Il mio bisnonno, a 90 anni, era ancora un accanito lettore di romanzi, gran frequentatore della biblioteca comunale. A volte lo accompagnavo io, per consigliargli qualche libro, a volte era la bibliotecaria stessa che lo aiutava nella scelta
Non guardava mai chi fosse l'autore, i nomi, specie quelli stranieri, non gli dicevano nulla, ma era un pò prevenuto verso le scrittrici donne, che, a suo avviso, erano inferiori agli uomini, e si vantava di riconoscerle, pur non facendo caso al nome. Quando gli capitava un romanzo che riteneva scritto da una donna, mi diceva: "mmmmm...un'è miga brot, mò am scumet cul'ha scret una dona !" (trad. "non è mica brutto, ma scommetto che l'ha scritto una donna !") E ci azzeccava sempre, tranne quando gli feci leggere "cime tempestose". Quando gli chiesi cosa ne pensasse (lui non si sprecava mai in elogi, era sempre piuttosto moderato nei giudizi), mi aspettavo la solita risposta "un'è miga brot, mò am scumet cul'ha scret una dona !". Invece no, quella volta si limitò a dire che era un pò "esagerato", ma non brutto. Emily Bronte aveva fregato il mio bisnonno. Forse la prima, e una delle pochissime scrittrici, dal timbro maschile. Immensa. Poco fortunata al cinema, tutte le trasposizioni del suo capolavoro, non gli rendono giustizia. Troppo riduttive, risentono pesantemente del gusto cinematografico dell'epoca in cui il film è stato girato. Peccato, ma c'è pur sempre il libro...
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