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I soldi degli altri

Regia di Norman Jewison vedi scheda film

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La recensione su I soldi degli altri

di Baliverna
6 stelle

E' un film sulle alte sfere della finanza, quelle delle speculazioni e delle manovre oscure, delle macchinazioni per acquisire capitali magari mandando in malora le aziende e a casa i dipendenti. E' l'ambiente dei vili ricatti e dei compromessi sporchi. Il tono, per una buona parte del film, è lezioso e vagamente umoristico, soprattutto per la recitazione leggermente caricaturale di De Vito. L'attore interpreta uno speculatore senza scrupoli, ricchissimo e dedito solo agli enormi capitali, quelli che si gestiscono con una "compra" un "vendi" o un "aspetta" impartito ai suoi galoppini.
L'ironia e l'umorismo della pellicola, tuttavia, nascondono una certa superficialità dell'insieme e dei personaggi stessi. In generale manca cioè un po' di sostanza da mettere sotto i denti. Inoltre, in certi momenti, sembra che il protagonista compia un certo percorso morale sospinto da una donna, ma poi il filo si aggroviglia, il bene e il male nella sua vita si confondono, e si approda a un finale che non è né carne né pesce: per lui né redenzione né condanna totale. Il pescecane rimane quello che era, forse beffardamente premiato dagli eventi che sembrano indebitamente aggiustare tutto. Un azzeccato momento di verità è quando, dopo aver negato la sua compassione per l'azienda in difficoltà e rinunciato alla stima della donna di cui è innamorato, si getta piangente sul letto, ricco di denaro ma povero di umanità. Peccato che la sceneggiatura poi confonda un po' le cose.
Un po' più riuscita è la distinzione che la sceneggiatura fa tra vecchio e nuovo capitalismo, tra i sani valori del commercio, della produzione e dell'onesta competizione e il cinismo di chi vuole solo accumulare quattrini sulla pelle dei poveri o dei depredati.
In ogni caso, grazie a un De Vito scatenato all'apice della fama, e a un ritmo sostenuto, il film si guarda volentieri. E poi Jewison se la cava quasi sempre, magari per il rotto della cuffia. Gregory Peck, vecchio e incanutito, è senza infamia e senza lode.

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