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Noir, polar, fiere della morte e pozzi psichici: carambole tra letteratura e cinema
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Noir, polar, fiere della morte e pozzi psichici: carambole tra letteratura e cinema

Gli ultimi sette romanzi che ho letto, più o meno arbitrariamente associati a titoli di film.


1- Caryl Férey, Zulu (Ed. or. Série Noire Gallimard, 2008, 400 pp.), Mondadori, Collezione Strade Blu, 2009, pp.347, €  18,00.

Cape Town, Sudafrica. In seguito al ritrovamento del cadavere sfigurato e martoriato di Nicole Wiese, giovane figlia di un ex campione del mondo di rugby, il capo della polizia criminale Ali Neuman (trentacinquenne di etnia zulu) e i colleghi Brian Epkeen (capitano quarantatreenne contrario all'apartheid) e Dan Fletcher (sergente di talento dal carattere impressionabile), danno il via all'indagine. I meticolosi esami autoptici effettuati dal medico legale Tembo rivelano la presenza di metanfetamina e di una sostanza non identificata nel sangue della vittima. Base del tik, la droga più diffusa tra la gioventù di Cape Town, la metanfetamina produce spaventosi effetti neurologici, ma la sconosciuta molecola aggiunta la rende ancora più devastante. Chi c'è dietro questa nuova polvere? Perché è stata inalata da una giovane bianca benestante e non dai soliti tsotsi delle township?

Premiato nel 2008 col "Grand prix de littérature policière", Zulu è un noir sfaccettatissimo che nella straordinaria complessità strutturale testimonia la marcata poliedricità del suo autore (viaggiatore incallito, penna della "Guide du Routard", collaboratore di vari musicisti nonché scrittore di romanzi per ragazzi). Frutto di ricerche letterarie e sul campo durate più di quattro anni, il noir di Férey gira al largo da ogni manicheismo e si immerge corpo e anima nel Sudafrica alla vigilia della coppa di mondo del calcio del 2010, scadenza che incombe sulla realtà politica del paese come una vera e propria spada di Damocle. Occasione unica di visibilità e prestigio, l'imminente evento sportivo rappresenta una poderosa arma nelle mani dei potentati economici, First National Bank in testa, per esercitare pressione sulla prima democrazia africana (l'African National Congress di Nelson Mandela è al governo dal 1994) e per criticarne aspramente l'operato. In questo scenario ricco di tensioni e frizioni, le multinazionali farmaceutiche trovano il terreno adatto per testare in segreto nuovi prodotti, approfittando della complicità di influenti e spietati funzionari dell'apartheid sfuggiti alla giustizia democratica grazie a conoscenze e favoritismi. E' la violenza la chiave di volta: un'ondata ininterrotta di soprusi e bagni di sangue che attraversa la storia recente del Sudafrica, a partire dalle spedizioni punitive dei vigilantes nel bantustan, la riserva dei neri durante l'apartheid, contro i sostenitori del movimento della Coscienza di Steve Biko (è in una di queste che il padre del capitano Ali è stato impiccato e il fratello maggiore bruciato vivo) alle guerre per il controllo del territorio tra le gang di tsotsi nella township di Khayelitsha (a sud-est di Città del Capo).


2- Laura Liberale, Tanatoparty, Meridiano zero, 2009, pp.128, € 9,00.

A poco meno di 65 anni, Lucilla Pezzi, ex esponente della neoavanguardia e artista dissacrante, sta morendo di cancro. Ma, estrema opera d’Arte Totale, ha deciso di fare della propria fine una performance. Luogo prescelto per l’evento: Tanatexpo, la fiera della morte.

