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Novecento atto II

Regia di Bernardo Bertolucci vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Novecento atto II

di bukowski91
10 stelle

Un film diviso in due atti a causa della sua immensa durata(circa 5 ore) ma anche, probabilmente, per esigenze commerciali e contenutistiche. Era infatti impensabile che Bertolucci e la produzione si limitassero soltanto a dividere il film in due parti “con l’accetta”. “Novecento” è un’ epopea che racconta l’Italia, specialmente le campagne emiliane della prima parte del XX secolo, dal 1900 a al 25 aprile 1945, giorno della liberazione. Le campagne romagnole sono viste con gli occhi delle famiglie Berlinghieri, i padroni, e Dalcò, contadini. Si va dai primi scioperi contadini alla prima guerra mondiale, dall’avvento del fascismo alle persecuzioni delle minoranze politiche fino al giorno della liberazione. Le due figure principali sono Alfredo ed Olmo(degli ottimi De Niro e Depardieu) così diversi socialmente ma uniti da un’amicizia vera e sincera. Alfredo ha sempre nutrito una passione per suo nonno e un disprezzo per suo padre Giovanni, uomo avido di potere e denaro che è arrivato a scrivere un falso testamento pur di impadronirsi di tutto il patrimonio di suo padre. Alfredo dice sempre che quando sarà lui il padrone tutto cambierà ma, purtroppo, in peggio. Lui sarà un padrone inetto, come i personaggi sveviani e pirandelliani di quel periodo, governato dai fascisti, soprattutto dal fattore Attila e da sua cugina Regina. Egli perderà l’amicizia con Olmo, sempre più in preda alle angherie di Attila, e il suo matrimonio con Ada fallirà miseramente. Nella parte finale nel giorno della liberazione Bertolucci ci mostra come le speranze dei “paisani” si infrangeranno dopo poche ore: loro credono di aver ucciso il padrone ma Alfredo sussurra ad Olmo: “il padrone è vivo”. La sequenza finale in cui loro, anziani, lottano, rappresenta la continua lotta tra padroni e lavoratori che non si fermerà mai…..

Assegno cinque stelle a “Novecento” per omaggiare un cinema che non c’è più, quello fatto di grandi budget utilizzati per nobili realizzazioni, i grandi attori, italiani e non, tutti insieme, la splendida colonna sonora di Ennio Morricone, la fotografia di Storaro ed ovviamente la regia di Bertolucci.

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