La ‘futurità’ dell’applicazione di una sinapsi di genitorialità arcaica (il possesso del figlio, l’assumere il concetto di procreazione come procrastinare il ‘nullius’ dello spargimento temporale del proprio seme umano), in combutta con le nuove protesi genetiche, con l’estensione della ‘propria’ carne nella carne altrui, e tutto ciò sorretto da queste due nuove gambe eticopolitiche di trasversale angustia ‘demopop’ (la natalità indotta è esasperata in quanto score economico e scientifico; la natalità dedotta è azzerata in quanto ammasso di carne che deve perire ai margini del sistema), faranno nascere la nuova famiglia.
Con buona pace di tutti questi ‘brigadierini vaticani’, di queste truppe assise alla destra della Congregazione Cooperativa per la Grande Distribuzione della Fede, il sentiero è tracciato e i compagni di viaggio ci aspettano tutti alla prima fontanella.
Sarà anche per questo che a sgranare – cinematograficamente parlando – il loglio dal miglio, serve più immergersi in una narrazione contraria e parallelamente complementare, che fa risorgere, tra le pieghe della contrizione paternale e nella fuga ‘demoniaca’ della madre, l’elemento basico della riflessione: dall’utero in affitto mi salvi Iddio, che dalla procreazione provo a salvarmene io!
Titolo originale Les 7 jours du talion
Regia di Daniel Grou
Con Claude Legault, Rémy Girard, Martin Dubreuil, Fanny Mallette, Rose-Marie Coallier
La separazione violenta e la vendetta, immonda ed arcaica… Una figlia viene strappata al mondo, da un pedofilo seriale… Il padre lo trova, lo incatena e lo massacra diventando egli stesso un torturatore di carne e di anima… Un devastante horror di daniel grou…
Titolo originale Prisoners
Regia di Denis Villeneuve
Con Hugh Jackman, Jake Gyllenhaal, Maria Bello, Terrence Howard, Viola Davis, Melissa Leo
Ricordate il film di Eastwood con la madre che cerca il figlio scomparso, e che rimane con il dubbio sulla sua sorte?... Bene, questo capolavoro di Denis Villeneuve, aggiorna ai nostri tempi la ricerca, la assottiglia come una lama di stiletto e ce la ficca in gola senza scampo alcuno… Un ritrovamento inquietante e manipolatorio…
Titolo originale Die Tür
Regia di Anno Saul
Con Mads Mikkelsen, Jessica Schwarz, Valeria Eisenbart, Thomas Thieme, Tim Seyfi
Anno Saul, valente regista tedesco, sfrutta come si deve il volto contrito di Mads Mikkelsen e lo sdoppia pure, per la gioia dell’impossibile… Una storia fantastica che di “happy end” nulla ha, e che finisce lì dove comincia e ricomincia dove sembra finire…Il pubblico sospira; la bambina torna tra le braccia dei genitori, sì, ma quali genitori?... Ricongiungersi in qualche luogo dello spazio e del tempo, non vuol dire passarla liscia comunque…
Titolo originale Hierro
Regia di Gabe Ibáñez
Con Elena Anaya, Mar Sodupe, Bea Segura, Andrés Herrera, Tomás del Estal, Javier Mejía
Meravigliante thriller dello spagnolo Gabe Ibanez, nel quale una madre ‘perde’ un figlio su un battello, lo cerca, non lo trova, accetta il lutto ma si vede costretta a riaprire ben presto la ferita… Ogni sua ferita e le ferite che le stanno intorno… Le ultime parole povere famose: quando la natura, il mistero e l’indescrivibile armonia del tutto risucchiano corpi e sanità mentali…
Titolo originale Keane
Regia di Lodge H. Kerrigan
Con Damian Lewis, Abigail Breslin, Amy Ryan, Liza Colón-Zayas
Titolo originale The Missing
Con James Nesbitt, Frances O'Connor, Tchéky Karyo, Jason Flemyng, Emilie Dequenne
La lotta di un padre (con se stesso, con la moglie, con il male) che non si può arrendere all’idea che il figlio abbia lasciato la sua mano, in una calca di sconosciuti, e sia sparito nel nulla… Forse il più bel serial tv - otto puntate tirate e dense, che si guardano tutte d’un fiato - che io abbia visto nell’anno appena derubricato… Un’indagine che non si ferma e, come si poteva supporre, approda ad una seconda stagione, forse meno pregiata ed emozionante della prima…
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