... promesse fatte... molte risate... E - lo posso dire? - la sensazione di conoscersi da tempo, questa è stata la sensazione più bella che mi è rimasta della lunga chiacchierata.

 

 

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