Le etichette le apprezzo esclusivamente sulle bottiglie preziosamente disposte sugli scaffali delle enoteche. Gli amanti dei "generi", generalmente, generalizzano e peccano di genericità, ma generosamente. Ecco il grande "varietà" del mercoledì notte, sugli schermi di Film.tv.
Che la commedia convince poco senza un pizzico di dramma, che il costume casca male senza teatrali tocchi di arte, che la velocità debordante annoia se non si conosce la lentezza. E che la cucina di gran classe sazia lo stomaco ma non gli occhi se non ci si siede a tavola con il giusto fervore religioso. Sette episodi di non ordinaria varietà. Sette portate deliziose nel più sconnesso ed illogico dei menù. Del resto, si sa. A nutrirsi sempre di carboidrati, vengono meno le vitamine. Troppi zuccheri inguaiano, ma stare senza mette amarezza. Troppi lipidi ingrassano, ma perché ostinarsi con le diete quando, a rifletterci, ossa diverremo. L'ordine è rigorosamente casuale: variando la disposizione delle pellicole, la "play-list" non muta. Una "play" che non ha lo scopo di dissotterrare perle sconosciute o capolavori "underground". Si tratta, a ben vedere, di film molto noti e, in più di una occasione, premiati, pluripremiati o comunque in lizza nei più prestigiosi o alternativi festival cinematografici internazionali. Di film abbondantemente discussi, recensiti e valutati. Altrove, non in questa sede. Lo spunto principale mi è stato fornito, infatti, dall'incomprensibilmente scarsissimo numero di opinioni e di interventi specifici a proposito delle pellicole in questione. E cosa dire dei registi? Bergman, e che ne parliamo a fare. Coppola, che non ha firmato solo la saga del Padrino, "Apocalypse Now" e "Dracula". Scott, qui alla sua opera prima, troppo spesso ricordato solo per i capolavori fantascientifici e/o per le pomposissime rivisitazioni storiche. Greenaway, passato quasi sotto silenzio. E poi gli interessantissimi esordi di Gabriel Axel (1987), di Bruno Dumont (1997) e l'"unicum", almeno secondo i crismi dell'ufficialità, di Damien O' Donnell (1999).
Qualche capolavoro, alcune produzioni rimarchevoli ed un paio di gustosi ed artigianali prodotti, senza grandi ambizioni. Tutti da guardare, comunque.
Il gusto della scelta, il bello del cinema. Perchè io... vario ed ignoro se valgo. E non uso L'Oreal.
Da "Il duello" di Joseph Conrad, un magniloquente e minuzioso affresco storico-umorale che tuttavia ha il grande pregio della asciuttezza e dell'essenzialità. "Ubris" ed onore, guerra e non pace. Mitologico, dopo tutto.
Dal romanzo di Karen Blixen. Didascalia: come si costruisce un film alternativo all'industria hollywoodiana. Esito: ecco che vince un Oscar! Lento, bigotto ed insieme sottilmente libertino, spirituale ma quanto mai materiale.
Con David Douche, Marjorie Cottreel, Geneviève Cottreel, Kader Chaatouf
Pluripremiata pellicola di esordio di Dumont, mescola arte ed artigianato, ambizione autoriale e manodopera da strada. Ne viene fuori una autentica chicca, amara ed irredenta. Una denuncia esposta ma non messa a verbale.
Con Brian Dennehy, Chloe Webb, Lambert Wilson, Sergio Fantoni, Stefania Casini
Cinema del disincanto e della fatalità più nera. Il danno e la beffa, o viceversa. Cioran messo in immagini, potrei dire. Greenaway riflette sui subdoli meccanismi della sorte ed insieme sviscera e cesella la sua arte cinematografica.
Da un romanzo della Hinton, un film a metà strada tra disagio giovanile e "urban tale". Asciutto, perentorio ed icasticamente narrativo. A suo modo, poetico e spietato. Un "talent-movie" di spessore e dalle profetiche prospettive attoriali.
Con Max Von Sydow, Ingrid Thulin, Gunnar Björnstrand, Bibi Andersson
Beffardo e visionario capolavoro di Bergman, non inferiore a pellicole più celebrate del maestro svedese. La visione si fa vendetta ed angoscia, non incanto. Il regista non lesina la proverbiale vena allegorica e cesella la sua cupa incisione.
Intelligente, arguta e sorprendente commedia, un vero e proprio "caso" di qualche anno fa. Si sorride con una mano sul mento, si riflette con l'altra sulla pancia. Situazioni gustose, a tratti "calcate". Straordinaria "performance" di Om Puri.
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