Non riesco a capire se sono diventato troppo sofisticato nei mei gusti oppure a volte, forse a causa del livello generale sempre più basso dei titoli che vengono distribuiti, ci si entusiasma in modo esagerato per film gradevoli ed interessanti ma ben lontani dall'essere fondamentali. L'ultimo caso è stato "Tutta la vita davanti". Amo molto Virzì ma, francamente, questa sua opera sul precariato non mi ha convinto del tutto, lasciandomi un forte sospetto di qualunquismo. Questo è un elenco casuale di sette titoli che ho visto negli ultimi mesi partendo da attese molto alte che poi sono andate parzialmente deluse. Non film brutti ma ben lontani dall'avermi esaltato.
Al di là di alcuni suoi meriti, non mi sembra riesca a sfuggire in pieno le trappole e le insidie di un cinema didascalico, fin troppo scritto e leggermente pretenzioso che vuole essere crudele e fedele specchio della realtà, ma rischia di risultare vecchio, superficiale e stereotipato, proprio come quell’Italia che sbeffeggia.
Buon film ma 15 nomination ai David di Donatello mi paiono esagerate. Evidentemente ci si è dimenticati del cinema di Carlo Mazzacurati ("Notte italiana" su tutti), autore di cui, non a caso, Molaioli, è stato aiuto regista sul set di "L'estate di Davide"
Per Fittante è un capolavoro, ma al di là dello splendido personaggio principale reso magnificamente da Felicity Huffman, il resto non evita facili stereotipi o banali soluzioni narrative. "Amici, complici, amanti" aveva ben altre profondità e sensibilità.
Una battuta bellissima: "Una volta volevo cambiare il mondo: ora voglio solo lasciare questa stanza con un pò di dignità!", diversi personaggi intensi, ma tante, troppe, cadute di gusto per uno spaccato che appassiona solo ad intermittenza, perdendosi spesso in un inutile e ridicolo voyeurismo masturbatorio alla Larry Clark
Mostruose prove d'attrici per un film che dà il meglio di sè quando si mantiene sottile ed ambiguo, il peggio quando con fastidiosa insistenza si affida a grossolane scene madri che lo trasformano in un melodramma urlato e pomposo.
Eccellente ed intrigante la prima parte quando la corruzione del protagonista non è ancora sfacciata ed esibita, ha uno sviluppo convenzionale e un epilogo fin troppo caricato. Il grande Denzel Washington poi è alla sua peggiore interpretazione: e infatti ha vinto l'Oscar. Sentiamo tutti la mancanza dell'irripetibile cinema poliziesco degli anni settanta ma strapparsi i capelli per questa robetta mi pare davvero troppo.
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