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L'uomo che fuggì dal futuro

Regia di George Lucas vedi scheda film

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La recensione su L'uomo che fuggì dal futuro

di munnyedwards
8 stelle

 

L’esordio nel lungometraggio di George Lucas ci presenta un regista quanto mai distante dall’autore venerato e di successo che oggi tutti conosciamo, ancora lontano anni luce delle ossessioni delle Guerre Stellari ma pienamente inserito nel rivoluzionario contesto della New Hollywood, quel gruppo di giovani promesse (poi maestri indiscussi) che riscrisse le regole del cinema americano donando nuova vita ad un industria che sembrava al tramonto.

Non è un caso che questo suo primo film prenda forma concreta grazie all'interessamento e alla volontà produttiva di Francis F. Coppola, che proprio con Lucas fu artefice della nascita della American Zoetrope, dando vita nel lontano 1971 a questo strepitoso film di fantascienza.

 

locandina

L'uomo che fuggì dal futuro (1971): locandina

 

Diciamo subito che sia da un punto di vista formale che narrativo THX 1138 non potrebbe essere più distante da quel cinema esplosivo e super spettacolare che in seguito diventerà marchio di fabbrica dell'opera del regista americano, ci troviamo infatti di fronte ad una pellicola complessa e molto profonda, un film dallo stile visivo ricercato e non immediato, figlio di una visione artistica indipendente e assolutamente fuori dagli schemi del periodo, Lucas sperimentava e lo faceva con occhio potente e spirito polemico non comune.

Di conseguenza è d'obbligo una dimensione formale più contenuta (figlia dei pochi soldi a disposizione) e una narrazione meno enfatica e più intimista, il tutto senza perdere di vista l’obbiettivo primario che era quello di rappresentare un macrocosmo automatizzato mai cosi ostile, spietata analisi di un domani che non lascia speranze al genere umano.

 

Robert Duvall

L'uomo che fuggì dal futuro (1971): Robert Duvall

 

Protagonista assoluto di questo incubo futuristico è Rubert Duvall, che interpreta THX 1138, uno dei tanti abitanti di un mondo sotterraneo dominato dalle macchine, in questo universo asettico e privo di qualsiasi forma di emozione gli esseri umani hanno un solo scopo, lavorare alla costruzione di altre macchine guidati da un gelido sistema sociale, un sistema che inibisce con la forza qualsiasi forma di individualità e personalismo.

Tutti gli umani sono vestiti di bianco e rasati a zero, uomini e donne sono identificati attraverso sigle alfanumeriche, qualsiasi rapporto sessuale è severamente proibito e le naturali pulsione vengono tenute sotto controllo tramite la messa in onda di ologrammi erotici, fin dalla nascita le unità umane subiscono un serrato controllo mentale e fisico, resi schiavi e inoffensivi dall’uso di droghe sintetiche somministrate per legge.

Chiunque combatta queste regole viene severamente punito, prima sommariamente processato e poi rinchiuso in devastanti celle, l’operazione di “recupero” passa attraverso torture di vario tipo ma a piegare più di tutto qualsiasi forma di resistenza è proprio la vastità di queste prigioni senza sbarre, infiniti spazi dominati da un bianco accecante.

 

Maggie McOmie, Robert Duvall

L'uomo che fuggì dal futuro (1971): Maggie McOmie, Robert Duvall

 

Quello di George Lucas è un esordio che sorprende per la coerenza della messa in scena e per l'efficacia di un plot minimalista ma allo stesso tempo ricco di spunti, a distanza di tanti anni (come succede solo ai grandi film) THX 1138 mantiene intatta tutta la sua potenza visiva, la sua straordinaria capacità di trasportarci in un universo opprimente e claustrofobico, che pur se estremizzato non nasconde le molte similitudini con la realtà sociale che viviamo nel nostro quotidiano, elementi esterni usati come armi di controllo di massa, la TV, le droghe e la religione sono fattori portanti di un struttura opprimente che mira alla privazione di qualsiasi forma di libertà.

Lucas ci trasporta dentro questo mondo alieno e ci stordisce con la rappresentazione di una vita meccanizzata che si fa routine ossessiva, insieme a THX e alla sua compagna LUH siamo totalmente sopraffatti, schiacciati da un sistema burocratico che ci travolge come uno tsunami, la fuga disperata è l’unica àncora di salvezza, un viaggio verso la superficie che forse sarà risolutivo o forse no, nessuna certezza arriva dallo splendido finale, lasciando allo spettatore qualsiasi interpretazione.

 

Robert Duvall

L'uomo che fuggì dal futuro (1971): Robert Duvall

 

Il soggetto è tratto da un lavoro universitario di Lucas, ampliato per l’occasione ma assolutamente rispettoso dell’idea originale (il corto è presente nell’edizione speciale DVD), ad una prima parte più riflessiva e sofferta fa seguito una seconda più action, dove si intravedono le straordinarie capacità tecniche del regista, la lunga scena della fuga in auto di Duvall è ancora oggi di grande impatto, un assaggio di quello che si sarebbe visto anni dopo in Star Wars.

Non sorprende che un film cosi lontano dagli standard del tempo non fu compreso ne apprezzato, in primis dai vecchi tromboni della Warner che dopo averlo prodotto, finanziando la Zoetrope di Coppola, tentarono di rimaneggiarlo in tutti i modi, al botteghino fu naturalmente un fiasco.

A mio avviso il vero capolavoro di Lucas.

Voto: 8.5

 

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