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Giuda Ballerino!
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Giuda Ballerino!

Dylan Dog è un grandioso fumetto, è riduttivo definirlo semplicemente un horror pieno di mostri, oscenità varie e ammazzamenti dallo svolgimento truce. Soprattutto è lontanissimo dagli stereotipi supereroistici di molti dei fumetti che affollano e hanno affollato le teste e gli occhi di tantissimi, ragazzi e non.
Io mi ci appassionai nei primissimi anni ’90, me lo fece scoprire un mio cugino (c’è sempre un cugino che c’insegna qualcosa … se lo trovate ringraziatelo da parte mia). Se uno pensa di trovarci solo semplici storie in cui l’eroe spacca tutto e tutti, comprende qualsiasi cosa e alla fine risolve il mistero, si sbaglia.
Una nera malinconia pervade l’“indagatore dell’incubo”, che è un personaggio tormentato e profondo, dalle attente conoscenze letterarie, introspettivo e caparbio; lui cerca di capire a fondo i cosiddetti mostri (e le motivazioni che li spingono a commettere crimini), i diversi, i freaks, che anzi cerca di proteggere (vedi il bellissimo e toccante nr. 81 “Johnny Freak”). Ma è anche capace di (auto)ironia. Anzi l’ironia, e il sarcasmo, che spuntano fuori specie nelle situazioni più pericolose, sono i tratti distintivi dell’albo. Non per niente l’assistente di Dylan è Groucho, clone di Groucho Marx, che spara incessantemente battute e umorismo insensato (e sempre inopportuno).
Non che sia tutto perfetto: c’è un po’ troppo buonismo (Dylan è vegetariano, ama gli animali, è astemio, è sensibile ecc.) e a volte ci sono episodi scialbi o sconclusionati o troppo derivativi (per me il difetto maggiore). Così col trascorrere degli anni la mia adorazione è scemata, così come sono scemato io.
Senza farla troppo lunga, ché la pazienza è corta, e la memoria è quasi morta, Dylan Dog, così come per la letteratura, ha ampliato notevolmente le mie conoscenze cinematografiche. Già, perché è una serie ad alto tasso cinefilo: dai personaggi, che spesso hanno nomi o fattezze di attori, ai titoli degli episodi, alle ambientazioni, alla toponomastica, fino alle storie: un film può essere solo uno spunto dal quale sviluppare una trama tutta sua, oppure un omaggio, una ruberia, un inserto all’interno di una vicenda estranea, una o più citazioni, insomma una moltitudine di intrecci e incroci col cinema (non solo horror), che l’appassionato può sbizzarrirsi a svelare.
Ve ne do un assaggio (e solo quello se no mettete su ciccia): detto di Groucho, lo stesso Dylan Dog somiglia assai a Rupert Everett e l’eccentrico Lord H.G. Wells a David Niven, mentre la strega Kim è Kim Novak. L’indirizzo di casa di Dylan è Craven Road 7, evidente riferimento a Wes Craven. E gli episodi, sin dal primo numero “L’alba dei morti viventi” che omaggia e cita ovviamente Romero; mentre quello attualmente in edicola, il numero 291 “Senza trucco né inganno” trae ispirazione da “The Prestige”.
Per non parlare degli “almanacchi della paura”, vere perle nel trattare libri e film …
Sicché i film contenuti nella play, sono riferiti ad episodi di Dylan Dog: alcuni me li ha fatti proprio scoprire, altri, che già conoscevo, me li ha fatti apprezzare, ed altri che solo tempo dopo ho “collegato” al fumetto. Data la restrizione imposta, ho scelto sette stupendi film in relazione a sette stupendi episodi.

