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Bianco, rosso e Verdone

Regia di Carlo Verdone vedi scheda film

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La recensione su Bianco, rosso e Verdone

di solerosso82
8 stelle

Carlo Verdone torna con una nuova satira esilarante, a un anno dal fortunato esordio di Un sacco bello, riproponendo i celebri personaggi immortalati nell'immaginario nostrano dallo show Rai Non stop in onda nel '78: la logorrea assillante e maniacale del cattolicissimo Furio, le imbarazzanti imbranataggini del tontolone Mimmo, i guai dell'emigrato tedesco Pasquale, ribelle dal fare bruto. La tornata elettorale alla vigilia delle ferie estive è il pretesto per raccontare, in un esilarante road movie a episodi intrecciati, vizi e virtù delle famiglie italiane, qui tutte accomunate dal sodalizio tra esponenti culturali appartenenti a contesti geografici differenti del belpaese (Pasquale, invece, ha una fidanzata straniera): per i loro protagonisti, sarà infine un viaggio di formazione, attraverso una serie di peripezie tragicomiche. La moglie di Furio, Magda (Irina Sanpiter), esponente del perbenismo torinese, diretta a Roma per il voto del marito, potrebbe finalmente rivendicare i desideri della propria femminilità, repressa dalla ferrea morale cattolica e dai doveri di mamma premurosa, cedendo alle impertinenti avances di Raoul (Angelo Infanti). Lasciando dietro di sè una scia di divertentissimi guai, Mimmo accompagna l'amatissima nonna Teresa (la caratterista Elena Fabrizi) da Verona, dove vive accanto alla figlia e ai parenti del genero, a Roma. Un'occasione per maturare, grazie ai consigli di una donna anziana, ma ancora arzilla, decisa e pragmatica, desiderosa di vedere il caro nipote abbandonare almeno un po' la sua ingenuità. L'amichevole lotta di classe, per le opposte idee politiche, lascia spazio a un conflitto di personalità che va oltre quello politico o generazionale tra due dei più tipici esponenti del mondo borgataro romano. Per il pugliese Pasquale, emigrato in Germania dove vive con la fidanzata,  l'occasione del voto rappresenta un felice ritorno alla sua terra, ma, riadattato ai costumi tedeschi, nel belpaese è ormai un pesce fuor d'acqua, artefice di imbarazzanti gag rocambolesche, a tratti surreali, come la scelta, efficace, di rappresentarlo “muto”.

Ai tre protagonisti, un'auto italiana ognuna con i colori della bandiera. Produce Sergio Leone, con le musiche di Morricone.

 

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