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Il piacere

Regia di Max Ophüls vedi scheda film

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La recensione su Il piacere

di angelina
10 stelle


"Mon cher,le bonheur n'est pas gai"
Jean Servais / Guy de Maupassant


                          La Maschera

"Quella sera,all'Elysée-Montmatre c'era un ballo in costume in occasione della Mezza Quaresima.La folla entrava nel corridoio illuminato che conduce alla sala da ballo,come l'acqua nella paratoia di una chiusa.
Il formidabile richiamo dell'orchestra,fragoroso come un uragano di musica,sfondava i muri e il tetto,si diffondeva nel quartiere,suscitando nelle vie e fino in fondo alle case vicine quell'irresistibile desiderio di saltare,di accalorarsi,di divertirsi che sonnecchia in fondo all'animale umano."
Guy de Maupassant "Le Masque",10 maggio 1889

In mezzo a questa folla apparve un uomo,un uomo magro,vestito come un damerino.Sembrava una statua di cera,la stravagante caricatura di un figurino di moda.
Ballava con convinzione,ma in modo maldestro.Sembrava arrugginito,mentre cercava di sgambettare come gli altri e le sue movenze erano quelle di una marionetta tirata da invisibili fili."
Improvvisamente Ambroise (Jean Galland),questo era il suo nome,stramazzò a terra e, mentre il direttore della sala fece proseguire la vivace quadriglia,venne soccorso da un medico e portato a braccia in un camerino.
Sotto la maschera di giovane imbellettato che portava,apparve il volto disfatto di un vecchio.
Riaccompagnato a casa,in un vecchio e decrepito edificio,il dottore trovò l'anziana moglie Denise (Gaby Morlay),che lo attendeva con rassegnata pazienza.
"Ma perchè alla sua età ci tiene tanto ad andare a ballare? - le chiese il medico.
"Perchè lo credano giovane sotto quella maschera,perchè le donne lo prendano ancora per un damerino.- rispose la moglie - Per bisbigliare delle porcherie,strusciarsi a loro,con tutti i loro profumi,la loro cipria e le loro creme."
"Così va a fare il giovanotto ai balli.
- insistette il medico - "Ma che diamine lo spinge?"
" Il rimpianto,signore.Il rimpianto di non essere più quello che è stato."
Lasciando l'abitazione di quell'anziana coppia per tornare al ballo,il dottore pensava di aver assistito ad un episodio dell'eterno dramma,che va in scena ogni giorno,in tutte le forme,dappertutto..."

                          La casa Tellier

"Andavano là ogni sera,verso le undici,come al caffé,nè più nè meno.Si ritrovavano in cinque o sei,sempre gli stessi,non gente che fa baldoria,ma persone onorate,commercianti,giovanotti della città;centellinavano un bicchierino di chartreuse,molestando un tantino quelle donne,oppure chiacchieravano seriamente con Madame,rispettata da tutti.Il pregiudizio che collega il disonore alla prostituzione,così vivo e radicato nelle città,non esiste nella campagna normanna."E' un buon mestiere.",dice il contadino e manda la figlia a fare la tenutaria di un harem di donnine allegre,come la manderebbe a dirigere un convitto per signorine."
" La Maison Tellier",1881

