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"Immagine"...un cinema di periferia che ringrazia Checco Zalone.
di maghella
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Usiamo un poco di immaginazione.

 

Immaginiamo che esista ancora una sala cinematografica di quasi 300 posti.

 

Immaginiamo che questa sala sia annessa ad una vecchia Casa del Popolo di un piccolo paesino di provincia.

 

Immaginiamo che questo cinema esista da 50 anni e che sia gestito da una associazione senza scopo di lucro da volontari, che ci investono tempo, forze ed entusiasmo.

 

Immaginiamo che questi volontari vadano da una fascia di età dai 25 agli 80 anni... e che proprio l'ottantenne in questione sia il presidente di questa associazione, e che sia stato anche uno dei primi proiezionisti di questo cinema.

 

 

 

Immaginiamo che il cinema sia di seconda visione e un cinema d'essai, che riesca a proiettare pellicole che spesso e volentieri non vengono proiettate in nessun'altra sala nel giro di 60 Km.

 

locandina

Sole a catinelle (2013): locandina

 

Dopo questo quadro generale, se si vuole immaginare ancora di più la storia nei suoi particolari, bisogna immaginarsi una bigliettaia sulla quarantina, volontaria ovviamente, che presta la sua opera nella serata in cui il cinema proietta: “Sole a catinelle”, di e con Checco Zalone.

 

Gennaro Nunziante, Checco Zalone

Sole a catinelle (2013): Gennaro Nunziante, Checco Zalone

 

Per rendere meglio la visualizzazione di questa immaginazione collettiva, inserirò nella storia anche dei dialoghi e altri personaggi che mi prenderò la briga di descrivere alla meglio.

 

 

 

La bigliettaia in questione la chiamerò Maga, così tanto per facilitare le cose.

 

 

 

Maga arriva trafelata al suo turno in biglietteria, in un giorno festivo, ultimo dei due giorni dedicati al film di Checco Zalone, nota dal giornale di cassa che c'è stata affluenza nelle 2 visioni precedenti e questo già un po' la meraviglia:

 

  1. perché il film era stato presente nei due cinema del paese vicino per settimane.

  2. Perché alcuni spettatori abituali si erano un po' lamentati di una programmazione, per così dire, più commerciale del solito.

 

Maga apre la cassa, arriva la sua “collega volontaria” proiezionista, non ha mangiato perché arriva direttamente da lavoro.

 

Vado a prendermi un panino... non credo che stasera ci sarà gente, faccio in tempo prima di andare a montare la pellicola?”

 

Vai... vai...” risponde Maga, sicura che la sua amica abbia mille volte ragione: non ci sarà tanta gente.

 

 

 

Lo spettacolo comincia alle 21,30, alle 20,45 cominciano ad arrivare le prime persone.

 

Persone che non sono gli abituali spettatori, persone che frequentano poco o niente il cinema, gente del paese ma che raramente Maga ha visto girare all'interno della Casa del Popolo.

 

Inizia un poco di fila, la proiezionista entra con il panino in bocca e fa cenno a Maga che c'è gente anche fuori.

 

La fila aumenta, Maga ha qualche problema con i resti, gli spiccioli mancano sempre.

 

Qualche persona in fila riconosce Maga:

 

Bah, o che ci fai qui?” domandano a Maga.

 

Ma veramente sono 2 anni che faccio volontariato qui al cinema, sei tu che non ci sei mai venuta.” Risponde Maga mentre stacca 5 biglietti per tutta la famiglia al seguito.

 

In effetti è da un pezzo che non vengo al cinema” risponde la conoscente punta un po' sul vivo “ ma questo film lo volevo venire a vedere con i bimbi, per lo meno si vengono a fare 2 risate”.

 

 

 

C'è sempre più gente man mano che l'orario di inizio film si avvicina, la proiezionista intanto è scesa per vedere se Maga ha bisogno di una mano.

 

Mi mancano gli spiccioli, sto finendo il blocchetto, mi chiedono dei programmi delle prossime sere....” le dice Maga un po' in apprensione di non sbagliare con i resti.

 

 

 

Il cinema si piena di persone: grandi e piccine, coppie e famiglie, amici di più età...

 

Il film, per aspettare che tutta la gente abbia preso posto, comincia con qualche minuto di ritardo.

 

 

 

Maga Chiude la cassa soddisfatta, mai aveva visto così tanta gente nuova al “suo” cinema.

 

Attacca le locandine dei prossimi film in programmazione, e si intrufola nel buio della sala: risate divertite, commenti sulle battute, qualcuno anticipa quelle più sentite al trailer.

 

Sole a catinelle (2013): Trailer ufficiale

 

Durante la fine del primo tempo (immaginate che in questo cinema immaginario esista ancora il 1° e il 2° tempo) bimbi che escono per comprare gelati e patatine, grandi che si fumano una sigaretta... i commenti sono tutti positivi.

 

Maga pensa che sia bello vedere il cinema così vivo, anche se con un film che a lei personalmente non sta piacendo tanto... ma le risate all'interno della sala sono talmente coinvolgenti, che si ride anche se la battuta non rimane così simpatica.

 

 

 

Finito il film la gente esce soddisfatta, chi non è mai venuto al cinema prima di allora si informa sulla programmazione futura, sul tesseramento per avere la riduzione sul biglietto, sulla possibilità di fare abbonamenti.

 

 

 

Maga e la proiezionista, quando tutti sono andati via, si guardano soddisfatte:

 

Ma chi le aveva mai viste tante persone?” si domandano.

 

Miriam Dalmazio, Robert Dancs, Checco Zalone

Sole a catinelle (2013): Miriam Dalmazio, Robert Dancs, Checco Zalone

 

Questo post è tratto da una storia vera” potrei scrivere... ed è così.

 

Il cinema esiste, Maga e la proiezionista esistono ed esistono anche tutte le numerose persone che sono andate a vedere “Sole a catinelle” in questo piccolo/grande cinema di paese.

 

 

 

Un cinema frequentato da cinefili, che quel film non lo sono venuti a vedere, ma che purtroppo non bastano a far sopravvivere una struttura così “importante”.

 

 

 

Film come quello di Checco Zalone servono al cinema italiano, servono per far vedere ai cinefili i film che tanto amano e cercano.

 

Servono a chi al cinema non ci va mai e ci capita solo quando sente la necessità di farsi due risate.

 

Servono anche e solo per la sopravvivenza di certe sale cinematografiche, che non potrebbero riuscire a rimanere aperte senza “le boccate di ossigeno” che film come “Sole a catinelle” danno.

 

 

 

Con questo “pensierino/post” faccio gli auguri ad un mio caro amico in particolare, che giorni indietro mi ha dato l'input per raccontare una storia “di esperienze personali”... e faccio gli auguri al cinema italiano, che è colmo di ottimi film che pochissimi avranno la fortuna di vedere, ma che (forse) proprio grazie ai “Checco Zalone” di turno, avranno modo di approdare in sale cinematografiche di paese come quella che ho descritto.

 

Sperando, in quel caso, che i puristi cinefili non “li schifino” in nome di qualche titolo sudcoreano di moda in qualche cinema fashion di città.

Checco Zalone

Sole a catinelle (2013): Checco Zalone


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