Ossessioni. Tanatoparty è un libro di ossessioni. A partire da quella dichiarata dall’autrice Laura Liberale nella duplice dedica (iniziale e finale): la febbrile ricerca di un filo che colleghi le date di nascita e di morte del padre e le suggerisca un’immagine che ne condensi l’esistenza. E, sottesa a questa turbolenta esplorazione segnica, si indovina l’ossessione originaria di ogni sforzo espressivo: mettere ordine al caos. Articolato in sette pannelli e incorniciato dalle già menzionate dediche, Tanatoparty racconta con un’esposizione a punto di vista variabile l’estremo atto artistico della performer Lucilla Pezzi. Ma lo fa dotandosi di lunga rincorsa prospettica, seguendo nella prima parte (pp.15-74) gli invitati più direttamente interessati dalla “necroperformance” e descrivendo nella seconda (pp.75-117) il contesto dell’esposizione e l’evento clou allestito dall’artista con la collaborazione tecnica della dottoressa Clotilde Rousselot. Se i capitoli riservati agli invitati gettano uno sguardo storico sulle loro vicende individuali e sui loro rapporti con Lucilla, quelli consacrati alla Tanatexpo inquadrano la fiera della morte nei suoi aspetti commerciali e spettacolari, celebrandone lo sfarzo grottesco.


3- Christian Lehmann, Il seme della colpa (Une question de confiance, 2002), Meridiano zero, pp. 160, € 13,50

Medico televisivo e autore di bestseller attualmente in crisi di popolarità, il dottor Laurent Scheller confida di tornare in auge grazie al progetto di un nuovo programma proposto al direttore della Rete. Ma una sera riceve una telefonata sconvolgente: è Béatrice Salvaing, moglie dell' ex collega e amico Thierry, che implora il suo aiuto per far uscire di prigione il marito. L'accusa che grava sulla testa del medico di famiglia Salvaing è di quelle da prima pagina dei giornali: eutanasia. Anziché ricorrere alle frasi di circostanza e assicurare un intervento a distanza per mobilitare l'opinione pubblica, Laurent sale in macchina e si precipita da lei a Villers (nelle Yvelines). Riuscirà a togliere dai guai l'amico? La sua già pericolante carriera televisiva ne risulterà danneggiata?

Se amate i libri che attingono all'esperienza vissuta dall'autore, Il seme della colpa fa per voi. Medico generico dal 1985 e apprezzato scrittore per bambini, Christian Lehmann (classe 1958) è difatti un autore che trasfigura in forme letterarie la sua conoscenza diretta del sistema sanitario francese, lasciandola trasparire in filigrana. Perché in filigrana e non in primo piano? Essenzialmente per due motivi: in primo luogo perché, come ogni scrittore che si rispetti, Lehmann non sacrifica l'elaborazione letteraria sull'altare della veridicità e, in secondo luogo, perché sa che per evitare la spettacolarizzazione dell'argomento scottante e per renderlo intimamente efficace occorre agganciarlo a un tema di più ampia portata che sia in grado di avvolgerlo e assorbirlo.


4- Gaston Leroux, Il mistero della camera gialla (Le mystère de la chambre jaune, 1907), I Grandi del Mistero, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1986, pp.15-190, Lit. 18.000.

Reporter diciottenne dotato di uno stupefacente talento investigativo, Joseph Joséphin, detto Rouletabille a causa della "testa rotonda come una palla", è stato incaricato dal giornale L'Epoque di occuparsi del fatto di sangue avvenuto nel castello del Glandier (situato ai margini del bosco di Sainte-Geneviève, poche miglia a sud di Parigi). Qui la signorina Mathilde, figlia trentacinquenne dell'illustre scienziato professor Stangerson, è stata assalita durante la notte da un misterioso aggressore che ha cercato di ucciderla. La donna si è difesa sparandogli e ferendolo, ma, intervendo immediatamente, i soccorritori non hanno trovato nessun altro all'infuori di Mathilde accasciata al suolo e ferita alla tempia. Come ha fatto l'aggressore a fuggire se la camera di Mathilde era chiusa a chiave e le imposte dell'unica finestra munita di grate erano ugualmente chiuse dall'interno? Al giovane Rouletabille il compito di risolvere l'enigma.

