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Col coso di fuori nella casa della cosa
di ROTOTOM ultimo aggiornamento
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Col coso di fuori nella casa della cosa

Ho sempre amato la suddivisione in macrogeneri con la quale gli amici romani, sempre per la loro naturale predisposizione a non rendersi la vita difficile, dividono il cinema: “filme zozzi”;” filme de paura”;” filme da piagne”;” filme da ride”. Sono assolutamente d’accordo e ogni Blockbuster presente sul territorio nazionale dovrebbe adottare questa salvifica divisione dei generi invece delle più asettiche categorie tipo “emozioni” “relax” e via dicendo, che nulla spiegano. Ci sono “filme” però che racchiudono più di un tema proposto, si contaminano e si ibridano. Un “filme zozzo” può anche” fa’ ride”? E se un “filme de paura” diventa un “filme zozzo” e poi “se piagne”? Come si catalogano questi film borderline che hanno cambiato pelle magari durante la lavorazione? Ma ancora peggio: se un “filme da ride”, in finale, NUN FA RIDE? E’ possibile inserire in archivio sotto “filme da piagne” un film che nelle intenzioni avrebbe dovuto fare piagne ma non riesce nel suo scopo provocando il più ingenuo degli sbadigli? Allora ecco la proposta di inserire insieme ai quattro macrogeneri elencati, i seguenti sottogeneri: “filme che doveva fa’ ride”; “che doveva fa’ piagne”;” che doveva fa’ paura”; “che doveva esse’ zozzo”.

 

Gli ibridi potranno essere collocati nella sezione “filme che nun se sa”. Purtroppo questa divisione in sotto-macrogeneri non tiene conto di un problema pratico estremamente limitante, ovvero della necessità della personale visione di tale “filme” per poterlo definire con maggiore precisione e inserirlo nella categoria adeguata. Infatti, mentre i macrogeneri fondamentali sono estrapolabili dalla breve sinossi nel retro del DVD e adattati con la tipica cadenza romanesca alle esigenze di una fruizione popolare, i sotto-macrogeneri sono suscettibili delle personali inclinazioni e esigenze artistico-emotive, se non di un singolo fruitore, almeno di una nutrita e selezionata composizione di fruitori dalle caratteristiche sociali, culturali e economiche il più omogenee possibili. Poiché se è vero che un “filme” può “fà ride” per un suo sofisticato umorismo dai doppi sensi a sfondo culturale-sociologico una stretta cerchia di intellettuali che trovano divertente mettere alla prova il proprio background culturale nello sberleffo proprio di quel background, dimostrando contemporaneamente sia di saper ridere del proprio “status”, sia di affermare la partecipata e consapevole appartenenza a quello “status” nei confronti del resto del genere umano, è altresì vero che lo stesso “filme” non farà “ride” chi trova nello sbracamento di pancia con armoniose flatolenze e nella bassa macelleria delle battute a sfondo machista-sessuale, quella comicità che marchia di orgoglio proletario e che grazie all’ignoranza fieramente esibita distingue il viscerale borgataro da quella casta di intellettuali snob ai quali vorrebbe in fondo in fondo appartenere.

 

Triste invece il caso della coppia ciabattata in cerca di emozioni lubriche e proibite, un martedì non-di-champions league, che si noleggia il divuddì d’un “filme zozzo” che dovrebbe fungere da diapason per la sinfonia erotica di corpi allagati nella quotidianità uggiosa del mutuo e ormai in procinto di arrendersi alla legge di gravità, e che alle prime immagini di una produzione d’alta qualità californiana, tra bicipiti guizzanti, glutei sodi, pelle tesa e abbronzata, seni fieri e membri memori della potenza architettonica della Grecia classica, si vedono scaraventati nel limbo delle pietre di paragone i cui rimpianti non vengono confortati dal reciproco sguardo, ora rivolto verso un altrove remoto, mentre i silenzi ancora sovrastati da mugolii professionali, piegano la visione del “filme” ad un genere “da piagne”, da non raccontare, da nascondere e dimenticare.

Cosa che invece non riguarderebbe la coppia di ventenni presi nel maelstrom ormonale tipico dell’età, desiderosi di misurarsi con un supporto didattico di comprovata efficacia, per l’occasione scaricato da qualche sito felicemente illegale posto sotto il vigile e bonario sguardo paternalistico del maresciallo della polizia postale di turno. So’ regazzi. La divisione di sotto-macrogeneri deve pertanto essere, per essere il più efficace possibile e guidare il fruitore verso una visione consapevole del prodotto il più possibile in linea con le proprie attitudini, gusti e grado di cultura, ulteriormente frammentata in sotto-sotto-macrogeneri territoriali e sociali. Ad esempio avremo il genere “filme zozzo da paura” e “filme da piagne da ride” semplici esempi di iperbole e ossimori tipiche delle zone a bassa scolarizzazione i cui allacciamenti emotivi si palesano nell’istintivo azione-reazione che connota le produzioni di facile intelleggibilità.

Mentre il genere “filme zozzo da piagne” o il genere “da ride de paura” implicano una capacità di astrazione del pensiero superiore, indicativa di una fetta di pubblico intellettualmente più preparata per accostarsi a produzioni sofisticate, drammatiche e tribolate o altrimenti consci dell’affabulazione cinematografica che trova nel basso profilo dei film deleteri una giustificazione snob carica di significati reconditi a tutti, tranne che a pochi per cui………..(continua)?.......

Playlist film

Un lupo mannaro americano a Londra

  • Horror
  • USA
  • durata 97'

Titolo originale An American Werewolf in London

Regia di John Landis

Con David Naughton, Jenny Agutter, Griffin Dunne, John Woodvine, Brian Glover

Un lupo mannaro americano a Londra

In streaming su Plex

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Superbo. Paura e ironia si mischiano e si contaminano. L'amico sventrato è la spalla comica. I porci nazi sparano alla tele che trasmette i Muppet di Frank Oz che fa un cameo. Nel cinema porno va in scena l'umorismo surreale di Landis....chapeau

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Il cartaio

  • Thriller
  • Italia
  • durata 106'

Regia di Dario Argento

Con Stefania Rocca, Liam Cunningham, Silvio Muccino, Adalberto Maria Merli

Il cartaio

In streaming su Infinity Selection Amazon Channel

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Terribile esercizio di non stile. La negazione palese di qualsiasi forma d'arte eleva a iperbole del sublime questa miserabile cialtronata. Più che genere, de-genere.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

L'impero dei lupi

  • Azione
  • Francia
  • durata 128'

Titolo originale L'empire des Loups

Regia di Chris Nahon

Con Jean Reno, Arly Jover, Jocelyn Quivrin, Laura Morante, Philippe Bas, Didier Sauvegrain

L'impero dei lupi

In streaming su Infinity Selection Amazon Channel

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Prendere un cucchiaio d'horror, due stille di thriller, odore di immigrazione clandestina. Mescolare con paranoie anti terroristiche post 11/9 e aggiungere la metafisica dello scambio d'identità. Guarnre con Corruzione, Serial Killer, Spy Story e servire.

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