Ultima cosa: a marzo 2011 uscirà, in anteprima mondiale nelle sale italiane, il film americano “Dylan Dog: Dead of Night”: senza troppi giri di parole una boiata pazzesca. Solo chi non ha mai neanche letto un episodio può pensare di produrre cotanta schifezza e intitolarla Dylan Dog. Intanto, in luogo della darkeggiante Londra, è ambientato a New Orleans. Ahhhhhhh! Cosa? Ma l’hanno mai letto davvero? Dylan ha paura degli aerei e soffre il mal di mare; e non gli piace granché l’America (vedi il fantastico nr. 18 “Cagliostro”). Per non tacere dell’ingiustificabile assenza di Groucho. E dove sono l’ispettore Bloch, Morgana, Xabaras, Anna Never, il galeone, la signora Trelkowsky, il maggiolone bianco (targato DYD666), Lord Wells, il clarinetto e “Il trillo del diavolo”? Cosa ha a che fare ‘sto filmetto con Dylan Dog? Dalle prime, orribili e ripugnanti, immagini in rete e dal trailer, pare ovviamente la solita americanata, tutta fracasso e frastuono, effetti speciali e imbecillità a quintalate! E poi chi lo impersona … marò Brandon Routh (pronuncia RUTT), già faccia da ebete in Superman Returns! Sarebbe stato decisamente più opportuno e corretto produrlo in Europa, magari proprio in Inghilterra, ma anche in Francia; paesi i cui film horror (ma non solo) sono attualmente i migliori al mondo. Bonelli e Sclavi hanno (s)venduto l’anima al diavolo …

Mo’ vado, ché c’ho il campanello che suona: UAAARRRGH !

Playlist film

Il settimo sigillo

  • Drammatico
  • Svezia
  • durata 96'

Titolo originale Det sjunde inseglet

Regia di Ingmar Bergman

Con Max von Sydow, Gunnar Björnstrand, Bengt Ekerot, Bibi Andersson, Nils Poppe

Il settimo sigillo

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Uno dei miei film preferiti in assoluto. Ma non è un “semplice” film: è un maestoso, simbolico, dogmatico, trattato filosofico e sociologico sulla vita, le ignote paure, l’ascesa nel Nulla, l’esistenza che non esiste, la fede e le atrofizzanti agonie che porta, e la Morte. Immortale.

Scoperto proprio grazie al numero 66 “Partita con la morte”: un uomo in coma gioca una partita a scacchi con la Morte, a ogni pezzo mangiato una persona cara verrà a mancare …

In fondo tutta la vita è una partita a scacchi con la Morte … una partita già persa in partenza!

Questa non è la vita … e nemmeno la morte … ma allora … oh, dio, no! Tra la vita e la morte … c’è solamente … IL NULLAAAAA!

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

L'inquilino del terzo piano

  • Drammatico
  • Francia
  • durata 125'

Titolo originale Le locataire

Regia di Roman Polanski

Con Roman Polanski, Isabelle Adjani, Melvyn Douglas, Shelley Winters

L'inquilino del terzo piano

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Il miglior film di Polanski.
Ovvero andata e (non) ritorno nell’Angoscia e nella Follia. Una disperata discesa nei meandri labirintici della psiche, infetta, inetta, e vessata; portata all’estrema identificazione con la vuota quotidianità, che avvolge e tritura l’individuo e la sua personalità. Un allucinante sogno fatto a delirio scatenato, a occhi che scrutano l’inquieta visione della non vita.
Signori, l’Incubo è servito.
Dirige Kafka.

Anche questo scoperto a Dylan Dog, in un magnifico episodio pubblicato sull’Albo gigante n. 2, intitolato, appunto, “L’inquilino del terzo piano”: il signor Kaminski è un uomo continuamente angustiato, dai coinquilini del condominio in cui vive, dai colleghi e datori di lavoro; vede dappertutto “spie” … o è solo paranoico? Al suo suicidio, Dylan Dog ne prenderà il posto.
Diverse similitudini col film, anche dei simboli egizi. Il finale offre una valida spiegazione ...

Doppelganger, si … I “doppi” … i nostri fantasmi viventi … ogni persona ne ha uno: vivono in mezzo a noi, magari nella casa accanto oppure in Australia … ed è impossibile sapere qual è l’”originale” e quale il doppio … neanche la persona in questione lo sa … quel che è certo è che forse i due non si incontreranno mai, ma se si incontrano … UNO DI LORO DEVE MORIRE! Questa è una dimora di doppelganger, e la casa stessa è doppia …

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Fuori orario

  • Commedia
  • USA
  • durata 96'

Titolo originale After Hours

Regia di Martin Scorsese

Con Griffin Dunne, Rosanna Arquette, Linda Fiorentino, Verna Bloom, Tommy Chong, Teri Garr

Fuori orario

In streaming su Amazon Video

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Quando senti dire (o vedi scrivere) certi che Scorsese non è un così gran regista … Mah … Ma l’hanno mai visto ‘sto film? Strepitoso!
Kafkiano anche questo (oh, spero che qualcuno laggiù nell’Oltretomba gli paghi i diritti …), ma con un respiro grottesco dagli aloni bizzarri e surreali. Incubo metropolitano perverso che diabolicamente escogita assurde macchinazioni per intrappolare nelle fauci della notte, in cui trovano domicilio incredibili e fatali personaggi, il malcapitato protagonista. E alla fine il cerchio, corrotto, si chiude.
Attori tutti in parte, menzione speciale per la spettacolare Linda Fiorentino.