Ma una sera di maggio,con grande disappunto,gli habitués della Maison trovarono al porta sbarrata e un cartello che li avvisava che la casa Tellier era chiusa per una Prima Comunione.
Madame (Madeleine Renaud) aveva un fratello falegname al suo paese natale,che,informato dell'ottima situazione  economica della sorella,colse l'occasione della comunione della figlia per rinsaldare i loro rapporti.
Così,sabato mattina,il treno delle otto portò in campagna Madame e le sue ragazze.Alla stazione di Modville trovarono Joseph Rivet (Jean Gabin),che le aspettava con un carretto pieno di sedie,tirato da un cavallo bianco.
"Ai lati della strada si stendeva la campagna verde.La colza in fiore era come una grande tovaglia gialla ondeggiante,che emanava un odore sano e possente.Un odore penetrante e dolce,portato molto lontano dal vento.In mezzo a questa pianura colorata dai fiori della terra,la carretta,che sembrava portare un mazzo di fiori dalle tinte sgargianti,passava al trotto del cavallo bianco."
Accolte con affettuoso calore dalla moglie del falegname,le ragazze della Maison Tellier ricoprirono di tenerezze la giovane comunicanda e Madame le portò in regalo un magnifico abito per la cerimonia del mattino seguente.
"Era un vanto per la famiglia,se la fanciulla era circondata da molti parenti,venuti da lontano.Perciò il trionfo del falegname fu completo.Il reggimento Tellier,con la padrona in testa,seguiva Costance.La truppa sfilava maestosa,come uno stato maggiore in alta uniforme e l'effetto in paese fu stupefacente."
Dopo la commozione della cerimonia,il banchetto fu servito nel laboratorio e Rivet,che aveva bevuto un pò troppo,ripetè per quatttro volte lo stesso discorso di ringraziamento,cercando goffamente di attirare l'attenzione di Rosa (Danielle Darrieux),mentre la sorella lo sollecitava a preparare il carro per riaccompagnarle alla stazione.
Lungo il percorso,le ragazze non resistettero alla bellezza di quei prati in fiore e chiesero di fermarsi a raccoglierli.Rosa cantava la sua solita melanconica canzone,mentre Joseph sedeva in silenzio accanto a lei.
"Verrò presto a trovarla,Mademoiselle Rosa."- le disse ad un tratto.
"Si,ma non faccia sciocchezze."- rispose la ragazza in un sussurro.
Alla stazione fu tutto uno sventolare di fazzoletti,mentre Rivette continuava a ripetere:" A bientot,Rosa....A bientot!"
La sera stessa,la lanterna accesa indicava ai passanti che il gregge era ritornato all'ovile.

                          La modella

"La cittadina di Etretat,a forma di mezzaluna,con le sue bianche scogliere,i ciottoli bianchi e il mare azzurro,riposava sotto il sole di una splendida giornata di luglio.Sulla spiaggia,lungo la riva,una folla di gente era seduta a guardare i bagnanti.Sulla passeggiata,in fondo alla terrazza,altre persone ancora,le più calme,le più tranquille,camminavano a passi lenti,lontano dalla calca elegante.
Un govane noto,celebre,un pittore,Jean Summer,camminava con aria mesta accanto a un carrozzino di malato,sul quale era adagiata una giovane donna,sua moglie.Un domestico spingeva pian piano quella specie di poltrona a rotelle e la storpia contemplava con tristezza la gioia del cielo,la gioia della luce,la gioia degli altri."
"La modèle",17 dicembre 1883

