E' da qualche tempo che le case sono al centro dei discorsi e degli articoli economici in parecchie occasioni: la crisi immobiliare, il rendimento del mattone, la solidità delle nostre quattro mura... Ma vorrei riportare l'oggetto casa ad una dimensione più piacevole: in fin dei conti è lì che succedono molti dei fatti più importanti delle nostre vite, è lì che abbiamo installato le nostre "attrezzature cinematografiche", è lì che collezioniamo i nostri dvd! Cosa può significare una casa?
Quanto è commovente l'immagine della casetta di Carl in mezzo alle gru e ai palazzi, una fragile isola sull'orlo della catastrofe... La casa rappresenta tutta la vita di Carl, che non ha mai viaggiato e che ha coltivato con cura le sue mura, riempiendole di oggetti cari e preziosi ricordi. E non è un caso che il suo "mezzo di trasporto" destinazione cascate Paradiso sia proprio quella casa: come dire, mettere radici in un posto non preclude in assoluto la possibilità di nuove esperienze, non occorre necessariamente tagliare tutti i legami col passato per vivere qualcosa di nuovo. La casa è la storia di Carl, la sua vita e la sua saggezza, un tesoro pesante che merita di essere portato con sè.
La casa come sinonimo della propria vita: qui al contrario del film precedente però, per dare una svolta alla propria esistenza si decide di dare una svolta anche alla propria residenza: una giornalista inglese (Kate Winslet molto a suo agio nella commedia) e una produttrice di trailer di Los Angeles (Cameron Diaz, ultimamente cresciuta) decidono di scambiarsi casa per le feste, ma finiranno per trovare la loro strada e il loro amore. Che dire, non c'è limite alla provvidenza, e qui la casa è stata comunque lo spunto necessario per dare un nuovo senso alla quotidianità.
Come non citare la celebre casa di James Stewart, da cui non può assolutamente muoversi e che diventa teatro di un'indagine quanto meno insolita? Le mura consentono in questo caso una delle prime forme di "voyeurismo da vicinato", Truffaut lo ha definito il film dell'intimità violata e credo che il primo sentimento alla fine del film è forse il dubbio di non aver montato abbastanza tende alle proprie finestre... Non c'è niente da fare, la casa è assolutamente un attore più che protagonista delle nostre esistenze.
La casa è un protagonista d'eccezione in questo film che ho amato molto, uno dei thriller che secondo me tengono di più la tensione senza scadere mai nell'incredulità, anche grazie ad una buona alchimia tra tutti gli attori. La casa sembra davvero recitare un ruolo, è come se fosse l'eroe della storia, e anche se non ci troviamo tutti i giorni in una situazione simile per poter apprezzare il carattere "eroico" della nostra abitazione... è un motivo in più per amarla!
Forse la fonte di ispirazione per Panic room è stato questo ottimo film del grande Young, che tutti ricordano sempre per 007 ma che in realtà ha fatto altri capolavori. Questo è davvero uno di quelli, e in questo caso le mura in cui vive l'affascinante ma non vedente Susy, sono teatro di un'intrusione spaventosa: crediamo di conoscere quella casa meglio della protagonista perchè la vediamo e lei no, ma la realtà è che si rivela piena di possibili vie di fuga e scappatoie che solo Susy conosce.... per fortuna! La routine è in questo caso la fonte di salvezza!
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