Questo film è ripreso nel numero 26 “Dopo mezzanotte”. Dylan, di ritorno da un’avventura amorosa, non trova più le chiavi di casa (Groucho chissà dov‘è, ma lo si scoprirà alla fine, ihihih), rimane senza soldi e viene investito da un’onda anomala di contrattempi, uno più strambo dell’altro. Naturalmente devia dal film quando omicidi efferati lo perseguitano. Bellissima la copertina.

Questa è la ballata della notte che è finita, del sole che ritorna sulla morte e sulla vita, e i ladri, gli assassini e gli altri tipi strani sembrano svaniti nella luce del domani. Ma torneranno presto, solo fra poche ore, insieme ad altro buio, altro odio e altro amore. Sì, torneranno presto, in un altro girotondo, poveri mostri, anch’essi figli di questo mondo. E ci saranno altri arabeschi del destino nel lungo, lungo viaggio per giungere al mattino, di nuovo giocheranno l’illusione e la realtà, e questa è la ballata della notte che verrà.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Viale del tramonto

  • Drammatico
  • USA
  • durata 100'

Titolo originale Sunset Boulevard

Regia di Billy Wilder

Con Gloria Swanson, William Holden, Erich Von Stroheim, Nancy Olson, Fred Clark

Viale del tramonto

In streaming su Paramount Plus

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Un film che è uno studio sull’arte. Un film che è Arte.
La decadenza del cinema che fu. Una tragica rappresentazione del divismo e dei suoi miti, dell’ ossessiva ricerca della leggenda in sé stessi e dell’immortalità attraverso la macchina da presa, all’epoca del muto, prima che il sonoro invadesse la poesia e la bellezza delle immagini …
"Non avevamo bisogno di parole, avevamo dei volti!"
Magnifica Gloria Swanson. Ma su tutto grava un’aura maledetta eppur leggiadra, un’oscurità horror che galleggia su un dramma da commedia.


Viale del tramonto è stato ripreso e rielaborato nel numero 147 “Polvere di stelle”: la bellissima combina guai Anna Never viene scelta per interpretare il ruolo della diva del cinema muto Vera Vallemberg; il regista è il sinistro Ernest Von Klauser, che in realtà è quello che fu il suo amante e regista Maximilian Weichmann. Lui gira solo di notte e si nutre di sangue … E anche Vera, “la donna più bella del mondo”, che si guarda continuamente allo specchio che non può riflettere la sua immagine, non è morta … e vorrà la sua vendetta …

Freddo. L’acqua della piscina era calda. Quasi bollente. E allora perché … sentivo così … freddo? Presto sarebbero venuti a prendermi. Era quasi giorno. Il sole mi avrebbe tolto quel freddo dalle ossa. (…) Fame. No, sete. Molta sete.

Gatto gattino, ti butto nel camino … ti ci butto a testa in giù … e il gattino non c’è più!

Vuoi che il pubblico si scordi di me Maximilian?

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Hellzapoppin' - Il cabaret dell'inferno

  • Comico
  • USA
  • durata 78'

Titolo originale Hellzapoppin'

Regia di H.C. Potter

Con Ole Olsen, Chic Johnson, Martha Raye, Hugh Herbert, Jane Frazee

Hellzapoppin' - Il cabaret dell'inferno

Film non film. Nel film. Un’allegra scorpacciata fatta di una storia che non è una storia, di personaggi in cerca di autore e di autori in cerca di personaggi. Ritmo pazzesco, trovate geniali, gag vomitate di continuo, musica, balli e stupende ragazze. Metacinema, meta cinema, metà cinema
viene giù dalle risate. L’altra metà ne è seppellita. Amen.
L’ispirazione primaria è indubbiamente la comicità surreale dei fratelli Marx …

