Prefazione: "L'uomo che ebbe in dono ogni virtù". Più e più volte mi sono chiesto se Dio esiste, ed ho cercato tante risposte, tante, innumerevoli, ho sprecato il mio Tempo a spiegarmi un'incognita impossibile. Molti prima di me hanno cercato la "ragione" dell'esistenza umana. E molti si sono appellati alla scienza, la fonte di sostegno dell'uomo che cerca nelle ricerche un appiglio alla realtà dell'impossibile. Se Dio non esistesse chi e cosa sarebbe l'uomo? Una scimmia dotata di pensiero? Un animale imborghesito educato alle "buone maniere" per non commetere "peccati" contro i suoi simili? Per tapparsi? La leggenda, il mito, la creazione divina. Uomini indaffarati a spiegarsi ed a spiegarla si affidarono alla "potenza" del loro intuito, megalomanizzando sé stessi appunto per divinizzarsi. Perché non credere a Dio ma spiegarne l'irrazionalità attraverso il raziocinio? A tali scienziati chiedo perché vogliono, pretendono una ragione a tutto, svilendo la vita nella sua origine, nella sua forma, nel suo concepirsi romantica. Un atomo primevo che genera l'universo, che si espande, prende Luce e colore, tanti corpi stellari e tanti Pianeti, uno chiamato Terra. Un biologo di nome Miller propone la teoria dell'"Origine della vita". Un fulmine colpisce uno stagno ed "elettrizzandolo" dà quella scossa generatrice di vita. I primi organismi unicellulari, poi qualcosa che nuota, poi da natante diventa un pedale, come un pedalò, cammina a quattro zampe, si evolve, diventa "eretto" e poi diventa "Homo sapiens sapiens". Una volta Homo è comunque insoddisfatto, solo-soletto nell'universo, solo la caccia e la pesca a dargli piacere, egli, l'uomo, si mischia ai suoi simili, si accoppia, fa le ammucchiate, voracità promiscue. Un essere più "animistico" degli altri guarda lassù ed "inventa" un Superuomo che spieghi il caos. L'entropia, un "uomo" più grande che sia il regista. Perché la vita abbia un senso, una direzione. E da lui nasce la Religione, prima tribale, poi via via più "raffinata". Il Natale è la festa dei Cristiani, un Dio creò l'umanità e diede ai suoi figli il potere del libero arbitrio, ma i suoi figli non ebbero la forza che egli si aspettava e li privò del Paradiso terrestre. Relegandoli alla loro "limitatezza", denutrendoli del suo amore gratuito, loro dovevano conquistarselo, cotidie "faticando". Amandolo e rispettando il prossimo, ed al migliore, anzi, ai migliori il premio più ambito, la restituzione del maltolto, cioè del Paradiso. Luogo celestiale in cui ogni rabbia, ogni sentimento "umano" sarebbe stato ammortizzato ed ammorbidito da un equilibrio eterno ed etereo. Alcuni ridono a questa favola, altri credono, ed ogni 25 Dicembre festeggiano e ricordano la nascita del Cristo, Dio che s'incarnò per farci capire che la vita è importante. Adesso vi racconto una storia: "C'era una volta in quel di Betlemme un uomo, egli nacque da una famiglia umile, e visse fra agonie, tormenti e miracoli, poi morì e risorse. A distanza di Tempo alcuni sputano alla sua memoria, altri ne celebrano la nascita, perché Egli salvò l'uomo dalla paura di essere solo". Fine della storia. Quando un uomo guarda in alto, almeno una volta, prima di morire, piange sempre una persona che amò. Il mistero della vita... Buon Natale.