«Oh tell me where your freedom lies
The streets are fields that never die
Deliver me from reasons why
You'd rather cry, I'd rather fly»
Delle canzoni dei Doors si potrebbero riempire almeno un paio di album diGreatest Hits. Difatti, i registi che hanno fatto film sulla band americana, come Oliver Stone (The Doors, 1991) e più recentemente Tom DiCillo (When You're Strange, 2009), non hanno avuto che l'imbarazzo della scelta nell'assemblare una colonna sonora, tale da far sobbalzare vecchi e nuovi fan del gruppo. Chiunque, infatti, si appresti a vedere un film sui Doors (come su qualsiasi altra stella del rock) si aspetta sempre di vedere ed ascoltare i propri pezzi preferiti, sia per capirne la genesi o l'importanza all'interno di un discorso artistico, oppure anche per ricordare con essi momenti particolari della propria vita.
In un film come When You're Strange, così come nell'opera doorsiana di Stone, dove si ripercorre la carriera abbastanza breve e folgorante dei Doors (con particolare riferimento, com'è ovvio, alla figura carismatica di Jim Morrison), non mancano i pezzi più famosi del gruppo, da Light My Fire (il primo e maggior successo commerciale della band, che peraltro fu opera del chitarrista Robbie Krieger) a The End (che rende epico l'incipit di Apocalypse Now), da Break On Through a Roadhouse Blues o Love Me Two Times, ma a me sembra oggi significativo il pezzo The Crystal Ship, una canzone quieta, che pare incarnare una delle molte sfaccettature della personalità di Morrison. L'andamento sognante della canzone (il cui testo fu scritto dal cantante al momento della fine di un amore) dà l'impressione di muoversi attraverso atmosfere liquide, forse espressione di uno stato di deliquio dovuto all'effetto di allucinogeni. Ma, alla luce di quello che fu il destino tragico del poeta e istrione nato in Florida, la nave di cristallo può simboleggiare anche quella che è stata la sua presenza, aggressiva e fragile, nell'oceano del rock e, più in generale, della società americana di fine anni Sessanta. Un periodo che, non lo dimentichiamo, mentre sbocciano i frutti del '68 (che forse culmineranno a Woodstock), vedono in sequenza l'omicidio di Martin Luther King, quello di Robert Kennedy e l'elezione alla presidenza americana di Richard Nixon.
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