Regia di Kim Rossi Stuart vedi scheda film
L'apertura morettiana, con questo Tommaso, lo stesso Kim Rossi Stuart, in primo piano, barbuto e crinuto come il Michele di quei tempi là, connota già, in qualche modo, tutto il film, tutta la psicologia di questo personaggio, che vuol essere, nelle intenzioni più che nel risultato, il paradigma del quarantenne single di oggi, danzante sulla linea della libertà o della sconfitta. Rossi Stuart ha coraggio ed è un bravo attore, con il suo nervosismo isterico e la sua ricerca costante nel cinema d'autore. Qui fa quasi tutto da sé, si carica tutto il film sulle sue spalle magre e non essendo Moretti né avendo, nonostante l'impegno, la visione di un grande regista, zoppica vistosamente, si perde in lungaggini oniriche e spesso gira a vuoto."Tommaso" è, quindi, un film pieno di difetti, ma sincero, coraggioso e, in fin dei conti, visto con i miei occhi di quasi coetaneo, interessante. E' una creatura che ambisce al Cinema di qualità, non si nasconde dietro la televisione o le pruderie, ma ha il difetto peggiore nel non poter essere incasellato: ha il passo della commedia, ma non fa ridere, ha il passo del dramma, ma non fa piangere, ha il passo del grottesco, ma non ci arriva, e rimane in mezzo al guado, cosa che non gli ha senz'altro giovato. Rossi Stuart recita bene, anche se a volte va sopra le righe, e si attornia di belle attrici, bravine, specialmente Camilla Diana. Un film insoluto e insolito, il racconto di una crisi personale, sotto la lente deforme dell'anaffettività, del sesso e della solitudine. Da vedere.
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