Arriva l'episodio conclusivo della saga che dura dal 2102 e che ha lanciato la giovane Jennifer Lawrence nell'olimpo di Hollywood. Insieme a lei Liam Hemsworth, Stanley Tucci, Josh Hutcherson e Julianne Moore, oltre naturalmente a Woody Harrleson, a Donald Sutherland e a Philip Seymour Hoffman, che girò le sue scene prima di morire.

L'esordio alla regia di Miccichè e Bonifacci punta sulla presenza di due attori da commedia di successo - Marco Giallini  e Edoardo Leo per raccontare la storia di due imbroglioni impegnati a sbarcare il lunario alla maniera divertente e un pò cialtrona dei soliti ignoti monicelliani. 

È uno Sherlock Holmes diverso dal solito quello messo in scena da Bill Condon (già regista di Demoni e dei e di Kinsey e, in tempi più recenti di due episodi della saga di Twilight) con la complicità di Sir Ian McKellen, nei panni del protagonista. Holmes è infatti in là con gli anni, ormai in pensione, fiacco e riflessivo. Ma la sua indagine su un caso irrisolto del passato è lo spunto per pensieri e sguardi sulle vita e la vecchiaia, sugli affetti e la ragione. Grande prova, dicono, - e c'è da crederci - del gigantesco attore.

La prima produzione originale di Sky, che si lancia all'inseguimento di quanto già stanno facendo noti soggetti che da broadcaster si trasformano in produttori, è diretto da Stefano Lodovichi (Aquadro) ed è un melodramma drammatico e fosco dal complesso meccanismo narrativo: la storia della sparizione di un bambino che riappre dopo cinque anni, aprendo molti dubbi.

Sergio Rubini ancora una volta regista e interprete di una commedia, tratta da un testo teatrale e presentata alla recente Festa del Cinema di Roma: un'opera che senza citare testualmente Carnage di Polanski ne ricalca il format, con quattro attori prigioneri di un appartamento borghese alle prese con una serata dove cadono le maschere e si fanno i conti con le proprie menzogne.

Già nel 1988 la vicneda di Iqbal Masih,  il giovane attivista pakistano ucciso dai suoi aguzzini perché aveva denunciato al mondo la piaga del lavoro minorile, fu oggetto di un film di Cinzia Torrini. La sua storia torna alla ribalta oggi attraverso questo film d'animazione dedicato ai più piccoli e promosso dall'Unicef.

Era stato scelto per aprire il Festival di Cannes, ora è nelle sale. Il film di Emmanuelle Bercot segue da vicino la vicenda di Malony, un bambino abbandonato dalla madre che si inoltre in un perocoso di delinquenza minorile, dentro e fuori dagli istuti di pena fino a quando incontra un magistrato e un assistente sociale che si impegnano a raddrizzare la sua giovane vita.

Veronica Pivetti firma la sua prima regia raccontando al storia di un precoce coming out che sovverte l'armonia di una famiglia che si credeva progressista e aperta e si scopre messa in crisi.

Piero Marcello (La bocca del lupo) prosegue la sua ricerca che spesso mescola narrazione, documento e sperimentazione per raccontare ancora una volta la figura di un umile: un pastore di bufali dedicato anima e corpo alla conservazione di un antico casale, la Reggia di Carditello, abbandonata e desolata, e alla salvezza di un giovane bufalo destinato al macello. Ne esce il ritratto di una figura epica e poetica quanto scomoda tanto per la malavita locale quanto per le amministrazioni, quasi complici nella loro inerzia.

Pardo d'Oro al 65° Festival di Locarno.

Adattamento dell'omonima opera teatrale di August Strindberg che mette in pellicola un ampio spettro di sentimenti: firma la regia la grande Liv Ullmann. Nel cast Colin Farrell e Jessica Chastain.

Come già in Rams, uscito nelle sale la settimana scorsa, anche qui è di nuovo l'Islanda rurale, selvaggia e quasi desolata a far da sfondo a un film che racconta di uomini e animali. E là dove erano pecore e arieti qui sono i cavalli. protagonisti insieme agli uomini di una minuta comunità di un film che si imbizzarisce qua e là ma che ha vinto molto premi internazionali e sa farsi ricordare. Alla regia Elringsson, già attore per Von Trier.