Pubblicato tra il 7 settembre e il 30 novembre del 1907 sul supplemento letterario della rivista L'Illustration (12 puntate di 16 pagine) e successivamente raccolto in volume, Il Mistero della Camera Gialla è uno dei primi feuilleton polizieschi della letteratura francese (insieme a I misteri di Parigi di Eugène Sue, L'affare Lerouge di Émile Gaboriau e L'arrestation d'Arsène Lupin di Maurice Leblanc). Ne è autore Gaston Leroux, ex avvocato e cronista giudiziario de Le Matin (all'epoca il più importante quotidiano di Parigi). Di ritorno dalla Russia, dove Le Matin lo aveva inviato come corrispondente, Leroux decide di ingaggiare una sfida di abilità letteraria con i maestri riconosciuti della detective story, concependo una storia poliziesca basata sulla situazione limite del crimine compiuto in una camera chiusa dall'interno, con la quale si erano già misurati Edgar Allan Poe (I delitti della Rue Morgue), Conan Doyle (La banda maculata) e Israel Zangwill (Il grande mistero di Bow). Ne scaturisce Le mystère de la chambre jaune, romanzo intriso di atmosfere sinistre e costellato di surreali colpi di scena che entusiasmò Jean Cocteau al punto da spingerlo a scriverne un'entusiastica prefazione.


5- Gaston Leroux, Il profumo della dama in nero (Le parfum de la dame en noir, 1908), I Grandi del Mistero, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1986, pp.195-372, Lit. 18.000.

Celebrato il matrimonio nella più stretta intimità, i coniugi Darzac (Mathilde e Robert) partono per la luna di miele in Oriente senza ricevere i saluti del giovane e amato reporter Rouletabille, che, eclissatosi inspiegabilmente durante la cerimonia, non si è presentato neppure alla stazione per la partenza degli sposi. Ma qualcosa va storto durante la prima parte del tragitto e, costretti a rinunciare al viaggio di nozze, i Darzac raggiungono il padre di Mathilde a Mentone, dove saranno ospiti dell'amico comune Arthur Rance (e consorte). Un telegramma confidenziale inviato da Robert avverte Rouletabille del repentino cambio di programma, esortandolo ad accorrere immediatamente a Mentone. Insieme al fedele compagno Sainclair, il giovane reporter dell'Epoque si reca al castello dei Rance dopo aver fatto tappa al collegio di Eu, istituto in cui ha trascorso la sua infanzia, per riassaporare il profumo della dama in nero.

Uscito a puntate tra il 26 settembre 1908 e il 2 gennaio 1909 sul supplemento letterario della rivista L'Illustration, Il mistero della dama in nero è il secondo feuilleton di Gaston Leroux dedicato alle straordinarie avventure di Joseph Rouletabille reporter. Né più né meno che un seguito del romanzo precedente (anch'esso pubblicato a puntate sulla stessa rivista), Le Parfum de la dame en noir inizia precisamente dal punto in cui Le Mystère de la chambre jaune finisce, ovvero dal matrimonio tra Mathilde Stangerson, figlia dell'illustre scienziato di origine americana, e Robert Darzac, professore di fisica alla Sorbona e storico spasimante di Mathilde. Brillantemente risolto Il mistero della camera gialla, il giovane reporter del giornale L'Epoque deve ora vedersela con l'inquietante ricomparsa del criminale-trasformista Frédéric Larsan che, creduto morto in un naufragio, riappare a Mathilde precipitandola nello sgomento e nella disperazione. In pieno spirito feuilletonistico, la sinistra riapparizione di Larsan (che sappiamo essere il vero padre del reporter) si accompagna ad una sconvolgente rivelazione: la dama in nero che si curava di Rouletabille quando questi era ospite del collegio di Eu altri non è che sua madre. Così Joseph è finalmente in grado di ricostruire la reale identità dei genitori: il temuto criminale Larsan e la suggestionabile Mathilde Darzac. In questo tumulto affettivo, combattuto tra l'avversione per il diabolico padre e l'adorazione per l'angelica madre, Rouletabille cerca di sventare il perfido progetto paterno di riappropriarsi di Mathilde con l'inganno e l'astuzia. Edipo in piena regola.


6- Hugues Pagan, Dead End Blues (L'étage des morts, 1990), Meridiano zero, 2000, pp.254, € 8,00.

Parigi, dicembre. Allontanato dal reparto investigativo in seguito a una sparatoria costata la vita a un criminale, un ispettore di polizia senza nome (non viene mai designato nel corso del libro) è stato assegnato alla Notte. Qui, seguito e fiancheggiato dalla fedele Léon, compie il suo dovere con disillusa efficienza, andando a raccattare cadaveri decapitati sull'asfalto e affrontando rapinatori disperati armi in pugno. Ma una mattina, rientrato a casa dopo il turno all'Usine (l'Officina: la polizia in gergo interno), trova ad aspettarlo il vecchio amico e collega Franck che gli propone un colpo milionario: intercettare una macchina imbottita di dollari necessari all'acquisto di una partita di droga.

