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Kong: Skull Island

Regia di Jordan Vogt-Roberts vedi scheda film

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Tiaz gasolio

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La recensione su Kong: Skull Island

di Tiaz gasolio
5 stelle

Kong Skull Island – La Recessione.
Quando si parla di mostroni, lo staff della Recessione non riesce proprio a resistere. D'altronde, basta guardare le nostre inutili recensioni per notare quanto amiamo le creature degli abissi e quelle venute dallo spazio. In questo caso, però, non stiamo parlando di un asiatico in costume di gomma che si dimena tra palazzi di cartone, ma dell'ultimo blockbuster made in Hollywood dedicato allo scimmione più famoso del grande schermo: il mitico King Kong, o solo Kong per gli amici. Sappiamo bene che le idee a Hollywood sono finite già da un po', per questo quest'anno dal cappello dei mostroni "quasi" dimenticati è stato ritirato fuori il vecchio scimmone. Molti di voi vorranno sottolineare che in realtà Kong non era stato proprio dimenticato, visto che nel 2005 era stato il protagonista nel remake di Peter Jackson, ma il pubblico ammerdicano ha la memoria corta ottenebrata dal grasso e quindi ogni dieci anni si può ricacciare fuori un personaggio e spararlo sul grande schermo senza che le nuove generazioni ne abbiano memoria. Ma veniamo a questo nuovo Kong. Come sempre, quasi per tradizione, ritroviamo il bestione su un'isola deserta in mezzo all'oceano di cui nessuno sembrava essersi accorto. La variabile a questo giro la fa il periodo di ambientazione: non i giorni nostri, non gli anni '50, bensì gli anni '70! Precisamente durante la guerra del Vietnam, e via di tutti, ma proprio TUTTI gli stereotipi del caso, copiati dai più grandi film di guerra della storia. Abbiamo, in ordine sparso: soldati compagnoni che avrebbero dovuto congedarsi di lì a pochi giorni, il padre di famiglia la cui unica battuta consiste nel ribadire che è un padre di famiglia prima di morire come un povero stronzo (o come in generale tutti i padri di famiglia nei film di guerra), il sergente intransigente che muore con un ultimo gesto eroico, l'uomo di colore con le armi pesanti, ecc. Il tutto accompagnato dalla colonna sonora dei Creedence Clearwater Revival, perché per il cinema hollywoodiano sono sinonimo di Vietnam, anni '70 e guerra. Come bello e bravo eroe protagonista irraggiungibile abbiamo, rullo di tamburi, Tom Hiddleston, un attore che nei panni dell'antagonista nei film di Thor aveva fatto bagnare troppe ragazzine per non consedergli un ruolo da protagonista nell'ennesimo, inutile blockbuster. Mr. Hiddleston interpreta il classico eroe ruvido ma dal cuore d'oro, un po' Indiana Jones e un po' Rambo. Come antagonista abbiamo invece Samuel L. Jackson, nella parte del generale che non sorride mai, un uomo nato con un dico in culo, un personaggio scritto in maniera superficiale e senza spessore la cui unica funzione è quella di stare sul culo allo spettatore medio dal primo momento in cui compare sullo schermo. Parla con frasi già sentite negli ultimi 200 film di guerra, tenuto in piedi solo dalle capacità attoriali di Samuel L. Jackson. Ma veniamo alla parte interessante del film, perché in un tripudio di scene che ricordano da vicino quelle di Apocalypse Now abbiamo i mostroni!! I veri protagonisti del film, partendo da Kong, scimmione dal cuore d'oro che non si sa bene perché ha deciso di prendersi a cuore la vita degli abitanti dell'isola e per farlo gonfia di botte i lucertoloni che provengono dal sottosuolo, pseudo-rettili a due zampe, anche loro di dimensioni ragguardevoli e che a quanto pare abiterebbero negli abissi della terra, luogo che scopriamo abitato da creature enormi, i "veri padroni di questo pianeta, pronti a riprenderselo", "coloro che porranno fine al regno dell'uomo, incapace di contrastarli", come se le armi moderne capaci di spazzare via intere città in mezzo secondo non fossero state inventate ed efficacemente usate nel '45. Ma sorvoliamo sulla trama che ci presenta dialoghi per il 90% banali e concentriamoci sulle botte, che danno allo spettatore un po' di soddisfazione. Mr. Kong spacca, ammazza, rompe, lancia i suoi nemici senza pietà, regalandoci dei combattimenti ben coreografati pieni di azione e di violenza gratuita che ci soddisfano tanto e che per qualche secondo ci fanno dimenticare la piattezza della storia principale. In definitiva, Kong Skull Island è un blockbuster di intrattenimento da guardare a cervello spento senza farsi troppe domande e godendosi gli scontri tra i bestioni e non facendo caso alla trama banalotta e ai dialoghi inutili. L'unica cosa che fa girare un po' il cazzo è che questo Kong Skull Island è il secondo film di un universo dedicato ai mostroni, nuova saga cinematografica che dovrebbe riempire le tasche della Warner Bros. Pictures e di cui il mondo potrebbe benissimo fare a meno, ma ora mai le grandi case devono per forza creare delle saghe per creare interesse tra gli spettatori, per questo motivo nei titoli di coda del film c'è lo spoiler del prossimo film, ovvero Godzilla: King of Monsters (2019) che dopo l'ultima cagata di fim che lo vedeva protagonista dovrebbe scontrarsi con lo scimmione Kong in Godzilla vs. Kong (2020).

per insulti anche non costruttivi.
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La Recessione
#larecessione

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