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Alien: Covenant

Regia di Ridley Scott vedi scheda film

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La recensione su Alien: Covenant

di malkmus
6 stelle

Un film da vedere ma con molti punti a sfavore della sceneggiatura.

Roma. Novembre 1979. Cinema America.  Un gruppo di amici e amiche diciottenni, a quel tempo “comitive”, compra il biglietto per assistere a questo nuovo film di fantascienza dal titolo “Alien, nello spazio nessuno puo’ sentirti urlare”.

Si entra con uno stato d’animo giocherellone e si esce convinti di aver visto un film straordinario. Nel vero senso del termine. Ci si guarda attoniti, meravigliati, ci si domanda cosa si e’ visto. La risposta, che allora non conoscevamo, ma che stava nei nostri sensi, era che avevamo appena assistito a quello che a detta di molti, sarebbe diventato il piu’ bel film di fantascienza di tutti i tempi. Bene, io ero fra loro e fatta questa premessa cosa posso dire di questo “Covenant”?

Dico che e’ un buon film di fantascienza, con ottimi scenari, effetti strabilianti, discrete interpretazioni attoriali, meraviglie della tecnica cinematografica,  regia solidissima, rimandi a film e iconografie fantastiche di cui ormai l’entertainment mondiale rigurgita continui elementi sfrenati (vedi i chiari riferimenti video ludici dei mostri partoriti e vitalizzati dalla mente contorta del robot interpretato da Fassbender) oltre che ad autocitazioni , solo in questo caso plausibili, tutto frammisto ad una deriva che cerca nell’ignoto chi a ha creato i creatori (ovvero noi).

E allora dov’e’ l’intoppo? Voglio ricordare soltanto una cosa del primo, straordinario Alien: nel 1980 la sceneggiatura fu candidata all’oscar , che non vinse,  e questo , solo questo, distanzia anni luce quel film, da Covenant: ovvero  un  potente giocattolo cinematografico che in alcuni passaggi pero’ fa acqua  (riferimento non casuale) da molte parti.

Non voglio ovviamente dirvi cosa succede e come si dipana lo script, ma il film e’ da  vedere,  non solo per i cultori.

E’ un discreto film di fantascienza che pero’ non centra appieno il bersaglio, e davvero ci si chiede come mai Scott non si avveda di quanto e come chi scrive e sciorina dialoghi ed evoluzione prospettica della storia, deragli e si allontani da una componente

realistica che in lungometraggi come questo avrebbe straordinario bisogno.

Il film si prende sul serio, quindi non si puo’ pensare che un gruppo di ottimi e addestrati astronauti, molto legati emotivamente tra loro,  pensino a farsi una doccia mentre tutto intorno i propri colleghi muoiono come mosche schiacciate da inauditi e ferocissimi  titani!

Ennesima occasione mancata da Ridley Scott, e speriamo che il prossimo sequel di Blade Runner non generi le stesse sensazioni al termine della visione…

 

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