"I soli sentimenti che l'uomo sia mai stato capace di ispirare al poliziotto sono l'ambiguità e la derisione...": questa citazione di François-Eugène Vidocq non si trova in Dead End Blues, ma è la didascalia iniziale di Un Flic (Notte sulla città, 1972), l'ultimo film di Jean-Pierre Melville. Ebbene, se il commissario Edouard Coleman di Un Flic avesse scritto un libro, questo sarebbe senza possibilità di errore L'étage des morts ('Il piano dei morti': titolo originale del libro di Pagan che, come si legge in nota a pagina 15, "è una sorta di anagramma fonetico di état-major, ed è la denominazione corrente usata dai poliziotti parigini per il quartier generale della polizia giudiziaria"). Primo atto di una trilogia noir che proseguirà con Quelli che restano (Tarif de groupe, 1993) e si concluderà con La notte che ho lasciato Alex (Dernière station avant l'autoroute, 1997), Dead End Blues è infatti il diario di un morto. Non fisicamente, ma moralmente e sentimentalmente. Come il commissario di Melville agiva freddamente e meccanicamente senza tradire alcun sentimento personale, così l'ispettore di Pagan abita la notte al di là di ogni speranza o aspirazione: sono entrambi individui che hanno varcato la linea d'ombra. Spettri con l'arma d'ordinanza. Ectoplasmi che dall'aldilà contemplano le assurde ambizioni degli uomini con uno sguardo così inappellabile e distaccato da confondersi con lo sguardo della Giustizia.


7- L.R. Carrino, Pozzoromolo, Meridiano zero, 2009, pp.288, € 15,00.

Rinchiuso da quasi venticinque anni in un ospedale psichiatrico giudiziario, Gioia, travestito trentanovenne con un vissuto duro e violento, cerca di ricordare il motivo per cui si trova lì. Rielaborando le visioni notturne generate dalle ombre della sua camera, scrive un diario nel quale le figure della sua infanzia - e della fuga provvisoria dall'OPG - si manifestano con un'intensità variabile a seconda del trattamento farmacologico somministratogli e del periodo dell'anno, raggiungendo il picco di massima intensità nel mese di agosto. Il giorno 10.

Serenase, Diazepam, Remeron, Doxepina, Zyprexa, Rivotril, Anatensol, Haldol: questi alcuni degli psicofarmaci che narcotizzano la mente di Gioia, ingolfandone le facoltà, intorpidendone la memoria. Quando il trattamento farmacologico è meno anestetizzante, la sua sofferenza si acutizza, ma, insieme all'accresciuta persecutorietà dei fantasmi interiori, le immagini che Gioia trascrive sul pc si fanno più precise, nette, imperiose. Un diario che fatica a comporsi poiché sull'orlo di un doppio baratro: quello della sedazione e quello dell'impazzimento ("Ho imparato che sono malata ma non tutta malata, che questa malattia non dura, ma non dura a lungo nemmeno la mia tranquillità").

Paradossalmente, nei momenti di maggiore lucidità mnemonica, le date schizzano fuori dal calendario (41 febbraio, 56 maggio, 77 giugno) o si inceppano su un solo giorno (10 agosto), frammenti di significanti rimossi si incistano nel tessuto narrativo (frasi o interi capoversi sbarrati): la verità è incastonata nel delirio. Tutto parla, si anima: il sudore frigge, il tempo trascorre nelle vene, le ombre imbrogliano, il buio invecchia, la quercia ama, la notte sussurra e promette. Un mondo, quello di Gioia, attraversato dal desiderio di comprensione, dal bisogno inappagato di un affetto gratuito come quello che riceve momentaneamente da Saverio, l'ennesimo amante della madre ("Una cosa unica per me, l'unico che mi voleva bene senza un motivo").

Playlist film

Purple Rain

  • Musicale
  • USA
  • durata 111'

Titolo originale Purple Rain

Regia di Albert Magnoli

Con Prince, Apollonia Kotero, Olga Karlatos, Morris Day, Clarence Williams III

Purple Rain

In streaming su Apple TV

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Da una nota a piè di pagina di Zulu: "Nome dato all'acqua di colore viola per disperdere i manifestanti".