Due amici commentavano il loro passaggio...
Prima di conoscere Joséphine (Simone Simon),Jean Summer (Daniel Gelin) esitava tra i paesaggi e le scene di genere,detestava i nudi e i suoi quadri si vendevano a fatica.
Il pittore fu soggiogato dalla bellezza della ragazza,dal suo modo di camminare,dal suo viso infantile e sensuale,dall'eleganza un pò vistosa e dal suo corpo divino.
Lui si innamorò,o meglio credette di amarla,le promise eterna fedeltà e andò a vivere con lei.Ma in capo a tre mesi,Jean si era reso conto che in fondo Josèphine somigliava a tutte le modelle,mentre il suo nuovo stile incontrava però sempre maggior successo.
Iniziarono le prime incomprensioni,i litigi,le recriminazioni,le accuse e naturalmente anche le lacrime.Entrambi si dibattevano nei legami invincibili e invisibili,con cui l'abitudine avvolge la nostra vita,finchè una sera,tornata a casa,Josèphine trovò un biglietto d'addio e Jean si fece ospitare da quello stesso amico che aveva osservato il suo mesto passaggio con la carrozzella.
Ma Josèphine lo cercò dappertutto,finchè un giorno irruppe come una furia nella casa dove Jean si era rifugiato.
"Non vorrai impormi la tua presenza fino alla morte?" - le chiese il pittore freddamente.
L'amico intervenne per calmarla,la accompagnò in un'altra stanza e le spiegò che la famiglia di lui voleva farlo sposare ad una ragazza.
"Allora ti sposi?" - chiese Josèphine incredula.
"Si,è così."
"Se ti sposi io mi uccido,Giuro che mi uccido."
"Ucciditi."
"Fai male a sfidarmi,Jean.Mi butterò dalla
finestra."
"E' lassù."
rispose lui gelido,indicandola.
Fu un attimo.Quando la riportarono di sopra,aveva le gambe spezzate e l'amico credette che sarebbe impazzito per il rimorso.
Volle riparare per quanto possibile o fu commosso da quel gesto insensato.La sposò e,visto che per lui la vita era finita,non gli rimase che il suo lavoro.
"E adesso non ti saluta più."
commentò l'altro.
"Non mi ha mai perdonato,ma sbaglia.Ha trovato l'amore,la gloria,la fortuna.Non è forse questa la felicità?"
"Ma ammetterai che è tutto molto triste."
"Mon cher,le bonheur n'est pas gai."

Dal rapinoso e folgorante incipit,in pieno clima Belle Epoque,all'incantevole idillio campestre tra Rosa e Joseph,percorso da una sottile e insinuante melanconia,all'amour fou della bellissima modella,che solo sfidando la morte ottiene la devozione eterna dell'uomo che l'aveva abbandonata,Max Ophuls rilegge Maupassant con audacia,brio,ironia,passione,sublime eleganza e raffinatissima cura della mise en scène.
"Ophuls mostra la crudeltà del piacere,i drammi dell'amore,le trappole del desiderio",ha commentato François Truffaut.L'amore dell'anziana moglie di Ambroise,vecchio e patetico guadente,che lo attende tutte le notti al suo ritorno dai balli,in ricordo di quella passione che ha travolto la sua giovinezza.
La delicata attrazione che nasce tra Rosa,incantevole femme de plaisir ,e Joseph,falegname normanno,in una campagna dalla bellezza pura e ammaliante,che evoca le vedute impressioniste di "Une partie de campagne".
La sfida disperata della giovane modella che,solo cercando la morte,riesce a legare per sempre al suo destino il pittore che sta per sposare un'altra donna.
Visvamente "Le Plaisir" è una vertigine sublime,dove i virtuosistici movimenti di macchina avvolgono i personaggi ("La Masque") si mantengono discretamente all'esterno dell'ambiente,senza violarne l'intimità ("La Maison Tellier"),facendo dello spettatore un inconsapevole voyer,che coglie frammenti di vita quotidiana di una casa di piacere.
Infine accompagna con sublime eleganza il dramma della seduzione dove,in una coppia,l'uomo non ama più e la donna non accetta la fine della passione (La Modèle)
Con una straordinaria fluidità narrativa e dettagli incantevoli (Il "Grazie" sussurrato da Rosa mentre Joseph si scusa di un momento d'intemperanza,Rosa che trascorrre la notte abbracciata alla piccola Costance,che ha paura di dormire da sola,la petit déjeneur del pittore e della modella al culmine della loro passione) Ophuls riscrive Maupassant con quel senso di rapinoso movimento che ha "ritmi,cadenze,vertigini musicali" (Bernardo Bertolucci),capolavoro nel capolavoro,impreziosito dalla splendida fotografia di Christian Matras e Philippe Agostini e dalla sublime musica di Jacques Offenbach,mentre la voce narrante di Jean Servais (Maupassant) perpetua il gioco sottile e fascinoso tra realtà e illusione.

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