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Glory - Non c'è tempo per gli onesti

Regia di Kristina Grozeva, Petar Valchanov vedi scheda film

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La recensione su Glory - Non c'è tempo per gli onesti

di Tex61
10 stelle

Stefan Denolyubov

Glory - Non c'è tempo per gli onesti (2016): Stefan Denolyubov

 

Prendi una sceneggiatura impeccabile, un montaggio perfetto, due attori al top (una menzione particolare al protagonista), dei costi di realizzazione ridicoli (se pensiamo ad alcune mega-produzioni), una regia asciutta e senza sbavature (due soli esempi: l’efficacia delle riprese della sbornia di Julia è da manuale, ugualmente la tensione emotiva di Tzarko che deve correre a casa dai conigli) e ne esce Glory; senza ombra di dubbio uno dei migliori film da me visti quest’anno (se non il migliore). Questo è il cinema come lo intendo io e, nonostante sia stato proiettato in una sala d’essai, è comunque un film per moltissimi; mai palloso, o lento o eccessivamente “cerebrale”. E’ toccante, intenso, potente. E’ un film mai banale o prevedibile e, facendo mia un’affermazione della scheda di presentazione all’ingresso della sala, kafkiano è la giusta sintesi del narrato. Non molla un secondo, sei sempre nella giusta tensione emotiva con sentimenti di rabbia, comprensione,  disprezzo, tenerezza e qualche flash di grottesca comicità che si mescolano continuamente costruendo un film, a mio parere, di valore assoluto. E poi il dilemma post-visione se l’onestà sia ancora un valore premiante e se la tentacolare piovra costituita da potere, corruzione, sopraffazione, illegalità, manipolazione dei deboli sia poi così distante dal nostro orticello quotidiano; diffidate del fatto che l’ambientazione è nell’est Europa perché alcune vicissitudini rappresentate potrebbero essere meno distanti di ciò che pensiamo. Tzarko é un'icona di un'onestà sempre più rara e un perdente a tutto campo, ma con dei valori d'incommensurabile importanza che diventa una eroe/vittima sacrificale sia del potere più marcio che, infine, dei suoi stessi compagni di sventura (sociale). Il finale è aspro, ma sufficientemente aperto. Meritatamente candidato a rappresentare la Bulgaria agli Oscar, chapeau! a questi due giovani bulgari che sono riusciti a costruire un gran film intorno ad un orologio.

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