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Foà o "une saison à l'enfer"
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Foà o "une saison à l'enfer"

No, non intendo fare biografie (su Wikipedia c'è molto di più) nè tessere i soliti banali elogi da coccodrillo per chi non è più tra noi. Vorrei solo ricordare la "stagione degli attori". Una stagione in cui era possibile andare a teatro e godersi la straordinaria professionalità e il talento di uno stuolo di attori teatrali, che si dilettavano, a volte, di recitare al cinema o in tv. La tv degli anni '60 e '70 era un vero servizio pubblico ove, accanto a qualche programmino stupidello, c'era un certo Manzi che alfabetizzava gli italiani, il venerdì che trasmetteva un dramma teatrale, il lunedì un film, il giovedì Lascia o raddoppia?, ecc. E' vero che le Kessler dovevano mettersi la calzamaglia nera e che era vietato parlare di aborto,dire parolacce e che la cronaca politica (di Orefice) era di una noia mortale, ma c'erano fior di programmi culturali e, a detta di tutti, la nostra era una delle migliori televisioni del mondo.  Parlare di Foà vuol dire parlare di professionalità e di cultura tout court. Però chi ha i capelli grigi, come me, la domenica sera era un appuntamento obbligato con lo sceneggiato (spesso di Anton Giulio Majano o Sandro Bolchi) e gli attori erano Giancarlo Sbragia, Fosco Giachetti, Gianni Santuccio, Mario Feliciani, Carlo Romano, Wanda Capodaglio, le sorelle Gramatica, Evi Maltagliati, Lilla Brignone, Luigi Vannucchi e tanti altri, tra cui, ovviamente, Arnoldo Foà. Una stagione perduta, ecco il punto. Perduta perchè la tv di adesso è un tritacarne di porcherie che sminuzza e mortifica anche qualche perlina di valore. Immersa in un mare di fango maleodorante per colpa di una politica infetta e di una società malata, contagiata da un modo di pensare e di vivere sciolto nell'illegalità impunita, da uno sprezzo supremo per tutto ciò che sa di cultura e di moralità. Stretto fra la gran porcata fascista che lo espulse dal Centro Sperimentale', costringendolo per le leggi razziste, a lavorare sotto falso nome e la vera maialata del trionfo di chi ha sottoscritto il Porcellum, Foà ha vissuto degnamente e decorosamente, lasciandoci un retaggio molto "pesante". Pesante per chi suole salire sul carro del vincitore, per chi preferisce la raccomandazione al merito, per chi vuole apparire e non essere, per chi spreca, arraffa, sputtana, corrompe e mente sbraitando, per chi preferisce l'ipocrisia di non stare mai col torto. Caro Arnoldo, ci lasci proprio in buone mani! Quanto mi piaceva la tua voce! Netta, un pò arrochita, ma affilata come una lama di Toledo. Sei stato tu il vero Zampanò e il vero Barabba! Anthony Quinn non aveva la tua profondità, fatta di amarezza, di consapevolezza (della caducità umana) e della saggezza così vera, credibile per chi ha subito i dardi delle umane storture. E dando voce a così tanti personaggi, ti sei di essi arricchito e caricato di tutte le parole del mondo. Con te non muore solo un'epoca, ma se ne va un'altra biblioteca di Alessandria e la classicità del vivere, fatta di dignità, di sottile ironia e di tanto e tanto sapere.
Ciao Arnoldo, ti piango e ti abbraccio.

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