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The Bye Bye Man

Regia di Stacy Title vedi scheda film

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La recensione su The Bye Bye Man

di scapigliato
7 stelle

Anticipato come uno dei più importanti film horror del nuovo secolo, come il coevo Get Out (2017) e i precedenti The Cabin in the Woods (2011), It Fallows (2014) e The Babadook (2014), titoli che a detta degli esperti avrebbero dovuto riformulare i canoni del genere del terrore – cosa che, secondo me, è riuscita più al primo Rob Zombie, a Greg McLean, a Jaume Balagueró e ad Alexandre Aja – il film di Stacy Title, non certo una neofita del genere, ha della carte a suo favore, ma anche degli elementi che lo ridimensionano.

Sicuramente, come in It Fallows, la presenza di una mostruosità atipica per il genere, ovvero una presenza poco o per nulla tangibile, che miete le sue vittime grazie a un processo ossessivo e isterico che coinvolge e turba i personaggi, riflesso neanche poi tanto opaco delle patologie del XXI secolo, è l’aspetto più interessante alla base della storia di The Bye Bye Man. Accostandolo proprio con It Fallows e The Babadook, abbiamo tra le mani una terna cinematografica che sonda i territori del terrore attraverso una costante marginalizzazione della mostruosità, travasando tutta l’energia orrorifica più nelle vittime che nelle “presenze”. Da questo punto di vista siamo davvero davanti a un tentativo di individuare nuove mostruosità e nuovi processi narrativi per rappresentare tali mostruosità, oltre che alle paure e agli esorcismi del nostro secolo. Resto comunque del parere che più l’horror resta carnale, viscerale, fisico e tellurico, più sarà tangibile e rappresentativo, simbolicamente, degli orrori che racconta.

Altro aspetto che gioca a favore del film della Title sono i tre protagonisti e tutto il sistema degli esistenti. La casa stregata viene riletta come dependance del campus universitario per i tre giovani amici: una coppia di bianchi e l’amico di colore, agente erotico che flirta con la bionda fidanzata del protagonista. E questo è un altro punto a favore della pellicola, il protagonista, caso raro nel genere, è un ragazzo e non la virginale eroina richardsoniana. Gli stessi attori sono molto in parte. La sensualità di Cressida Bonas vale la bravura di Douglas Smith, mentre Lucien Laviscount è il classico corpo da macello da slasher, anche se in The Bye Bye Man le regole dello slasher, come il body count, non vengono rispettate e la narrazione si impernia soprattutto sull’individualità dei personaggi, allontanandosi dal classico horror commerciale per ragazzi.

Purtroppo, questi interessanti elementi, non bastano per reggere il peso di un progetto che voleva almeno sulla carta scuotere dall’interno il genere horror. A parte effetti speciali da produzione amatoriale, come il fuoco che brucia Faye Dunaway o il mastino infernale del Bye Bye Man, che certo non aiutano a rendere credibile o almeno efficace l’orrore – ecco perché gli effetti profilmici e il trucco proestetico restano i migliori, mentre il digitale dovrebbe essere via via abbandonato – ciò che davvero spezza le gambe al film è la presenza dello stesso Bye Bye Man. Non solo qualcuno potrebbe scambiarlo per l’imperatore Palpatine di Star Wars, ma se invece di apparire fosse restato assente durante tutto l’arco del film lasciando ai soli protagonisti e alla regia, con montaggio, inquadrature, scenografie e quant’altro il compito di creare l’orrore, il film avrebbe vinto la sua scommessa e forse sarebbe davvero stato interessante e forse anche seminale.

Un aspetto inquietante del film è il fatto che, uscendo a gennaio, ha anticipato di pochi mesi il brutale omicidio casuale di un povero anziano per mano di Steve Stephens, l’assassino di Cleveland, che scelta una persona a caso, scende dalla macchina e gli spara. Anche i delitti dei vari personaggi del film di Stacy Title uccidono inspiegabilmente i loro cari al grido di “don’t say it, dont’t think it”. Le affinità con il rito omicida di Stephens aprono sicuramente uno squarcio non trascurabile sugli orrori del quotidiano e il tentativo delle forme artistiche di rappresentarli, anticiparli, esorcizzarli.

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