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

I baroni della medicina

  • Drammatico
  • Francia, Germania Ovest, Spagna
  • durata 105'

Titolo originale Sept Morts Sur Ordonnance

Regia di Jacques Rouffio

Con Michel Piccoli, Gérard Depardieu, Jane Birkin, Marina Vlady, Charles Vanel

I baroni della medicina

Menzionato due volte nel Seme della colpa. Thriller medico diretto da Jacques Rouffio ispirato a un fatto di cronaca. Film di tono scopertamente chabroliano impreziosito da interpretazioni sopraffine: oltre alla prova tormentosamente compassata di Michel Piccoli e a quella nervosamente guascona di un Depardieu a inizio carriera, troneggia un Charles Vanel letteralmente monumentale. Splendido commento musicale di Philippe Sarde.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Il mistero della camera gialla

  • Commedia
  • Belgio, Francia
  • durata 118'

Titolo originale Le mystère de la chambre jaune

Regia di Bruno Podalydès

Con Denis Podalydès, Jean-Noël Brouté, Claude Rich, Scali Delpeyrat, Sabine Azéma

Il mistero della camera gialla

Quinto adattamento cinematografico dell'omonimo e celeberrimo romanzo di Gaston Leroux, Le Mystère de la chambre jaune è una pellicola in perfetto equilibrio tra libertà di trasposizione e fedeltà alla fonte letteraria. Se nel romanzo di Leroux l'indagine era immersa in un'atmosfera sinistra non priva di accenti gotici, nella riduzione di Bruno Podalydès l'inchiesta si svolge in una cornice giocosamente intagliata con situazioni buffe. Il dramma a tinte fosche si trasforma in una commedia poliziesca.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Le parfum de la dame en noir

  • Poliziesco
  • Francia
  • durata 115'

Titolo originale Le parfum de la dame en noir

Regia di Bruno Podalydès

Con Denis Podalydès, Sabine Azéma, Jean-Noël Brouté, Pierre Arditi, Isabelle Candelier

Le parfum de la dame en noir

Presentato Fuori Concorso alla 62a Mostra del Cinema di Venezia, Le parfum de la dame en noir è la quarta trasposizione cinematografica dell'omonimo feuilleton di Gaston Leroux e il secondo adattamento delle avventure di Joseph Rouletabille reporter realizzato da Bruno Podalydès. Dopo Le Mystère de la chambre jaune (2003) Podalydès si dedica al suo seguito, azzeccando l'equilibrio tra enigma e burlesco già ottenuto nella riduzione di due anni prima.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

L'anno del dragone

  • Noir
  • USA
  • durata 136'

Titolo originale The Year of the Dragon

Regia di Michael Cimino

Con Mickey Rourke, John Lone, Ariane, Leonard Termo, Raymond J. Barry, Caroline Kava

L'anno del dragone

In streaming su Infinity Selection Amazon Channel

vedi tutti

Da Dead End Blues: "Senza togliermi il giubbotto, ho slacciato la fondina ascellare e piano piano mi sono liberato di ogni cosa: la mia pistola, nella fondina che portavo orizzontale, di modo che il calcio scivolasse sulle dita - come Mickey Rourke nell'Anno del dragone, solo che io ero molto più veloce di lui (...)".

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La notte di San Lorenzo

  • Drammatico
  • Italia
  • durata 105'

Regia di Paolo Taviani, Vittorio Taviani

Con Omero Antonutti, Margarita Lozano, Claudio Bigagli, Dario Cantarelli, Massimo Bonetti

La notte di San Lorenzo

Da Pozzoromolo: "Stanotte tutte le stelle cadono di più, è notte, una notte di agosto che ha smarrito il sogno. Agosto è il mese in cui sogno di più. Sono dispersi tutti i i miei tasti di uscita. Una germinazione infetta il mio sguardo, come se fossi seduta in questa stanza da chissà quale tempo, la camera ardente della mia infanzia, lo sguardo rimasto a guardia della mia infanzia, lo sento che mi corrode e mi spella da dentro".

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