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The Bye Bye Man

Regia di Stacy Title vedi scheda film

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EvilDevin87

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La recensione su The Bye Bye Man

di EvilDevin87
2 stelle

In Italia, grazie all’accoppiata Koch Media/Midnight Factory, abbiamo avuto modo di conoscere molti thriller/horror underground interessanti ("Goodnight Mommy", "The Invitation, "The Sacrament", ecc.), vedere film di autori importanti (“The Neon Demon” di Refn e “31” di Zombie), vedere esordi col botto ("Babadook" e “It Follows”, per quanto non abbia apprezzato quest’ultimo ammetto che sia ben fatto e che abbia un suo senso) e avere di nuovo sul mercato film cult divenuti praticamente introvabili (uno su tutti, “Dawn of the Dead” di Romero). Come è naturale che sia però, la suddetta accoppiata ci ha portato anche della robaccia, tipo l’altalenante trilogia V/H/S, la robetta di Eli Roth (il debole e all’acqua di rose “The Green Inferno” e l’insopportabile “Knock Knock”)… e quest’ultimo “The Bye Bye Man” che, fra tutto ciò che è uscito da noi grazie alla Koch Media/Midnight Factory, è quanto di più sciatto e ridicolo abbia visto. Un film talmente stupido e malfatto da avere un suo fascino come commedia demenziale. Ecco, se preso in questa maniera è un film che funziona alla grande. Ma si da il caso che tale abominio abbia pure la faccia tosta di voler essere preso sul serio, per cui eccomi qui a parlarne.

La storia è classica e semplice: un gruppo di studenti, senza volerlo, risveglierà un’entità malefica (con tanto di mastino infernale in computer grafica anni ’90), ovvero Bye Bye Man (che già il nome… l’uomo ciao ciao? L’uomo arrivederci? L’uomo ci s’avvede? L’uomo bona raga ci si? Va beh), che si manifesta se qualcuno pronuncia a voce alta o pensa il suo nome (che poi nel film si presenterà solo nel primo caso, ma va beh), e in virtù di ciò perseguiterà, farà impazzire e infine spingerà alla morte questo qualcuno. Il tutto parte dal fatto che uno dei ragazzi ha letto questo nome nel cassetto di un comodino e lo ha pronunciato a voce alta durante una seduta spiritica. Da lì in poi sarà una continua forzatura narrativa, un clichè dietro l’altro senza un guizzo registico o di scrittura che abbia il benchè minimo interesse e un continuo ripetere “non pensarlo non dirlo non pensarlo non dirlo” che non fa paura manco a piangere in cinese. Il film risulta talmente piatto nella caratterizzazione dei personaggi e talmente ridicolo nella narrazione e negli eventi che la conducono da non riuscire manco a salvarsi in calcio d’angolo dai continui richiami a saghe ben più famose e di tutt’altro livello quali “Nightmare” e “Halloween” (alle quali è stato anche paragonato da qualche sciagurato sulla rete).

Indubbiamente il fatto che il mostro non faccia altro che mettere zizzania e che i personaggi si facciano del male tra loro e a sè stessi poteva essere interessante, ma il tutto è portato in scena in maniera talmente sciatta e ridicola da far andare tutto in vacca. Non c’è tensione, non c’è pathos ed è tutto involontariamente tragicomico. Ma soprattutto il film, nel suo essere piattissimo e sbagliato nella messa in scena, risulta tronfio ed esagerato in alcune scelte (come il “non pensarlo non dirlo” scritto ovunque in maniera compulsiva dal personaggio che fece la strage negli anni ’60, scena che sembra voler omaggiare maldestramente “Shining” di Kubrick) e mette in perenne difficoltà la condizione dello spettatore, straniandolo da un contesto reale per poi reinserircelo in altri momenti. La cosa non può far altro che generare noia e/o imbarazzo, in quanto molte cose sono davvero fuori contesto e troppo stupide per un film dall’aria così seria.

Se c’è una cosa che odio è criticare il plot, ma questa va detta perchè è veramente troppo: perchè questo tizio che ha fatto la strage negli anni ’60 (abbiate pazienza ma non ricordo il nome) ha scritto “non pensarlo, non dirlo” ovunque per poi scrivere nel cassetto del comodino quello che non dovremmo pensare e dire per non risvegliare questo Bye Bye Man? Questa, signore signori, è la forzatura grazie alla quale parte tutta la vicenda. A voi le conclusioni.

E’ palese che chi ha curato la sceneggiatura abbia fatto un lavoro approssimativo, e quando una sceneggiatura è così malridotta ci vuole una regia che riesca a venirvi incontro per salvare il salvabile. Non conoscevo la regista Stacy Title, e dopo la visione del film ero pronto a scommettere che si trattasse di un’esordiente. Ma, ahimè, pare che questo sia il suo sesto lungometraggio. Direi che, a questo proposito, sia inutile aggiungere altro.

Fa veramente tristezza vedere il genere horror impoverirsi così e rendersi commerciale con filmetti come questi, talmente miseri, falliti e malfatti da non poter riuscire neanche a passare sopra al loro essere marcatamente teen. “The Bye Bye Man” non ci prova nemmeno ad essere del buon cinema, si accontenta di far contenta la gente alla quale bastano due citazioni in croce e divertire i ragazzetti coi soliti jumpscares inutili e prevedibili e col mostro (con tanto di mastino infernale in computer grafica anni ’90) che fa tanta scena.

E il fatto che la gente si affanni tanto per smontare film come "Babadook" e “31” per poi spacciare “The Bye Bye Man” per del bel cinema thriller/horror la dice lunga sui gusti del grande pubblico, convinto che l’horror sia “spavento e saltino sulla poltrona” anzichè “atmosfera e tensione”.

Per quanto mi riguarda, questo film è tutto ciò che l’horror non dovrebbe essere. Al massimo, questo è ciò che potrebbe essere un film dei fratelli Farrelly.

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