Un antico proverbio arabo dice "Date il cavallo più veloce a colui che ha detto la verità".
Oggi è un altro 12 dicembre.
Tanti, troppi, non sanno nemmeno cosa significa: l'Italia derubata e colpita al cuore, l'Italia nuda come sempre. Tanti degli animatori di questa comunità non erano nemmeno nati, e questa brutta storia se la son sentita raccontare. Ma da chi? Anche oggi, forse, i telegiornali diranno due parole di commemorazione. Ma la verità, è ancora troppo grossa, per tirarla fuori tutta, e non si conoscono colpevoli. Fallito, ma non difinitivamente, il tentativo di addossare la colpa agli anarchici, tentativo che produsse un'altra scia di morti, da Pinelli a Calabresi a Saltarelli, ciacuno nel proprio ruolo, e la distruzione di un vivo (Valpreda). Con tutta la stampa, compresa quella di sinistra e fatte salve pochissime eccezioni, subito schierata su quella tesi istituzionale, per dar inizio ad una nuova maldestra caccia alle streghe.
Prove generali per la realizzazione di quel che Orwell aveva preconizzato e Kafka delirato: solerti scrivani che, nell'ombra e nell'humus, riscrivono giorno per giorno la Verità, in modo che sia sempre coerente a quanto il Potere deve promulgare per difendere la propria sussistenza e i propri interessi. Nonostante siano, a volte, in antitesi alla sua lustra facciata. Dodici dicembre, ancora, dopo quasi 40 anni. La Verità sulla notte che scese a Piazza Fontana, forse l'ha portata via qualcuno, fuggito via sul cavallo più veloce.
Alla fine, sono stati riabilitati. Aspettando ancora un po', e chissà quale altro Obama, forse si riabiliteranno anche i 5 di Chicago. C'è chi è morto senza averla, la verità
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