Venti anni fa moriva Leonardo Sciascia. Ci lasciava uno dei massimi scrittori del novecento, una delle coscienze civiche più vivide della nostra letteratura. Ha raccontato l'Italia e il suo divenire storico evidenziandone, quando erano in pochi a farlo, quella vasta zona grigia in cui il lecito e l'illecito vivono in un' ambiguo rapporto di interdipendenza. Ha raccontato la mafia affrancandone gli archetipi da visioni troppo circoscritte in ambiti localistici facendoci intendere che se è vero che la mafia può avere radici di natura antropologica è vero altrettanto che non può conservarsi e durare nel tempo senza pensarla come una parte di un sistema corporativo di più vaste dimensioni. Sciascia ha raccontato "un paese dove non avevano più corso le idee, dove i principi - ancora proclamati e conclamati - venivano quotidianamente irrisi, dove le ideologie si riducevano in politica a pure denominazioni nel giuoco delle parti che il potere si assegnava, dove soltanto il potere contava". Per Sciascia la matrice da cui partire per decodificare nel miglior modo possibile i mali dell'Italia è l'immaturità di fondo del suo sistema politico. Una classe dirigente tutta presa dalla perpetuazione e conservazione del suo potere,mostrandosi capace per tal fine di ogni macchiavellica operazione politica, non poteva che produrre nel popolo italiano uno scarso senso civico e uno Stato percepito,quando non addirittura colluso con le mafie,non capace di vincere la battaglia contro di esse. Sciascia è stato un lucido osservatore della società italiana ed è triste constatare quanto le sue analisi siano ancora tremendemente attuali.
Il capitano Bellodi arriva dal nord e sa ben poco del muro di omertà che si erge a difesa degli omicidi di mafia. La sua ingenuità tuttavia rappresenta la rivoluzione culturale che ci vorrebbe.
Il professor Laurana viene stretto nella morsa di una fitta rete di complicità che consente all'onerata società di perpetuare i suoi illeciti alla luce del sole. Indisturbata.
Con Gian Maria Volonté, Franco Citti, Marcello Mastroianni, Mariangela Melato
I notabili della Democrazia Cristiana si ritrovano in un convento per degli esercizi spirituali. Per decidere le nuove spartizioni del potere e ridefinire gli incarichi di governo sulla base dei mutati rapporti di forza. La loro santa religione.
Con Lino Ventura, Tino Carraro, Marcel Bozzuffi, Max Von Sydow
Rogas arriva a scoprire un gioco troppo grande per pretendere di non rimanere da solo con la sua "storia fantastica". Intanto anche i rivoluzionari hanno paura della rivoluzione.
Con Gian Maria Volonté, Ennio Fantastichini, Renato Carpentieri, Renzo Giovampietro
Un giudice si oppone alla legge disumana della pena di morte. Avvalendosi sempre della legge insinua il beneficio del dubbio in quell' ingranaggio rozzo e retrivo che fu la macchina del regime fascista.
Con Silvio Orlando, Tommaso Ragno, Renato Carpentieri, Marine Delterme
L'abate Vella e "Il Consiglio d'Egitto". Ovvero, l'arte della menzogna che sa prendere con la ragionevolezza le fattezze della verità generalmente accettata.
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