"Se un signore ti offre una caramella o ti chiama ad andare con lui in un posto, tu gli dai un calcio nelle palle e corri via, veloce, corri forte no? Corri via." Avevo sei anni quando mio padre mi mise in guardia da cose che sarebbero potute accadere, io non capii bene il perchè ma se fosse successo avrei calciato forte e avrei corso a perdifiato, me lo aveva detto il mio papà e lo avrei fatto. C'erano già all'epoca ovviamente i pedofili e nei piccoli paesi si sapeva, si intuiva, si metteva in guardia. Ma si andava a scuola da soli, e si giocava nei parchi fino a pomeriggio tardi. Due anni fa in una spiaggia italiana, un nonno ha rischiato il linciaggio da parte della folla che l'aveva accusato di molestie su una piccola bimba, in realtà sua nipote, che stava aiutando a fare pipì. Cosa è successo in questo lasso di tempo? E' cambiata la comunicazione, io penso, è cambiato il modo di porsi nei confronti degli altri e forse non riusciamo più a riconoscerci e a riconoscere chi ci sta di fronte. Con la televisione e i grandi mezzi di informazione la gente ha imparato sempre più a ragionare per immagini e sempre meno per concetti, immagini solitamente preconfezionate che diventano di possesso pubblico fino a formare la cosiddetta coscienza collettiva. Una volta era il genitore che ti diceva attento a quello o a questo, se quello fa così piuttosto che altro. Sensazioni, pelle, espressione e gestualità. Le immagini ci mostrano invece una rappresentazione del fatto, mentre avviene e solo così possiamo riconoscere il pericolo. Chi adesso, se non come oggetto arcaico della cultura popolare assimilerebbe l'uomo che offre una caramella al bimbo come un possibile pericolo? Di per sè, fermando l'immagine come un fotogramma è un gesto tenero, noi ora siamo portati a pensare al pedofilo come quello che FA certe cose ai bambini perchè abbiamo le immagini di quelle scene. Per cui decontestualizzando l'immagine dal luogo, dalla gestualità, dall'espressione del viso, un uomo anziano che cala le mutandine a una bambina collima perfettamente all'immagine che noi abbiamo del crimine, quindi: Reazione. Il paradosso della troppa informazione è che non siamo più in grado di scegliere, di capire quale è il vero e quale il falso per cui invece di essere più liberi rischiamo di essere prigionieri del tutto che non riusciamo pienamente a capire e per difesa, osteggiamo, allarmiamo, indignamo. Questa società è una società fortemente pedofila, nel senso più tenue del termine, "amante dei bambini". La nostra società ama i bambini come baby consumatori, baby modelli, baby atleti, geni precoci, nella furiosa velocità della vita non c'è tempo per istruirli, per farli crescere e imparare. I bambini devono il prima possibile essere mini uomini, quindi visibili e per alcuni, desiderabili. Ricordiamoci che la pedofilia è una malattia ma scaturisce sempre dalla sfera sessuale il cui istinto non si libera tanto dai genitali quanto dalla corteccia cerebrale, dalla fantasia. Il desiderio nasce dalla fantasia di possesso e più i bambini sono visibili più la fantasia ha possibilità di agganciarsi alla loro immagine. Una volta non era così, i pedofili erano nelle chiese, davanti le scuole, nei campi giochi, era necessario il contatto diretto, quindi erano più controllabili. Ora è molto difficile stabilire se una foto o un' immagine che ritragga bambini (naturalmente si parla di foto artistiche, pubblicitarie, e così via)sia arte o semplicemente una devianza, nella cultura dell'immagine si rischia l'atteggiamento talebano di cancellare tutto ciò che ci ricorda qualcosa di fastidioso, mentre l'arte per definizione è avanti nei tempi e provocatoria. Credo che la discriminante, come nel caso del nonno in spiaggia, sia il contesto in cui l'immagine viene esposta e commentata poichè non possiamo impedire che essa venga prodotta per non scatenare follie pedofile. Il concetto della tolleranza zero, in questi casi è deleteria, il termine è abusato e non praticabile proprio per i motivi espressi in precedenza, saturazione di immagini e di informazioni, la "tolleranza zero" è sempre legata a una spinta emotiva ed è perfettamente naturale che ognuno di noi abbia una propria interpretazione dei fatti in base alla cultura, l'esperienza, i traumi, la vita passata. Non è però il metro giusto, la vita è in bilico sempre tra l'emotività populista e l'algida normativa, la soluzione è sempre nel mezzo, nella giusta misura di entrambe, soprattutto in argomenti di grande risonanza popolare e così sentiti in quanto ognuno è genitore e figlio. Usando il giusto metro e rispettando maggiormente il bambino come essere umano, forse in futuro avremo adulti migliori e il fenomeno della pedofilia si attenuerà o forse no, ma almeno potremo giudicare più serenamente le situazioni che una vita complessa come questa inevitabilmente ci presenterà. Vs ROTOTOM
Nabokov la sapeva lunga, la tirava lunga, anche. Il tediosissimo film di Kubrik al confronto è acqua fresca. La Lolita di allora è la più pia delle ragazzotte gagliarde di oggi.
La corruzione dell'anima si sublima nella malattia che corrompe il corpo e conduce alla morte purificatrice di ogni peccato. Tadzio è ignaro di tutto, simbolo di bellezza e vita. Pedofilia o disperato aggrapparsi all'esistenza?
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