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Full Metal Jacket

Regia di Stanley Kubrick vedi scheda film

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GARIBALDI1975

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La recensione su Full Metal Jacket

di GARIBALDI1975
8 stelle

Stanley Kubrick è un maestro nel presentare l'alienazione della personalità umana nelle situazione off limits (cfr. 2001: Odissea nello spazio, Arancia meccanica, Shining), in Full Metal Jacket ripete l'esperimento brillantemente. Questa volta il limite da superare è la vita nell'esercito e la guerra in Vietnam, entrambi raffigurati in modo diverso, efficace e crudele. Il film è diviso in due parti; ognuna distinta e separata (sembra quasi di vedere due film).

 

 

Prima parte:

 

Incontriamo un gruppo di nuove reclute dei Marines degli Stati Uniti all'inizio dell'addestramento per formare buoni soldati, uomini che devono uccidere prima di essere uccisi, uomini che devono servire il loro paese senza batter ciglio. Nel progresso della formazione militare, impareranno a sbarazzarsi di ogni  principio umano e diventare così macchine da guerra guidate dal sergente istruttore Hartman (R. Lee Ermey). In questo contesto si affronta la questione dello strapotere del 'sistema' esercito, le sue assurdità, l'ordine e le questioni di annullamento delle parità, degli emarginati, sino all'inferno esistenziale. Non tutti possono attraversare questa rigorosa formazione di base che aliena l'uomo per farlo diventare una macchina.  La vita militare, l'esercito è dunque alienazione, negazione di ogni umanità. Trattare uomini come bestie da soma per trasformarli in strumenti di morte. Questa è la missione del sergente Hartman, una icona. Un altro simbolo del film è la recluta soprannominata "Palla di lardo", dapprima incapace di imparare la disciplina militare, per poi trasformarsi in un ottimo tiratore, a costo di una lunga serie di punizioni, insulti e violenze da parte del sergente e poi dei commilitoni. Ciò gli costerà il suo stato mentale, facendolo diventare paranoico e mentalmente instabile fino a farlo completamente impazzire. Il sempliciotto "Palla di Lardo" è paradossalmente il più umano dei disumani commilitoni perchè intuisce l'assurdità della vita militare e quindi è l'unico a non poter fare a meno di sorridere, suscitando le ire del sergente che non può tollerare la mancanza di fanatismo e l'ironia, seppure inconscia. La recluta infine si rende conto di aver superato l'addestramento ma a scapito del suo equilibrio mentale.

 

 

 

 

Seconda parte:

La guerra in Vietnam.

Quando le capacità militari di base vengono insegnate, l'effetto è che si confondono con la percezione nella vita reale. La realtà è la brutalità della guerra in Vietnam, una crudeltà che non conosce confini. I militari, tutti intorno ai 20 anni, sopravvivono mentalmente facendo la vita di camerata e confidando nella formazione che ha insegnato che chi vive è chi spara prima.  Full Metal Jacket è un film sulla guerra con la combinazione di commedia nera, satira, azione e dramma.

 

E' per molti versi due film in uno. Le prima parte presenta la formazione, l'addestramento in modo ricco di umorismo e satira.  Lo stile è tagliente, le scene in interno sono splendidamente scenografate,  con pavimenti lucidi e figure simmetriche rigorose. La sceneggiatura (o meglio, i monologhi) del sergente Hartman sono fenomenali, ad esempio:

 

 

"Se voi signorine finirete questo corso e se sopravviverete all'addestramento... sarete un'arma! Sarete dispensatori di morte, pregherete per combattere! Ma fino a quel giorno siete uno sputo, la più bassa forma di vita che ci sia nel globo! Non siete neanche fottuti esseri umani, sarete solo pezzi informi di materia organica anfibia comunemente detta "merda"! Dato che sono un duro non mi aspetto di piacervi, ma più mi odierete, più imparerete. Io sono un duro, però sono giusto: qui non si fanno distinzioni razziali, qui si rispetta gentaglia come negri, ebrei, italiani o messicani! Qui vige l'eguaglianza ... I miei ordini sono di scremare tutti quelli che non hanno le palle necessarie per servire nel mio beneamato corpo! Capito bene, luridissimi vermi?!" (così il Sergente Hartman)

 

 

Come diceva John Wayne: "Un giorno senza sangue è come un giorno senza sole". (Soldato Joker)

 

 

"Questo è il mio fucile. Ce ne sono tanti come lui, ma questo è il mio. Il mio fucile è il mio migliore amico, è la mia vita. Io debbo dominarlo come domino la mia vita. Senza di me il mio fucile non è niente; senza il mio fucile io sono niente. Debbo saper colpire il bersaglio, debbo sparare meglio del mio nemico che cerca di ammazzare me, debbo sparare io prima che lui spari a me e lo farò. Al cospetto di Dio giuro su questo credo: il mio fucile e me stesso siamo i difensori della patria, siamo i dominatori dei nostri nemici, siamo i salvatori della nostra vita e così sia, finché non ci sarà più nemico ma solo pace, amen". ["Preghiera" dei marines]

 

 

La seconda metà del film è più 'ordinaria'. Tratta la guerra nel modo più tradizionale. L'umorismo lascia il posto alla ferocia, che prende il sopravvento. 

 

 

Davvero una bella fotografia, la scenografia è superba! Subito dopo i primi 30 minuti del film di Spielberg "Salvate il soldato Ryan", Full M.J. lo considero uno dei film più efficaci nel far vivere allo spettatore, sino a farlo partecipare, agli orrori della guerra.  Full Metal Jacket porta lo spettatore in un viaggio fino al punto in cui cessa di essere umano. Si viene alienizzati. Lungo il percorso si ridacchia, eppure il terrore si nasconde impercettibile dietro l'angolo. L'esperienza non si esaurisce con la visione, ma lascia uno strascico di elementi di valutazione anche nei giorni successivi. Sconvolge. Io raccomando la visione con vigore.

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