Dalle ombre dell'Olocausto alle nebbie del sionismo. Se le gesta di gente come Lubitsch, Lang, Pabst, Ophuls sono la causa... la gioiosa caccia allo scalpo nazi di Tarantino è l'effetto. Una miccia lunga quasi 70 anni di Storia e di cinema (e di storia del cinema).
Come le repliche a teatro, il thriller tragicomico di Lubitsch del '42 è un capolavoro senza tempo che continua a rispuntare sul cartellone: dal treno per vivere di Mihaileanu a "La vita è bella" di Benigni; dalla comicità sguaiata del remake di Mel Brooks alla leggerezza elegante de "L'ultimo metro" di Truffaut. E non dimentichiamo la storia nascosta nell'"Underground" di Kusturica... Tutti deliziosi epigoni del Lubitsch Touch applicato alla sublime finzione.
Dustin Hoffman dà la caccia a Sir. Laurence Olivier, sadico dentista nazi. Un paio d'anni dopo lo stesso Olivier sarà astuto cacciatore ebreo sulle tracce del nazista Mengele ("I ragazzi venuti dal Brasile").
Caro Truffaut, continui ad essere l’angelo custode degli amanti del cinema e di chi segue il filo rosso che intreccia passioni, visioni, memorie e malinconie… Gli abitanti del teatro Montmartre (sopra e sotto il palcoscenico...) sono gli eroi più tipici di questa patria chiamata umanità.
Lo straziante tema composto da John Williams (e suonato dal violino di Itzhak Perlman) è musica per fantasmi. Canti e visioni dall'oltretomba della Storia.
Con Lionel Abelanski, Rufus, Clement Harari, Michel Muller, Johan Leysen
Radu Mihaileanu (con musiche di Goran Bregovic) è tra quelli che suonano e risuonano la gloria senza gloria del Lubitsch Touch sul nazismo. «Dio ride. Ed essendosi sconsideratamente eletti come suo popolo, gli ebrei non possono che ridere di se stessi.» (Moni Ovadia Touch sull'ebraismo).
Melanie Laurent inconsolabile e incontenibile sposa in nero della celluloide. Quella sporca dozzina di apache e quello spietato occhio bastardo di Tarantino fanno giustizia seguendo i sentieri selvaggi del cinema...
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