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È una sporca faccenda tenente Parker

Regia di John Sturges vedi scheda film

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La recensione su È una sporca faccenda tenente Parker

di Maciknight
6 stelle

Erano gli anni dei primissimi film dell’ispettore Callaghan con Clint Eastwood e da adolescente non me ne perdevo neppure uno del genere poliziesco d’azione, e fui soddisfatto da questa atipica interpretazione di John Wayne, seppur più a suo agio coi western. All’ispettore Callaghan è probabile che si siano ispirati nel personaggio del Tenente Parker per alcune note caratteriali, che si colgono nel corso del film, oltre che per le armi e la mira. A parte una sola sequenza in cui gli è sfuggita la risibile abitudine di sparare come nei film western, cioè muovendo in continuazione l’arma ad ogni pressione sul grilletto (come a volergli fornire una spinta balistica suppletiva), in quasi tutti gli scontri a fuoco si è sforzato di simulare di mirare con mano ferma, ricordandosi pure di ricaricare l’arma … All’epoca i polizieschi li sapevano fare, è rispetto ai tempi erano pure di qualità, con sempre nuove idee, invenzioni, colpi di scena, trovate più o meno geniali, aneddoti, ironia, humour, trovate tecnologiche e nuove tecniche d’azione, ecc., in modo da riuscire sempre a sorprendere lo spettatore.  In questo caso abbiamo ad esempio il valore aggiunto dell'impiego da parte del tenente Parker di una mitraglietta compatta Ingram Mac-10 calibro 9 mm con caricatore da 32 colpi sparabili in 1,5 secondi e dotata di silenziatore ... non c'è scampo per chiunque si trovi a tiro, anche se si è smirati. L'arma rappresentava un'assoluta novità per l'epoca in cui fu girato il film.

Le storie e la dinamica delle azioni avevano un loro ritmo sensato e non frenetico, lo spettatore poteva seguire la storia senza troppe intersezioni, complicazioni e confusione nella trama, pur mantenendo elevata la spettacolarità complessiva. E questo film con John Wayne come protagonista non fa eccezione, è di buona qualità, anche se contiene qualche incongruenza e leggerezza, alcune particolarmente evidenti e ridicole al giorno d’oggi, come l’inseguimento in auto con i finestrini aperti in aree polverose in cui sembra di immergersi in nuvole di sabbia e polvere e pochi secondi dopo riemerge la figura eroica di John Wayne lindo come fosse appena uscito dal parrucchiere e dal sarto. Anche se quelle più gravi sono ovviamente imputabili alla trama, piuttosto approssimativa, che non approfondisce mai i singoli argomenti ma si limita a esporli per grandi linee, come ad esempio le modalità tecniche dell’appropriazione della droga dal deposito della polizia (che avrebbe richiesto complicità interne molto più estese). A qualcuno potrebbe risultare poco convincente anche l’interpretazione di questo tenente di polizia da parte di Wayne, un armadio che si muove lentamente come un robot e che fa fatica persino a entrare ed uscire da un auto, ma lui era il Duca, e se decideva di fare un film, glielo cucivano su misura per lui. E questo è probabilmente uno di quei casi, certamente non è una storia preparata con cura e partita quindi in maniera naturale dall’autore al regista, ma è molto probabile che sia un’iniziativa partita dall’alto e poi assemblata (per non dire raffazzonata) alla belle meglio, ed il risultato non poteva essere perfetto.

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