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Toro scatenato

Regia di Martin Scorsese vedi scheda film

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Enrique

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La recensione su Toro scatenato

di Enrique
7 stelle

Toro scatenato è un film chiaroscurale, di quelli che non stupisce se non soddisfa pienamente i palati del grande pubblico, ma solo di quello che sa trovare soddisfazione nella cura maniacale della messinscena (impeccabile, nel caso di specie) e nel valore insito nel ritratto autentico del lato peggiore di un uomo.

Toro scatenato è un film duro. Un film che, onde non fare sconti all’esigenza di realismo, rinuncia ad ogni filtro ed imbratta il pubblico di benpensanti di tutta quella violenza fisica e verbale e di tutto quel marcio che si accumula sul ring della vita…

De Niro si cala magistralmente nei panni di quest’uomo: tale Jake LaMotta, il “toro del Bronx”; un pugile che, all’epoca, riscosse un certo successo, salvo poi dilapidare le sue fortune con le proprie mani, in quanto vittima di se stesso. LaMotta /De Niro dà grande soddisfazione alla cinepresa, che dalla sua furia brutale non arretra di un passo. Una furia che spezza le corde del ring (in cui dovrebbe essere confinata) e riversa incontenibilmente i sentimenti più veri e disturbanti del suo “propellente” sulla sua vita quotidiana. Ma è una commistione de­leteria (quella fra scontri pubblici e privati) che logora l’armonia familiare e, lentamente, sopprime ogni speranza di vittoria e di rivalsa. Di questo ci parla Scorsese; ci parla di lui… e ci parla di noi. Di chi ha difficoltà ad adattarsi in una società che offre le occasioni giuste solo se opportunamente “incentivata”. Di chi si lascia corrodere l’animo dalle proprie autolesionistiche insicurezze. Di chi è disposto a far di tutto pur di non dovere subire l’umiliazione dell’ennesima sconfitta.

Toro scatenato è un film malinconico. Non c’è riscatto personale. Non c’è riconciliazione dopo lo strappo, la caduta ed il fallimento. Disincanto e consapevolezza sono beni tardivi. Riempiono lo schermo la fierezza, il livore, l’ingenuità, la paranoia, l’ossessione… e briciole di autocommiserazione, quando a compiangere se stessi non sarà rimasta che la solitudine di un camerino vuoto, in attesa dello show più triste in assoluto.

Una sconfitta per knock-out è quella inferta da LaMotta (De Niro) al vero LaMotta. Una vittoria sofferta, ai punti, quella totalizzata dal bravo Scorsese (che vince il suo personale match con la mala sorte e le false scorciatoie della vita).

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