Regia di Edgar G. Ulmer vedi scheda film
Un vero capolavoro, quasi nascosto dal tempo e dalla critica e non sappiamo davvero perché, eppure Scorsese e Lynch lo hanno rivalutato e non a caso, e basta vederlo per accorgersi che miracolo di film possa essere. Una storia costruita in un'aria afosa kafkiana, che porta vanti un discorso personalmente noir, che appassiona che il finale, volutamente, non risolve: Un film che fa luce e strada sul genere in maniera memorabile. Quando la voce fuori campo fa parte del film stesso è memorabile, quanti spunti di cinema vediamo in questo enorme film di cui molti grandi maestri hanno tenuto conto, ha tutte le caratteristiche del cinema B, a cui il regista è sempre rivolto, e lo vediamo anche dall'impostazione degli attori stessi, ma qui si va oltre raggiungendo, anche inconsapevolmente, nel capolavoro. Sceneggia Goldsmith, che è anche l'autore del romanzo, e che riesce a mantenere nella scrittura cinematografica lo stesso pensiero del romanzo e questo sa anche di miracoloso. Bella ed offuscata la fotografia di Kline, da sempre ancorato al B Movie. Condensato in tempo minimo, ed anche per questo riesce a prenderci e coinvolgerci
Una stroia introspettiva ed esistenziale, che fa la coppia perfetta con il genere noir
Ottima la musica e la canzone
Un regista di B Movie qui al su vero e grande capolavoro
Fa parte dei cast B, ma il volot è perfeto ed anche con venature ironiche
Un po' troppo impsotata alla cattiveria, ma coerente per il suo personaggio
Personagio quasi sognante. come da copione
Nel ruolo del "morto"
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