Regia di Roman Polanski vedi scheda film
Un impiegato polacco si trasferisce nell’appartamento di una ragazza appena suicidatasi. La psiche del nuovo inquilino verrà messa alla prova dall’assurdo regolamento del condominio, dal comportamento degli abitanti e dai continui avvicendamenti che rimanderanno la sua vita a quella della ragazza che prima ci abitava. Roman Polanski ci mostra semplicemente come si deve costruire pian piano la tensione all’interno di un film (sia come regista che come protagonista) narrando una storia claustrofobica e senza via di scampo, che ci porta nel baratro insieme al protagonista ed è un altro esempio (oltre al forse ancor più bello “Rosemary’s Baby”) in cui l’incubo della comunità sia solo un velo per nascondere qualcosa di molto peggio, anche se il finale qui è piuttosto aperto e libero a più di una sola interpretazione. Distruttivo, pessimista e deprimente nel modo in cui si mostra un tipo di mondo oppressivo, razzista e chiuso a qualsivoglia dibattito, che il protagonista Trelkovski non può far altro che accettare e subire senza poter fare nulla, fino alle tragiche conseguenze.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta