"Sempre", che parolona. La società degli assoluti non ammette zone grigie, oasi di incertezze, lentezze ponderate. Prevalgono gli assolutismi perchè non abbiamo molto tempo da dedicare al prossimo, ancora meno per noi stessi e quindi è meglio essere chiari, diretti, sicuri in modo da impegnarci il meno possibile nell'essere empatici con il mondo che ci circonda e cercando di soffrire il meno possibile quando le nostre sicurezze vengono inevitabilmente disattese dall'imprevedibile marea della vita. Per quanto mi riguarda questi sono i miei film preferiti "in questo periodo". Soffrirei a morte sapendo che oltre a questi, nel futuro non ci sarà nulla di meglio.
L'horror per antonomasia, lo zombi è il mostro più attuale e comune: consumatore perfetto, reitera le proprie azioni meccanicamente senza rimorsi. Non ha bisogno di sindacati, Inps, Inail e di tutto questo non gliene frega nulla.
Un quadro in movimento. La luce piegata ai voleri di un genio scontroso che dipinge la guerra, la decadenza, l'amore e la morte, mentre profondità di campo inaudite stratificano i temi in istantanee senza pietà.
Come si scrive un film, signori. Il Verbo prende carne e spara senza pernsarci su. Uno shock la prima volta, come l'iniziazione carnale: ti senti un po' più sporco e nello stesso tempo un po' più adulto.
Gli alieni sono tra noi che facciamo finta di non vederli. Garrone filma l'infilmabile, l'autopsia di corpi precipitati con una delirante astronave nel bel mezzo di una città.
Meraviglioso affresco di un futuro remoto. Quello in cui Dick sbagliava era semplicemnte che il futuro ipotizzato non è poi così romantico e purtroppo gli androidi vengono costruiti dagli uomini infettati dai loro difetti.
Il secondo episodio della saga del Rag. Fantozzi è sublime così sospeso tra l'iperbole delle mortifere dinamiche aziendali e il grottesco espressionismo della maschera della sconfitta nazional popolare.
Con Jung Suh, Kim Yoosuk, Park Sung-hee, Jo Jae-hyeon, Jang Hang-seon
Kim ki Duk e suoi uncini. I suoi personaggi muti e mutilati nel corpo e nell'anima. Poesia senza parole, poesia che toglie il fiato nella più rarefatta dimostrazione che il cinema è solo ed esclusivamente il racconto per immagini.
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