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Dizionario del Turismo Cinematografico: Antonio Bido, location solamente nere!
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Antonio Bido: Location solamente nere!

Nel post dedicato alle inquietanti location della Bassa Padana, si era parlato di alcuni interessanti thriller, molti dei quali realizzati dal regista Pupi Avati.

Nello stesso periodo il padovano Antonio Bido realizza un paio di ottimi lavori, sfruttando location simili.

In IL GATTO DAGLI OCCHI DI GIADA (1977), l’azione inizia a Roma, per poi spostarsi a Padova.

Vediamo le location venete del film, che donano all’opera un taglio legato ad un inquietante passato:

Corrado Pani (nel film interpreta Lukas), è appena arrivato a Padova in automobile. La parcheggia in Piazza del Duomo, dove vediamo la Cattedrale e il Battistero.

Poi si ferma in un albergo a fare qualche domanda. L’edificio è l’Hotel Majestic Toscanelli (4 stelle), in Via Dell’Arco 2.

A quel punto inizia le indagini sugli omicidi. Ci troviamo nella suggestiva Corte Arco Vallaresso, nel film l’anagrafe padovana.

Mentre Lukas passeggia per Padova, alcuni ragazzini gli lanciano un pallone. Siamo in Piazza San Nicolò.

Poi giungiamo a un momento clou (per gli sviluppi delle indagini!) del film. Qua il ragazzo è giunto nel caratteristico Ghetto Ebraico di Padova, in Via San Martino e Solferino 33.

Altro celebre thriller di Antonio Bido è SOLAMENTE NERO (1978).

Stavolta ci troviamo a Murano (Venezia), l’isola dei vetri più famosa del Mondo.

Il film inizia con un piccolo trucco (a livello di location) cinematografico. L’azione (nella pellicola) è a Murano, dove il vaporetto arriva e attracca nel cortile. Sullo sfondo si nota l’Isola di San Michele, dove si trova il Cimitero di Venezia. Ed ecco la sorpresa! Nella realtà da quella prospettiva l’isola di San Michele non è visibile dall’Isola di Murano. Infatti, ci troviamo all’attracco di Sant’Alvise a Venezia (che nel film è fatto passare per quello della celebre isola del vetro!).

Poi la scena si sposta alla Trattoria ai Cacciatori a Murano.

La prima immagine “in esterno” di Murano è la Fondamenta Lorenzo Radi, dietro la Chiesa di San Donato.

L’omicidio al campiello sotto gli occhi dell’interprete protagonista Craig Hill, ci introduce alla prima vera importante location “nascosta”. La scena del primo delitto, sotto la pioggia, è una scena cruciale, girata molto bene e di grande efficacia. Il campiello inizialmente sembra a Murano. A prima vista assomiglia a un tipico campiello veneziano, non c’è dubbio. Poi però, qualcosa sembra non tornare. Il pozzo, inizialmente: senza base, non coperto (cosa impensabile, a Venezia); poi l’architettura di porte e finestre, diversa da quella veneziana, infine l’indizio definitivo: in un’inquadratura dall’alto si riprende bene la pavimentazione in quadretti di porfido! Ebbene, non esiste a Venezia (né tantomeno a Murano) alcun tipo di pavè fatto così. Il regista Antonio Bido, in un’intervista, svela la scelta della location: “Portare a Venezia le macchine della pioggia avrebbe richiesto sforzi enormi, difficili da conciliare con il budget sicuramente non ingentissimo del film. La scena è stata girata sul lago di Albano, al convento di Palazzolo!” Il luogo è inconfondibile e, racconta Bido, è sempre all’interno della stessa struttura, dove vennero girati gli interni relativi alla casa del prete.

Vediamo adesso la location del secondo omicidio.

Una donna è ritrovata morta, distesa supina in un calle. Intorno a lei un gruppo di curiosi e la polizia. L’indicazione “Ramo San Donato” posta sopra la porta che si vede sullo sfondo ha permesso una facile identificazione. Siamo a Murano, a due passi dalla Chiesa San Donato, nello stesso campo dove questa sorge.

L’edificio in cui vive il ricco omosessuale Massimo Serato, circondato da mobili di lusso e giovani amanti maschili, è uno dei palazzi più importanti di Murano, si chiama Palazzo Da Mula e oggi ospita il Municipio, che spesso organizza mostre al suo interno. E’ vicino alla Fondamenta dei Vetrai, nella parte meridionale dell’isola.

L’interprete protagonista Lino Capolicchio passeggia per l’isola mostrandocene angoli suggestivi. In particolare, passato il ponte che unisce le rive del canale centrale di Murano, si ritrova a percorrere la Fondamenta delle Case Nove, dove gli abitanti di un edificio lo spiano da dietro le finestre e gli fanno cadere davanti una coperta. 

Al termine della passeggiata il ragazzo si ritrova a fianco del Campo Sportivo di Murano (l’insegna è ben visibile) e, poco più avanti, incontra Stefania Casini intenta a trattare con Assunta, la rigattiera, l’acquisto di un mobile, un'altra via che contribuisce a rendere al meglio il fascino dell’isola. La zona è la stessa, oltretutto, del cantiere in cui vedremo Capolicchio interrogare un pescatore. Proseguendo la passeggiata con la ragazza, Capolicchio si ritrova dietro la solita Chiesa di San Donato. Subito dopo è al Cantiere Pericle, sito in Calle Angelo Zaniel, dove deve interrogare il padre di una ragazza assassinata.

Per andare da sua madre Stefania Casini, dopo aver salutato Lino Capolicchio, percorre la stretta Calle di Murano che porta a Campo San Donato, che le si apre davanti, per poi ritrovarsi a Venezia sul vaporetto. Dopo un breve tragitto che la vede passare sul Canal Grande, si ritrova a fare il ponte di Santa Maria Formosa e quindi arriva davanti alla porta di sua madre, dove incontra di nuovo Lino Capolicchio.

L’edificio è Palazzo Mocenigo, a San Samuele, Calle Mocenigo Ca’Nova.

Qua abita la madre. La figlia (Stefania Casini) invece abita vicino a Ponte dei Sartori, a Cannaregio (Venezia).

Molto caratteristico, l’omicidio in canale. Girato a dispetto dell’acqua gelida (grande meriti allo stuntman “vittima”) e a dispetto pure del parere degli abitanti, che volevano impedire che un motoscafo potesse correre tanto velocemente in canale. Il canale in questione è sempre quello costeggiato dalla Fondamenta dei Vetrai

Uno dei maggiori indiziati vive nel Campiello della Pescheria.

Belle location tra calli, canali e suggestive chiese!!!

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