Cineasta geniale e discontinuo, surreale e ossessionato, affascinante e disturbante, forse il più grande in attività, che oggi compie 61 anni. Sui suoi titoli.
Uno dei film più astratti mai realizzati. "Un sogno di cose oscure e inquietanti" lo definisce, un incubo evocato da un remoto non meglio individuato, forse una cupa metafora sulla dannazione. Folle.
Per il suo esordio a Hollywood Lynch è costretto ad adeguarsi e realizza una parabola sul diverso abbandonando gli inquieti deliri dei cortometraggi e del primo film. Pathos e lirismo.
Lynch è convinto da De Laurentis a trarre dalle saghe di Herbert un filmone di fantascienza. Lo si tende a scusare per le ingerenze del produttore, ma il film è per me invedibile. Men che mediocre.
Dai tratti quasi argentiani per come inserisce elementi di delirio in un thriller d'impronta quasi realistica. Visione sul contatto primevo col reale, col male, la perdita d'innocenza.
Con Sherilyn Fenn, Piper Laurie, Kyle MacLachlan, Michael Ontkean
Il pilot e la famosa serie in 29 episodi. Appassionante giallo surreale, un mistero che lentamente si svela (o no?) accendendosi di mistico e paranormale. Una svolta nella stessa produzione lynchiana.
Forse il film più esplicitamente anarchico di Lynch nel narrare di due innamorati in fuga nell'America bassa. Kitsch, grottesco, fumettistico, a tratti efficace.
Il prequel dei fatti narrati in Twin Peaks è in realtà una scusa per mettere in immagini, senza mediazioni, i deliri propri lynchiani: da tensioni infernali a visioni paradisiache.
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