Ovviamente anche i film dei fratelli Marx li ho scoperti grazie al mitico personaggio di Groucho, un ex attore, baffuto, assistente che assiste ma anche no Dylan. Soprattutto lo (e ci) sommerge di battute, stupide e brillanti, opportune e non. Serio (quasi) mai. Irrinunciabile.
Infatti questo film è stato trasportato a fumetti in un piccolo albo allegato allo speciale Dylan Dog n. 7, anzi no, come suggerisce lo sceneggiatore, è questo lo speciale a cui è allegato l’albetto di Dylan… Ah, s’intitola “Horrorpoppin’”, e di horror c’è Groucho a letto con una focosa ragazzona … E ogni tanto in scena appare un signore con un pacco che chiede della signora Jones …

Groucho dallo psicanalista:
… e questo è il sogno che ho fatto stanotte. Secondo me non significa niente, ma voi probabilmente mi direte che tutto risale all’infanzia. Secondo gli analisti perfino l’infanzia risale all’infanzia!
In effetti, spesso immaginavo che mio padre volesse farmi a pezzi … specialmente quando mi inseguiva con una motosega …
 

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

La zona morta

  • Drammatico
  • USA
  • durata 100'

Titolo originale The Dead Zone

Regia di David Cronenberg

Con Christopher Walken, Brooke Adams, Martin Sheen, Nicholas Campbell

La zona morta

In streaming su Amazon Prime Video

vedi tutti

Grande film, come (quasi) tutti quelli di Cronenberg. Lo sguardo allucinato e sofferente di Christopher Walken è indimenticabile.

L’albo in questione è il numero 27 “Ti ho visto morire”: un uomo, Arnold Ascott, dopo un incidente d’auto che lo fatto rimanere in coma per otto anni, miracolosamente si sveglia, e comincia a manifestare delle doti paranormali, delle “visioni” da preveggente … La storia comincia con lui che si reca da Dylan Dog annunciandogli di averne visto il suicidio …

Non credevo che un uomo potesse arrivare a sentirsi così solo. Ma che mi prende, giuda ballerino? Vai al diavolo, Whisky! Ti conosco. Lo so già cosa vuol dire avere le mani che tremano, e il fegato che scoppia! Che ne è stato di tutti i miei sogni? Dove sono gli orrori della fantasia? C’è solo la realtà, adesso.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

L'inglese che salì la collina e scese dalla montagna

  • Commedia
  • Gran Bretagna
  • durata 96'

Titolo originale The Englishman Who Went up a Hill but...

Regia di Christopher Monger

Con Hugh Grant, Tara Fitzgerald, Colm Meaney, Ian McNeice, Ian Hart

L'inglese che salì la collina e scese dalla montagna

Piccolo gioiello made in G.B. Una brillante piccola commedia come noi non siamo (più) in grado di produrre. Già dal titolo si capiscono le intenzioni bellicamente umoristiche tipiche della cultura inglese. Due cartografi del reale ufficio topografico giungono in un ridente villaggio del Galles per effettuare una misurazione di una collina, che per essere definita montagna deve superare i mille piedi. All’affronto subito (la sentenza dice 984 piedi) gli indigeni troveranno una soluzione geniale quanto semplice … Grandissimo Colm Meaney nel ruolo del locandiere Morgan “Il montone” …

Il film l’ho visto solo di recente, ma mi sono ricordato subito di uno dei miei episodi preferiti di Dylan Dog, il numero 136 “Lassù qualcuno ci chiama”, divertentissimo e riflessivo. Riprende diverse situazioni e personaggi del film, pur mischiandoli a tematiche differenti quali la ricerca della “lingua madre” prima cioè della torre di Babele e i contatti con un’altra forma di vita intelligente …

“Un’altra”? E quale sarebbe la prima?

Sempre da lui: I popoli, invece di unirsi, sembra tendano a dividersi … una nuova babele … qui abbiamo i “nazionalismi”, giusti o sbagliati che siano, dell’Irlanda, della Scozia, del Galles … e pensare che gli “inglesi” si ritengono uniti e superiori a tutti gli altri popoli … da cui quel famoso titolo del giornale: “Nebbia fitta sulla Manica, il continente è isolato!”.
Come dice il professor Humbert Coe, ovvero uno splendido omaggio a Umberto Eco.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No
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