Regia di Pier Paolo Pasolini vedi scheda film
Rivisto dopo tanti anni, non perde un briciolo della sua forza e del suo impatto. Questo film è un esempio di come uno scrittore, digiuno di regia, possa mettersi lì con una cinepresa e qualche attore preso dalla strada, e girare un capolavoro. "Solo" perché ha il vero talento. Questo per me rimmarrà sempre il miglior film di Pasolini assieme al Vangelo Secondo Matteo.
A cominciare dal protagonista, molti dei personaggi, e la stessa ambientazione, mostrano una curiosa (almeno per noi, per me) coesistenza di crudeltà, cinismo, egoismo e bontà e umanità. Accattone è capace delle peggiori nefandezze - come mandare la fidanzata a prostituirsi - come anche di inaspettati gesti di buon cuore. Probabilmente questi contrasti dovevano essere comuni nel microcosmo delle borgate romane.
Alcune sequenze sono crude senza pietà, come il pestaggio della prostituta; altre fanno stringere lo stomaco, come quando Stella va a battere la prima volta. Altre ancora hanno una specie di forza drammatica che colpisce, come la scenata di Accattone quando torna a casa dopo l'unica giornata di lavoro della sua vita. Molti poi sono i momenti poetici, ai quali la musica di Bach contribuisce non poco. Notevole è anche la sequenza dell'incubo del protagonista, che è come veramente sono gli incubi (molto interessante l'uso del sonoro). Trovo di grande impatto anche la fotografia molto chiara e assolata, con nel contempo un nero deciso quando c'è.
Lo stile di Pasolini sarebbe stato scimiottato molto spesso, specie negli anni '70. Ma solo scimiottato.
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