Con Winona Ryder, Richard Gere, Anthony LaPaglia, Elaine Stritch
In streaming su Amazon Prime Video
Tre cose possono irritare un uomo ai limiti dello stragismo. Girarsi e trovare il rotolo della carta igienica vuoto, perdere la finale di coppa per colpa del proprio capo e lo sfarfallio epilettico delle ciglia di Richard Gere. Se poi alle ciglia da colibrì si aggiunge una storia in grado di far sudare bromuro dalle ginocchia ecco che si arriva all'esasperazione. Di filmacci come questo è piena la storia del cinema, quale uomo non è stato costretto almeno una volta a vederne uno?
Solo dopo m'è venuto il dubbio. Demente, dannoso, defecante. Ecco che significava quella misteriosa sigletta alla fine del titolo. Si dice che Brendan Fraser fosse un discreto attore prima dell'incidente stradale. Dopo che un camion pieno di ferri da stiro rovesciò il suo contenuto sul volto del talentuoso attore, la sua carriera subì un brusco calo. Il suo mentore putativo, Ron Moss, disse di lui "è un genio. Il Jim Carrey dei ciechi."
"Cazzo, hai visto che tette la Barrymore?" "Eccome no, gliela darei una botta. Se stai attento dalla tutina si vedono pure i capezzoli" "Perché alla Diaz non le faresti nulla?" "Oh, se è per quello una botta pure alla cinesina eh..." "Sai che ti dico? Io me le farei tutt'e tre insieme". "Appropò, di che parla il film?"
Apatow? Un genio. Una comicità nuova. Per questo capolavoro ha fatto praticamente tutto da solo, un po' come Lippi ai mondiali. E la Alba, la Alba... Ma quanto è brava la Alba? Con quegli occhi così grandi ed espressivi, quegli occhi enormi, rotondi, ipnotici. Bravissima la Alba. E' nata a Pomona ed è facile ricordarlo. Pensate a Pomona, Polmona, i suoi grandi occhi rotondi. Bel film davvero, bravissimi tutti.
Quanto ho sofferto in questo film. Il pathos era palpabile in tutto il cinema. Tutte coppie, tanti ragazzi sofferenti, una storia così non se l'aspettava nessuno e gli uomini, poi, piangevano anche più delle donne riscoprendo una sensibilità nuova. Un'esperienza mistica dopo la quale ho finalmente superato la mia gelosia: "Tesoro esce un film bellissimo con un attore figo ed un'attrice gnocca che si amano, mi ci porti?", "no, vacci col tuo amico gay o col tuo ex. Vacci un po' con chi cazzo ti pare ma lasciami guardare un po' di buona tv, stasera fanno la pubblicità".
Ero giovane e commisi due errori. Fidarmi dei gusti di una ragazza che ascoltava Ligabue e non informarmi su Ozpetek e la sua passione per le mostre retrospettive. Scoprii solo allora che la mia apertura mentale sui gay non era condivisa pienamente dal resto del corpo. Nella scena di ficco di Accorsi non ebbi il tempo di chiudere gli occhi che un fascio di fotoni gay invase la mia retina distruggendo il sonno delle notti a venire. Uscito dal cinema gli occhi mi facevano purpi purpi (chi non è siciliano, non capirà ma fa' nulla). Non m'ero accorto che eravamo l'unica coppia etero della sala, all'uscita era un folleggiare di gente gaia che mi guardava con l'aria curiosa e vagamente maliziosa. Era agosto e la mia schiena era pervasa da brividi di freddo.
Me l'ero ripromesso, appena ho l'età giusta voglio vedermi un porno (che poi era solo mezzo) nel rispetto della legge. Fino ad allora l'avevo infranta allegramente, spesso senza testimoni di sorta, nel vigore solipsistico che solo l'autodeterminazione maschile conosce. La Marini era promettente per quel genere, le voci di corridoio scolastiche lo descrivevano come il Miranda dei nostri tempi, qualcuno diceva che la Valeriona spolpava un osso di prosciutto senza l'uso delle mani. Carico di aspettative coinvolsi un mio amico nella splendida iniziativa, trovammo un modello per la vita: Furio. La sua saggezza si scolpì nelle nostre giovani e ricettive menti "le donne vogliono solo tre cose. Cazzo, cazzo e... cazzo!". Una vaccata di dimensioni apocalittiche.
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