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Storie di fantasmi: Toc toc.... arriva il Fantasma Formaggino (forse, magari)
di maghella
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Chi da piccino non ha raccontato o sentito la barzelletta del fantasma formaggino?

“Toc, toc...”

“Chi è?”

“Sono il fantasma formaggino...”

“Vieni qui che ti spalmo sul panino!”

N.B. Questo post NON vuole essere un “documento” enciclopedico sul genere ghost movie, ma solo un mio personale pensiero su un genere che mi piace molto... spulcio nella mia memoria qualche titolo e ne tralascio sicuramente molti di più.

 

Il rapporto con i fantasmi cinematografici occidentali è stato sin dall'inizio simpatico, comico o grottesco.

I fantasmi sul grande schermo erano solitamente simpatici custodi di antichi castelli, vecchi amanti che tornavano per sedurre giovani spose, comunque sempre bonari, per lo meno nel cinema occidentale, altro discorso per la cultura orientale, dove lo spettro assume davvero la figura orrorifera per eccellenza.

 

Lo spettro di Canterville (1944)

di Jules Dassin con Charles Laughton, Robert Young, Margaret O'Brien

 

 

Il fantasma e la signora Muir (1947)

di Joseph L. Mankiewicz con Gene Tierney, Rex Harrison, George Sanders, Edna Best

 

 

Fantasmi a Roma (1960)

di Antonio Pietrangeli con Marcello Mastroianni, Vittorio Gassman, Eduardo De Filippo, Tino Buazzelli

 

Così, mentre per vampiri e zombie, la vita è stata subito “da paura”, gli spettri occidentali per molti anni sono stati superati per “spavento” da streghe e indemoniati, che spesso si fondevano con i fantasmi, ma solo per permetterne una logica apparizioni in case infestate.

In verità esiste nel cinema muto un film, ora sparito per un incendio negli anni '40 nei depositi della casa di produzione e diventato quindi fantasma: “IL fantasma del castello”-1927 di Tod Browning, che narrava di una coppia di strani individui vampireschi alle prese con un fantasma di un sir ucciso anni prima in una vecchia dimora.

 

Rebecca, la prima moglie (1940)

di Alfred Hitchcock con Laurence Olivier, Joan Fontaine, George Sanders

 

Hitchock nel 1940 tratta un primo esempio di thriller con sfondo horror con “Rebecca la prima moglie”, dove la presenza della prima moglie defunta del ricco Maxim De Winter è protagonista e spaventa realmente senza apparire mai. Senza effetti speciali il disagio per la presenza di un'entità malefica è resa mostrando esclusivamente gli oggetti e gli abiti da lei posseduti e i luoghi e le stanze da lei abitati.

 

 

Appaiono anche fantasmi romantici, che seducono i vivi in alcuni casi provocandone la follia, in questi casi i film risultavano inquietanti, si prestavano ad un genere non ancora horror allo stato puro ma sicuramente non più commedia, un drammatico dalle tinte nere, che, come nel caso di Danza Macabra, iniziava davvero a concentrarsi sul fantasma come entità malefica, che ritorna da un passato per vendicarsi o per riviverlo all'infinito.

 

 

Fantasma d'amore (1981)

di Dino Risi con Marcello Mastroianni, Romy Schneider, Eva Maria Meineke, Wolfgang Preiss

 

 

Danza macabra (1964)

di Sergio Corbucci, Antonio Margheriti con Barbara Steele, Georges Rivière, Margarete Robsahm, Arturo Dominici, Silvano Tranquilli, Sylvia Sorrente, Giovanni Cianfriglia, John Peters, Merry Powers, Umberto Raho

 

 

Io ti amo (1968)

di Antonio Margheriti con Dalida, Alberto Lupo, Marisa Quattrini, Gioia Desideri, Sheyla Rozin

 

 

Ma la cultura del fantasma bonaccione è quello che ha più successo di pubblico, così mentre soprattutto negli anni '60 e '70 vampiri, zombi, alieni, indemoniati, insetti giganti e mostri di ogni genere la fanno da padrone negli horror di serie A e B, i fantasmi rimangono relegati o a voci narranti (mi viene in mente Perozzi in “Amici miei”-1975) o a blande presenze, sempre legati comunque a streghe o zombi.

Con Poltergeist si ha un primo tentativo nei primi anni '80 di creare una nuova dimensione per le presenze dell'aldilà, creando effetti speciali di gran impatto, si cerca di inventare una dimensione alternativa per il dopo-morte.

 

 

Ma con “Ghostbuster- gli acchiappafantasmi” del 1984 si ha un gran successo di pubblico per la commedia da ridere e nella metà degli anni '90 si ricicla un vecchio fumetto: “Casper”-1995, che continuerà la sua saga fino agli anni 2000, i fantasmi sono decisamente portati per la risata... ma non in oriente.

 

Ghostbusters - Acchiappafantasmi (1984)

di Ivan Reitman con Bill Murray, Dan Aykroyd, Sigourney Weaver, Harold Ramis

 

 

Casper (1995)

di Brad Silberling con Christina Ricci, Bill Pullman, Cathy Moriarty, Eric Idle

 

 

 

Il culto del fantasma giapponese è molto serio. In giappone il fantasma è solo cattivo, vendicativo, feroce, non torna mai per proteggere ma per prendere ciò che era suo, spesso uccide e distrugge. Il fantasma nel cinema giapponese è quasi sempre donna o bambina, e le situazioni che vengono raccontate hanno ritmi completamente differenti da quelli occidentali.

Nei film horror occidentale paga lo spavento, il colpo di scena, nei film horror orientale è spesso un lento racconto che porta ad un senso di fastidio e di disturbo.

Negli anni '90 e 2000 il fantasma cinematografico, preso anche lui forse dalla globalizzazione, inizia a prendere sembianze più inquietanti. Le storie si fanno più complesse, si cerca il colpo di scena narrativo più che tecnologico, si ha una ottima produzione cinematografica con “The six sense”-1999, “Birth. Io sono Sean”-2004, “The others”-2001, “Le verità nascoste”-2000, e ovviamente tutti i film di ispirazione giapponese, molti remake vengono fatti di pellicole nipponiche, in alcuni casi di buon risultato in altri casi meno, comunque un buon mix delle due culture così differenti: “The ring”1998 giapponese e “The ring”-2002 remake americano che ha avuto anche dei seguiti, “Dark waters”-2005 (sempre un remake di un film giapponese) e tutta una serie di prodotti su questa scia, diventando un po' una moda del momento.

 

Il cinema coreano horror riesce con “Two sister”-2003 a lasciare un segno: fantasmi, passato e famiglia sono una miscela tipica dell'oriente che vuole spaventare.

 

Two Sisters (2003)

di Kim Ji-woon con Lim Su-jeong, Moon Geun-young, Kim Kap-su, Yum Jung-ah

 

Con il fenomeno di “Paranormal activity”-2007 che in pochi anni ha (nel bene e nel male) inflazionato il genere, arrivando a quota 4 più un 3D, si arriva ai giorni nostri. La formula è sempre la stessa: una telecamera fissa che riprende in casa la presenza di un fantasma, porte che sbattono, pavimenti che cigolano, luci che si accendono e spengono da sole, ombre e sospiri...

in fondo al fantasma basta poco per far paura, non dimentichiamo che si vestiva di un vecchio lenzuolo con buchi o si faceva spalmare su un panino... come il caro e buon fantasma formaggino, possibile che a nessuno sia venuto in mente di farci ancora un film.

 

 

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