Dopo aver letto "Dei diritti dello spettatore", belle ed intelligenti playlist di cantautoredelnulla, mi sono incuriosito. Se un film induce nello spettatore un impatto (emotivo, visivo etc.) molto, ma molto diverso a seconda delle prevenzioni, della cultura, dello stato d'animo, delle convinzioni etiche ed ideologiche e così via, siamo di fronte ad un evento naturale. Come mai i "critici", professionisti e quindi come tutti coloro che devono valutare con la massima obbiettività l'oggetto o l'essere del loro lavoro, esprimono altrettanta disparità di giudizi ? Poichè mi è sembrata sempre buona quella rubrica "I 400 colpi", senza andare troppo indietro nel tempo ho ricavato i titoli di questi film così diversamente considerati. E' vero che sono uomini e donne, ma allora mi chiedo: e se la stessa variabilità di giudizio la tenessero anche altri Professionisti ? Forse una risposta l'avrei ma mi piacerebbe sentire prima altri appassionati
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