Ho dovuto attendere un po' di tempo per decidermi a stillare la mia personale squadra di registi preferita. Hanno preso la mia anima tempo fa. E vorrò loro bene sempre anche se a volte mi deludono.
Ora va tanto di moda osannarlo per Boyhood, ma io lo scoprì anni fa con "Prima dell'alba" ancora prima che diventasse un cult, ancora prima che tutti amassero questo regista che evocava Eric Romer, con le sue atmosfere particolari e il modo meraviglioso in cui riesce a rendere poetica e vera la normalità e la quotidianità. I suoi personaggi non sono mai dei supereroi. Sono persone dannatamente vere. Amerò i suoi Celine e Jesse per sempre. Simbolo della mia giovinezza e di una vita normale e vera.
Il regista pazzo per eccellenza, amante anche lui della vita, con visioni oniriche al limite della follia. Capace di trasformare la tv con il suo Twin Peaks, reinventando il genere e non avendo mai paura di osare l'inosabile. Lynch scrive e dirige per se, mai per accontentare il pubblico ed è un feroce cultore del final cult. Ogni suo film diventa un cult, da Dune ad Elephant Man, passando per Velluto Blu, Mulholland Drive , Una storia Verafino all'ultimo visionario ed eccentrico Inland Empire datato ormai 2006. La sua filmografia non è lunga ma è corposa, di sostanza e con lui la tua mente non ha un attimo di tregua. Meditazione, psicologia, filosofia e visioni oniriche sono la sua arma vincente insieme a colonne sonore sempre da urlo, che si stampano nella memoria per sempre. Nel 2011 ha fatto un documentario per i Duran Duran e nel 2016 tornerà con la terza attesa stagione (dopo 25 anni!) di Twin Peaks per completare finalmente la sua opera, come vuole lui, con l'amico e compagno di "merende" Mark Frost, imponendosi a Show Time con un contratto che fa intendere che lì comandano loro. Siamo tutti in fremente attesa!
Scoperto per caso, grazie a Millennium Actress mi è subito entrato sotto pelle. Peccato ci abbia lasciati troppo in fretta. I suoi colori pastello e le sue storie al limite del fantascientifico mi resteranno dentro.
Il regista che ci ha raccontato l'america nella maniera più spietata e poetica possibile, con le sue indimenticabili canzoni country a fare da sottofondo. Senza respiro, senza sconti, sempre diretto, a volte brutale, a volte tenero. Grazie a lui non puoi non amare gli States perché non ti racconta una cartolina.
Il regista dei cartoni della mia infanzia, ha saputo rendere cinema e che cinema, le sue storie con colori e disegni sempre riconoscibili e sempre più belli. Si è ritirato lo scorso anno dopo il suo ultimo capolavoro "Si alza il vento"
Amata soprattutto per la trilogia dell'adolescanza "Il giardino delle vergini suicide", "Lost in translation" e "Marie Antoinette", la Coppola sembra aver imparato in maniera egregia il mestiere del padre, senza però copiarlo, il suo stile è più intimo, più introspettivo, con dialoghi a volte appena sussurrati. Favolose le sue colonne sonore.
Ci ho messo anni ad amarlo perché non ero mai stata una grande fan dei suoi kolossal pur riconoscendogli i meriti, ho amato la sua svolta da Dracula in avanti, che tocca il suo apice in "Un'altra giovinezza" vero trattato sulla psicologia umana
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