Dice Vladimir Majakovski: “Per me il cinema è quasi una concezione del mondo”. Già, del mondo; della realtà, individuale e collettiva. Questi sono 7 film, in ordine di visione, che da 5 anni contribuiscono a far divampare la passione. Li dividono forma e contenuto (oltre che la rispettiva qualità cinematografica, non c’è dubbio); ma sono film che, in qualche modo, hanno influenzato il mio guardare, sentire e approcciarmi al cinema e al suo modo di mostrare e mostrarsi alla vita… e alla vita di mostrarsi nel cinema...
(2004) Il film sul cinema, negli occhi di un voyeur che si fa spettatore e infine corpo di scena, parte dell’opera. La rear window cresce ad ogni visione; per me è stata la prima luce, il primo significato: sul cinema, del cinema.
(2005) Il finale cambia a seconda dello stato d’animo in cui lo guardo. Ecco che Cecilia mi sembra perduta per sempre, imprigionata nella sua trappola di sogni, volontariamente incapace di affrontare la realtà senza rifugiarsi in un’altra dimensione. Poi invece la vedo libera, finalmente, di guardare con i giusti occhi e consapevolezza ad un mondo a cui non potrà mai appartenere, ma che continuerà a cullarla e vegliare su di lei, da lontano.
(2006) Lo spietato sguardo su un universo che volge al termine, il disperato rifiuto del decadimento e l’affermazione della propria identità come simbolo, come idea di uno stile di vita che collassa calpestato dal suono. Alla fine rimangono solo gli spettri, svelati dalle luci. Gloria Swanson scende dalle scale e fa a brandelli la pellicola.
(2006) Il cielo è fatto di cartone, l’acqua è manovrata dalle macchine, uno schermo si impadronisce totalmente dell’esistenza altrui, un uomo domina l’essere umano vero, che si ribella e sceglie. Là fuori, si addentano hamburger e con aria annoiata, si cambia canale.
(2007) Quelle dita che si stringono sulla maniglia e sono assoluto strazio, che risuona in ogni goccia d’acqua, mentre i sogni si sgretolano sotto quella infinita pioggia. Pura poesia che dilaga.
(2008) Il mondo che è palcoscenico tratteggiato dal gesso e il palcoscenico che rappresenta il mondo. La grazia che si libera dalle catene e si abbatte come una mannaia adempiendo alla giustizia. Saggio contorto sulla natura ancestrale degli esseri umani, un homo homini lupus spinto fino all’estrema negazione di ogni altro aspetto.
(2009) Poi è arrivato Lynch e il suo no hay banda, e la terra inesplorata dell’inconscio è stata squarciata. Penetrare nei vortici della psiche e affogare totalmente nelle visioni irregolari dell’oblio, venire scortati nella scatola blu dei suoi incubi, tra i corpi che si muovono come manichini, mentre la voce rimbomba da abissi lontani.
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook, ma c'è un nick con lo stesso indirizzo email: abbiamo mandato un memo con i dati per fare login. Puoi collegare il tuo nick FilmTv.it col profilo Facebook dalla tua home page personale.
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook? Vuoi registrarti ora? Ci vorranno pochi istanti. Ok
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta